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Politica

La storia infinita del centro di raccolta rifiuti nel quartiere Barberini

Tappa importante per la possibile delocalizzazione oggi in consiglio comunale

La storia del centro di raccolta rifiuti comincia nel 2010, con l'approvazione del progetto in una delibera di giunta che definiva come area di localizzazione del centro una zona di proprietà comunale presente nel quartiere Barberini. Gli obiettivi prefissati (in accordo con l'avvio della raccolta differenziata porta a porta) impongono la realizzazione di questo secondo ecocentro: il primo ecocentro "Arcobaleno", quotidianamente operativo, è localizzato in via Callano nei pressi della sede della Bar.S.A. Il prossimo sorgerà a pochi passi da Parco degli Ulivi, allo svincolo tra via degli Ulivi e via delle Querce, all'interno della cinta urbana così come prevede la normativa. Sarà destinato alla consegna fisica di oggetti di grosso volume di natura domestica, di materiale come i toner delle stampanti, le apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) di piccole dimensioni (telefoni, televisori, ecc.) e gli scarti verdi ingombranti: il tutto, previo accordo tra cittadini e amministrazione sul regolamento, sarà attivo entro giugno 2015.

L'argomento, dopo forti richieste da parte della cittadinanza, approda in consiglio, come quinto e ultimo punto dell'ordine del giorno del consiglio comunale di oggi, alle ore 15:00 in prima convocazione. La protesta viaggia a onde tra politica e cittadinanza, tra partiti e associazioni, e si connette ai frequenti disagi che stanno accompagnando l'avvio delle procedure per la raccolta porta a porta: una gestione non del tutto svizzera del servizio si accorda agli erronei metodi di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini. Poca comunicazione e tanta confusione sul tema del porta a porta stanno amplificando l'esasperazione sul tema del centro comunale di raccolta rifiuti, facendo cassa da risonanza soprattutto nei quartieri di periferia.

Tra disguidi organizzativi e il restio cambio di abitudini di molti, il rischio è che la partecipazione dei cittadini – quella viva, sincera, auspicata, verace – venga incanalata nei consueti condotti di protesta che nasce, cresce e prospera anche in seno ai partiti: che siano di opposizione, o frange della stessa maggioranza, risulta comunque difficile pensare che la massiva opposizione che si è venuta a creare nei confronti dell'ecocentro sia una rivolta del tutto spontanea dei cittadini. In tanti sono coloro veramente preoccupati di vedere nascere una piccola "discarica" a pochi passi da casa, altri sono rimasti in attesa del consiglio comunale che si svolgerà oggi, già promesso da tempo e che si spera aiuti a dare un vero e concreto motivo di speranza (o semplice presa di coscienza) per chi sta portando avanti i temi legati all'ecocentro.

Il periodo è quanto mai fervido per la discussione sui rifiuti: a Barletta stiamo assistendo da troppo tempo alla celebrazione dei cronici mal di pancia di natura politica di questi argomenti, con gli invalicabili muro contro muro dell'amministrazione e lo spaesamento di tanti barlettani poco informati. Viene richiesta la delocalizzazione del centro in un altro luogo, e dopo le tante istanze partite dai cittadini, se ne discuterà proprio oggi in sala consiliare. L'attenzione non deve essere subordinata alle decisioni in corso: se si vorrà mantenere fede ai temi dell'ecologia e della vivibilità, il monitoraggio da parte della cittadinanza dovrà essere costante. Capire come verrà gestito l'ecocentro è una priorità forse anche superiore alla sua collocazione: non valga il detto "occhio non vede, cuore non duole", ma si continui a fare dibattito anche se la decisione del Consiglio sia favorevole alla delocalizzazione. Se l'ecocentro non nascerà nel giardino del quartiere Barberini, sorgerà comunque nel giardino di tutti i barlettani. Su questi temi, non esistono schieramenti.
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