Autolavaggio intervista
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La città

«Non ho ricevuto risposte nè dal Comune nè da Ferrovie dello Stato»

Il sig. Michele Corcella, il suo autolavaggio e il diritto al lavoro

«Ho sempre rispettato le legge, perchè non mi fanno lavorare in pace?», era questa la domanda che si poneva e ci poneva 18 giorni fa il sig. Michele Corcella, titolare dell'autolavaggio "La Disfida" in via Milite Ignoto, inviando una lettera aperta alla nostra redazione, nella quale raccontava la sua storia, una storia caratterizzata dalla burocrazia più pura e dai brutti scherzi che essa può giocare. Oggi, siamo tornati da lui per chiedergli se nei giorni trascorsi dalla data del suo appello qualcosa si accaduto e se le istituzioni lo abbiano ascoltato raccogliendo l'allarme di piccolo imprenditore che prova a sopravvivere in un periodo durissimo come l'attuale:

Sig. Corcella, sono passate circa due settimane dal suo grido d'allarme, dal quel 3 dicembre nel quale emissari delle Ferrovie dello Stato e 3 vigili urbani le comunicarono che l'area era stata espropriata dalla loro azienda in previsione dei lavori per la costruzione del sottovia di via Andria. Oggi, le chiedo, cosa è accaduto in questi giorni? Quali sono le evoluzioni?
«Innanzitutto vorrei ringraziare la redazione di Barlettalife, che è stata una delle poche a prendere in considerazione il mio problema e a porlo all'attenzione dell'opinione pubblica. In questi giorni comunque, è accaduto poco e nulla, ho consultato il mio legale che sta approntando la linea da seguire nei confronti delle Ferrovie dello Stato e del proprietario del suolo. Ricordo comunque, che il comune del Barletta nel lontano 2002, concedendomi l'autorizzazione edilizia mi mise in guardia sulla possibilità che l'area sulla quale sorge l'autolavaggio fosse soggetta ad esproprio. Proprio per tale motivo, io pago una polizza fidejussoria nei confronti del comune a garanzia del ripristino dello stato originario del suolo (ovvero senza edificazioni) in caso di utilizzo dello stesso per la costruzione del sottopassaggio. Anche nel contratto di locazione è messa in risalto la possibilità che il suolo sia soggetto a possibilità di esproprio, ma ho notato che quando i tecnici delle ferrovie sono venuti a comunicarmi il passaggio del suolo alle Ferrovie dello Stato questa era praticamente già avvenuta ed io non avevo avuto praticamente preavviso. La questione è abbastanza complessa, la clausola mi condannerebbe e a me spetterebbe soltanto l'avviamento che consisterebbe in circa 8-9mila euro che non coprirebbero nemmeno in parte le spese per gli impianti della mia attività. Al termine di tutto questo ragionamento, mi viene da pensare che probabilmente il comune non mi abbia concesso mai l'agibilità pur permettendomi di lavorare, come ho ben spiegato nella precedente lettera, proprio in previsione del momento in cui mi sarebbe stato detto di abbandonare il suolo.»

E' stato informato della data effettiva nella quale ci dovrà essere lo sgombero per l'inizio dei lavori?
«Al momento non ci sono date. I tecnici delle ferrovie mi spiegarono lo scorso 3 dicembre che da quel momento la loro azienda prendeva possesso del suolo mettendolo a disposizione del comune, a partire da tale data, ogni giorno potrebbe essere quello buono ma non c'è un tempo prestabilito. Proprio questo è uno dei motivi del mio grido d'allarme, non mi oppongo all'ordine di dover lasciare il suolo, ma sono qui da ben 12 anni nei quali ho versato tutto ciò che mi spettava, ho pagato tutte le tasse che dovevo e adesso chiedo alle istituzioni di poter esercitare il mio diritto al lavoro senza dover restare sul filo del rasoio, pensando che da un giorno all'altro l'attività che mi è costata tanti sacrifici venga chiusa lasciandomi sul lastrico».

In questi giorni è riuscito ad avere nuovi contatti con le Ferrovie dello Stato o con il Comune?
«Assolutamente no, nonostante la mia volontà di smuovere le coscienze per il momento non ho avuto modo di parlare con nessuno, non ho ricevuto alcuna risposta».

Ha già pensato a cosa fare nel momento in cui dovesse arrivare la chiusura?
«Io cercherò di portare avanti questa battaglia fino in fondo come ho sempre fatto. Sin dal 2002 sto lottando per portare avanti la mia attività, conquistandomi tutte le autorizzazioni necessarie e tenendo fede al nome "La Disfida" che ho scelto per li mio autolavaggio. Aspetto che le istituzioni mi aiutino a trovare una soluzione che accontenti tutte le parti e mi consenta di continuare a lavorare».

Come trascorrerà il Natale in una situazione difficile come la sua?
«Sono un po' di anni che le festività natalizie passano per me in maniera negativa. Al momento sto lavorando, con tutte le difficoltà e gli ostacoli che gravano su noi piccoli imprenditori, ma con la consapevolezza che da un momento all'altro potrei ritrovarmi disoccupato e questo rende il mio Natale più difficile, senza contare che il 2014 per me e la mia famiglia ad oggi appare pieno di ombre».
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