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Religioni
«Il Sacro Cuore è la porta dell’Amore Divino»
Le parole di Don Francesco Fruscio in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù
Barletta - giovedì 26 giugno 2025
Il prossimo venerdì 27 giugno 2025, la Parrocchia di Sant'Andrea in Barletta celebra con solennità e devozione la festa del Sacro Cuore di Gesù, una delle ricorrenze più profonde e amate della spiritualità cattolica. Abbiamo incontrato il parroco, don Francesco Fruscio, per scoprire le radici, il significato e la bellezza di questa festa nella vita della Chiesa e della comunità locale.
Don Francesco, come nasce nella Chiesa la Solennità del Sacro Cuore di Gesù?
«La Solennità del Sacro Cuore affonda le sue radici nella spiritualità medievale, ma prende forma pienamente nel XVII secolo, grazie alle rivelazioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial, in Francia. Gesù chiese che il suo Cuore fosse onorato con una festa particolare per riparare le offese e promuovere l'amore misericordioso di Dio verso tutti. Da allora, questa devozione ha trasformato la vita spirituale di innumerevoli fedeli».
Quando fu istituita ufficialmente questa festa nella liturgia della Chiesa?
«Fu Papa Pio IX, nel 1856, a istituirla per tutta la Chiesa cattolica, fissandola al venerdì successivo alla Solennità del Corpus Domini. È una data che cambia ogni anno, poiché legata al ciclo della Pasqua. In questo 2025, la festa ricade appunto il 27 giugno».
Perché, appunto, la data della Solennità del Sacro Cuore cambia ogni anno?
«Perché non ha una data fissa nel calendario civile, ma segue il calendario liturgico. Si celebra sempre il venerdì dopo il Corpus Domini, che a sua volta dipende dalla Pasqua, la quale varia ogni anno in base alla luna piena dopo l'equinozio di primavera. Questo rende la festa del Sacro Cuore un punto di arrivo nel ciclo pasquale, quasi come un sigillo dell'amore di Dio».
Che significato spirituale ha questa festa per i cristiani di oggi?
«Il Cuore di Gesù è la sorgente dell'amore e della misericordia. È il simbolo più eloquente del dono totale di Cristo per noi, fino al sangue e all'acqua che sgorgarono dal suo costato. In un mondo ferito, agitato e spesso disilluso, il Sacro Cuore è la risposta più luminosa e tenera: ci dice che nessuno è mai solo, che Dio ci ama così come siamo, e che possiamo ripartire ogni volta dal suo perdono».
Don Francesco, la devozione dei "Primi nove Venerdì del mese" è una pratica molto sentita tra i fedeli del Sacro Cuore. Può spiegarci cos'è esattamente e come nasce nella storia della Chiesa?
«Questa devozione è una risposta concreta all'amore che Cristo ci ha mostrato nel suo Cuore trafitto. Nasce anch'essa dalle rivelazioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, alla quale il Signore promise grandi grazie a chi, per nove mesi consecutivi, avrebbe ricevuto la Santa Comunione ogni primo venerdì del mese, in spirito di riparazione per i peccati dell'umanità. Gesù parlò della grazia della perseveranza finale per chi avesse vissuto questa pratica con fede e amore. Non è una semplice ritualità, ma un percorso di fedeltà, una scuola di costanza spirituale, che forma il cuore del credente a riconoscere l'amore divino e a rispondere con dedizione. Ancora oggi, tanti fedeli vivono questi venerdì come momenti di incontro profondo con il Signore e di conversione personale».
Entrando nel cuore della vita della vostra comunità: può raccontarci quando e da chi fu istituita la festa del Sacro Cuore di Gesù nella Parrocchia di Sant'Andrea a Barletta? Si tratta di una tradizione recente o affonda le radici in una devozione più antica del territorio?
«La devozione al Sacro Cuore nella nostra parrocchia è stata fortemente promossa da don Gino Spadaro, che ha saputo radicarla nella vita spirituale della comunità con grande zelo pastorale. Con la sua sensibilità liturgica e la cura delle relazioni, ha dato forma a una festa amata e partecipata, rendendola un appuntamento fisso dell'anno pastorale. Il suo servizio ha lasciato un'impronta indelebile, che ancora oggi raccogliamo e custodiamo con gratitudine».
Come viene vissuta oggi questa festa a Barletta? Quali sono gli appuntamenti liturgici principali?
«Viviamo questa Solennità con cuore aperto e partecipazione comunitaria. Dal 24 al 26 giugno ci prepariamo con un Triduo, che prevede ogni sera alle 18:30 il Rosario e alle 19:00 la Santa Messa, predicata da don Francesco Paolo Pellizzieri, diacono. Il giorno della festa, venerdì 27 giugno, avremo:
– ore 9:00: Santa Messa del mattino
– ore 19:00: Rosario comunitario
– ore 19:30: Messa solenne, da me presieduta
– ore 20:30: la processione, che attraverserà le vie del quartiere, con un percorso ricco di significato e di storia. Invitiamo tutti ad addobbare i balconi e a unirsi in preghiera».
Il Papa ha recentemente dedicato un messaggio al Sacro Cuore. Quale ne è il cuore spirituale?
«Il Papa ci ha offerto parole di grande profondità, ricordandoci che il Cuore di Cristo è "il centro pulsante della misericordia di Dio". Non è una devozione per anime deboli o sentimentali, ma una chiamata a vivere un amore forte, tenero e fedele, come quello di Gesù. È una spiritualità che ci educa a non rimanere indifferenti al dolore degli altri e ad accogliere con cuore aperto i piccoli, gli scartati, i lontani».
Un ultimo pensiero, don Francesco, per i nostri lettori?
«Lasciamoci incontrare dal Cuore di Cristo. Non c'è ferita che Lui non possa curare, non c'è peccato che non possa perdonare. La festa del Sacro Cuore è un'occasione per tornare all'essenziale, per riprendere il cammino con la certezza di essere amati. Vi invitiamo a partecipare con fede e fiducia. Il Cuore di Gesù vi aspetta».
Don Francesco, come nasce nella Chiesa la Solennità del Sacro Cuore di Gesù?
«La Solennità del Sacro Cuore affonda le sue radici nella spiritualità medievale, ma prende forma pienamente nel XVII secolo, grazie alle rivelazioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial, in Francia. Gesù chiese che il suo Cuore fosse onorato con una festa particolare per riparare le offese e promuovere l'amore misericordioso di Dio verso tutti. Da allora, questa devozione ha trasformato la vita spirituale di innumerevoli fedeli».
Quando fu istituita ufficialmente questa festa nella liturgia della Chiesa?
«Fu Papa Pio IX, nel 1856, a istituirla per tutta la Chiesa cattolica, fissandola al venerdì successivo alla Solennità del Corpus Domini. È una data che cambia ogni anno, poiché legata al ciclo della Pasqua. In questo 2025, la festa ricade appunto il 27 giugno».
Perché, appunto, la data della Solennità del Sacro Cuore cambia ogni anno?
«Perché non ha una data fissa nel calendario civile, ma segue il calendario liturgico. Si celebra sempre il venerdì dopo il Corpus Domini, che a sua volta dipende dalla Pasqua, la quale varia ogni anno in base alla luna piena dopo l'equinozio di primavera. Questo rende la festa del Sacro Cuore un punto di arrivo nel ciclo pasquale, quasi come un sigillo dell'amore di Dio».
Che significato spirituale ha questa festa per i cristiani di oggi?
«Il Cuore di Gesù è la sorgente dell'amore e della misericordia. È il simbolo più eloquente del dono totale di Cristo per noi, fino al sangue e all'acqua che sgorgarono dal suo costato. In un mondo ferito, agitato e spesso disilluso, il Sacro Cuore è la risposta più luminosa e tenera: ci dice che nessuno è mai solo, che Dio ci ama così come siamo, e che possiamo ripartire ogni volta dal suo perdono».
Don Francesco, la devozione dei "Primi nove Venerdì del mese" è una pratica molto sentita tra i fedeli del Sacro Cuore. Può spiegarci cos'è esattamente e come nasce nella storia della Chiesa?
«Questa devozione è una risposta concreta all'amore che Cristo ci ha mostrato nel suo Cuore trafitto. Nasce anch'essa dalle rivelazioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, alla quale il Signore promise grandi grazie a chi, per nove mesi consecutivi, avrebbe ricevuto la Santa Comunione ogni primo venerdì del mese, in spirito di riparazione per i peccati dell'umanità. Gesù parlò della grazia della perseveranza finale per chi avesse vissuto questa pratica con fede e amore. Non è una semplice ritualità, ma un percorso di fedeltà, una scuola di costanza spirituale, che forma il cuore del credente a riconoscere l'amore divino e a rispondere con dedizione. Ancora oggi, tanti fedeli vivono questi venerdì come momenti di incontro profondo con il Signore e di conversione personale».
Entrando nel cuore della vita della vostra comunità: può raccontarci quando e da chi fu istituita la festa del Sacro Cuore di Gesù nella Parrocchia di Sant'Andrea a Barletta? Si tratta di una tradizione recente o affonda le radici in una devozione più antica del territorio?
«La devozione al Sacro Cuore nella nostra parrocchia è stata fortemente promossa da don Gino Spadaro, che ha saputo radicarla nella vita spirituale della comunità con grande zelo pastorale. Con la sua sensibilità liturgica e la cura delle relazioni, ha dato forma a una festa amata e partecipata, rendendola un appuntamento fisso dell'anno pastorale. Il suo servizio ha lasciato un'impronta indelebile, che ancora oggi raccogliamo e custodiamo con gratitudine».
Come viene vissuta oggi questa festa a Barletta? Quali sono gli appuntamenti liturgici principali?
«Viviamo questa Solennità con cuore aperto e partecipazione comunitaria. Dal 24 al 26 giugno ci prepariamo con un Triduo, che prevede ogni sera alle 18:30 il Rosario e alle 19:00 la Santa Messa, predicata da don Francesco Paolo Pellizzieri, diacono. Il giorno della festa, venerdì 27 giugno, avremo:
– ore 9:00: Santa Messa del mattino
– ore 19:00: Rosario comunitario
– ore 19:30: Messa solenne, da me presieduta
– ore 20:30: la processione, che attraverserà le vie del quartiere, con un percorso ricco di significato e di storia. Invitiamo tutti ad addobbare i balconi e a unirsi in preghiera».
Il Papa ha recentemente dedicato un messaggio al Sacro Cuore. Quale ne è il cuore spirituale?
«Il Papa ci ha offerto parole di grande profondità, ricordandoci che il Cuore di Cristo è "il centro pulsante della misericordia di Dio". Non è una devozione per anime deboli o sentimentali, ma una chiamata a vivere un amore forte, tenero e fedele, come quello di Gesù. È una spiritualità che ci educa a non rimanere indifferenti al dolore degli altri e ad accogliere con cuore aperto i piccoli, gli scartati, i lontani».
Un ultimo pensiero, don Francesco, per i nostri lettori?
«Lasciamoci incontrare dal Cuore di Cristo. Non c'è ferita che Lui non possa curare, non c'è peccato che non possa perdonare. La festa del Sacro Cuore è un'occasione per tornare all'essenziale, per riprendere il cammino con la certezza di essere amati. Vi invitiamo a partecipare con fede e fiducia. Il Cuore di Gesù vi aspetta».