Maffei con ascoltatori
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La città

“Papa' è possibile che non si riesca a fare nulla per Barletta?"

Tra vuoti di politica e demagogiche commemorazioni, una Città senza futuro. Una domanda, mille preoccupazioni

Tutto parte da una domanda fatta da mia figlia che, al termine di una lunga chiacchierata sulla tante (troppe) cose che non vanno nella nostra Città, in presenza di alcuni suoi compagni di scuola mi domanda: "Papà è possibile che non si riesca a fare nulla per Barletta ?

A 16 anni il suo "riferimento superiore" è ancora rappresentato dai suoi genitori e da essi, inevitabilmente, cerca le risposte su questi ed altri interrogativi. Mia figlia, come altri suoi coetanei adolescenti, ha imparato - grazie all'impegno dei docenti della sua scuola - a leggere i giornali e ad informarsi sul web, ad essere critica e quindi a porsi domande e interrogativi, nella qualità di giovane cittadina desiderosa di svolgere un ruolo attivo nella società. Attraverso ulteriori attività formative (PON sui temi della legalità) ha inoltre imparato che "Legalità" non significa solo combattere le mafie, ma significa soprattutto osservanza delle regole e impegno a concorrere al perseguimento del bene comune, ancor più quando si è chiamati a svolgere compiti e funzioni di rilevanza pubblica.

Da "nuova" cittadina chiamata a misurarsi, sia pur in prospettiva, sui temi della crisi economica mi riferisce inoltre dell'importanza della "decrescita", quale modello di rivisitazione dei nostri consumi e del nostro stile di vita, auspicando che essa possa essere punto di riferimento per anche gli Amministratori Pubblici affinchè sappiano utilizzare con maggiore attenzione e diligenza il danaro pubblico.

Nell'avanzare del dialogo queste ed altre più che ragionevoli riflessioni si rivelano distanti anni luce dalle pratiche correnti dell'agire politico e delle istituzioni. Principi che stridono con la litigiosità e le mille beghe che caratterizzano gli atteggiamenti dei nostri Responsabili Comunali. Evito di dirle che Barletta e' una Città destinata al declino economico e culturale, anche a causa di reiterati interventi e iniziative caratterizzate dalle logiche del "favore" e del clientelismo, prive di qualsivoglia seria programmazione strategica.

Le parlo dell'idea iniziale di "federalismo" che, combinata all'elezione diretta del Sindaco, portava con sè oltre all'autonomia finanziaria dei Comuni, l'idea che le comunità potessero meglio autodeterminarsi. In realta' questo non è accaduto altrove, nè tantomeno è accaduto a Barletta. I cittadini-elettori purtroppo, non riescono a mandare a casa le amministrazioni incapaci. Il suffragio degli elettori funziona solo quando lo decide la politica, quando oramai il disastro e' fatto, quando il più è perduto. Difficile immaginare se sarà possibile un giorno risalire la china e soprattutto con quali costi e sacrifici.
Esempi in tal senso ce ne sono tanti. Parma, Carrara, Catania e Palermo tra i più drammatici. Anche Barletta (ahinoi) sembra voler prendere quella strada.

Il bilancio "previsionale" 2012 del Comune di Barletta, non ancora approvato, porterà per certo aumenti della Tassa rifiuti del 25% ed un aumento dell' IMU a dir poco spropositato. Diranno che il Governo ha tagliato, mascherando in tal modo i mille sprechi che hanno eroso le risorse comunali "grattate"comodamente e opportunisticamente per dodicesimi. La precarietà fatta assurgere a sistema, una vergogna.

L'appello di questi giovani non puo' che essere girato ai nostri "solerti amministratori", affinchè abbiano un sussulto di dignità e, ciascuno per il proprio ruolo, compiano un gesto di amore verso la Città. Facciano - ammesso che ne siano capaci – ciò che è realisticamente possibile fare per dare una seppur minima prospettiva alla Città, in particolare in favore dei giovani anello debole della catena inesorabilmente destinati ad un futuro sempre più nero. I Partiti e soprattutto gli eletti, a partire dalle opposizioni, svolgano il proprio ruolo con un controllo rigoroso e serrato sull'operato dell'amministrazione. Contestino e facciano conoscere alla Città gli atti amministrativi cui hanno accesso, dai quali traspaiono nefandezze approvate in nome di un finto interesse pubblico spesso coincidente solo con l'interesse personale di pochi noti fortunati.

E' auspicabile che tutti i cittadini contribuiscano, anche attraverso una maggiore partecipazione diretta nella vita di Associazioni e Movimenti, affinchè questo stato di assopimento e di paralisi, che cozza contro la velocità dei nostri tempi ed il dinamismo di altri Comuni viciniori, possa essere superato al più presto.

E qui viene naturale un pensiero a ciò che Barletta rappresentava sino a qualche anno fa, ed alla figura di un Sindaco di cui ricorre in questi giorni il secondo anniversario della scomparsa. Racconto a mia figlia il contesto e gli anni difficili ma stupendi in cui molti di noi hanno visto rinascere Barletta. Di quei giorni alla Città manca, prima fra tutte, la visione di futuro in un disegno di sviluppo condiviso della Città. Una "Barletta possibile" che partendo da un serio cambiamento del presente possa guardare il dopo con maggiore speranza.

Si evitino in questo momento demagogiche e vacue commemorazioni, soprattutto da parte di chi, nei fatti, ha contribuito a distruggere, complice una classe politica sciatta e mediocre, il difficile lavoro e i tanti sforzi compiuti in quegli anni per far crescere una diversa cultura politica e amministrativa.

La migliore commemorazione è correre ai ripari, agire con concretezza, salvare Barletta dal progressivo impoverimento che appare inarrestabile.

La penna di chi scrive e' mossa soprattutto da chi, già ora, chiede conto a noi adulti su ciò che di concreto e di buono abbiamo fatto per loro (forse solo disastri). Quei giovani a cui manca il buon esempio e il valore nobile della politica ai quali, per giunta, non abbiamo nessuna risposta credibile da dare.


Cosimo Damiano Lasala
(Esperto di finanza locale – Già Dirigente del Comune di Barletta).
Non è vero che tutto è perduto nella città che richiama, con una profonda riflessione, l'adolescente nel colloquio con il suo papà e che affida al nostro portale. Il fatto stesso che la voce di una giovanissima cittadina rifletta preoccupata e senta l'esigenza di chiacchierare con il suo papà è segnale di eletto momento di risveglio. E' una piccola manciata di inetti e arrendevoli politici che crea disordine e disorientamento nella generazione che cresce e giudica. E' solo un residuo quello che tramite benefit e determine disperate elargisce i nostri risparmi a livelli elettorali "affermati", politicizzati e seguaci inconsapevoli di carriere politiche parlamentari o senatoriali improprie. La voce della lettrice-scrittrice accusa anche loro. Coetanei d'impresa solo istituzionale. Elemosinanti.

Il direttore
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