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Non si vuole bene alla provincia BT

«Rinnovata pagina storica come fra guelfi e ghibellini». Interviene il giornalista Emanuele Porcelluzzi

«Che la Provincia BT non abbia un colore ben definito e sia figlia di intrecci indistinti, lo si desume dal fatto che è al centro di una rinnovata pagina storica come quella tra i Guelfi e i Ghibellini e che ripercorrendola e adeguandola ai giorni nostri finisce per rinnovare quella conflittualità, rimasta nel particolare frazionamento dello stivale d'Italia solo come una faticosa vigilia per l'Unità d'Italia».

Inizia così l'intervento del giornalista Emanuele Porcelluzzi, diramato alla stampa dai risponsabili del MIDA. «Ed è una passarella antropologica degli abitanti della BT, perchè ci sono stati e ci sono coloro che l'hanno osteggiata e continuano, tranquillamente, ad osteggiarla, forse per non venire meno ai diktat ricevuti e a cui sono venuti meno loro malgrado. Poi ci sono quelli che appaiono essere gli alfieri della BT, ma il loro compito, in fondo, è quello di minare l'impervio e già difficoltoso terreno, su cui si muove con procurata difficoltà sempre la BT. Quest'ultimi sono i più pericolosi e difficili ad essere individuati e sbugiardati, anche perchè essi si muovono su un piano di una non cristallina legalità, che consente loro di additare l'opacità degli altri. Le loro argomentazioni non fanno una piega perchè utilizzano condotte amministrative censurabili, assunte però da soggetti che cercano di creare disagi e di porre in cattiva luce, diciamocelo, la BT.

Un gradino superiore di tale tattica della serie "tanto peggio, tanto meglio" è quello rappresentato dal fatto di dover individuare il capro espiatorio, imputandogli, ex-abrupto, di essere l'autore di esecrandi atti, in un territorio, come il nostro, somigliante, secondo costoro, all'Eden, luogo di felicità e armonia, alberganti solo nella fantasia intellettiva, pur necessaria ai viventi. E così si impreca al modo, abbastanza strano di far politica, cascando così in malo modo dalle nuvole.
Certe procedure, poi, adottate per far nascere la BT sono ritenute oltraggiose del diritto e del modo di far politica, di cui si è ritenuto di non farne a meno ed è, quindi, quanto meno improvvido fustigarle.
Chi ha soffiato sul fuoco per attizzarlo e far bruciare la BT, non ha previsto che i Comuni potevano sfuggirgli di mano e che un pugno di volenterosi cittadini potevano essere determinanti per la costituzione della sesta provincia pugliese. Allora ha deciso di dare l'assalto a questa nuova entità giuridica, vedasi, in proposito, lo Statuto e l'attuale ridotta operatività, anche se giustificata dal "ragazze non c'è una lira" e se non dovesse riuscirci, insisterà nel seminare lo scontento e il classico del "chi ce l'ha fatta fare".
C'è il pericolo che il tempo delle vacche magre disorienti i Comuni, che potrebbero assumere l'inopportuna decisione di sganciarsi dalla BT, facendosi carico di una strategia che darebbe la stura ad un aumento del deteriore e anacronistico campanilismo, consegnandosi ad una politica, che, in caso di vittoria, mortificherebbe, in maniera ingiusta, i cittadini della BT, di cui non si conoscerebbe più il suo vero colore».

Emanuele Porcelluzzi

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