Menotti Domenico Garibaldi
Menotti Domenico Garibaldi
La città

Garibaldi si rivolta nella tomba

Dispersa la bandiera della “Brigata Barletta”

Sopravvissuta alla battaglia, non è sopravvissuta a Barletta: vittima illustre è la bandiera della "Brigata Barletta", donata dalla città a Menotti Garibaldi, figlio del grande Giuseppe. Riassumiamo la vicenda.

1866, la storia della Brigata Barletta
La nostra città fu scelta come sede di reclutamento dell'Italia Meridionale di volontari combattenti per la terza guerra di indipendenza del 1866, grazie anche alla amicizia che legava il patriota Raffaele Lacerenza (vedere box di approfondimento) con Giuseppe Garibaldi. In occasione della costituzione della Brigata, Domenico Garibaldi (soprannominato Menotti dal padre, in onore del noto patriota), giunse alla stazione ferroviaria di Barletta, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini, presso il piazzale antistante, denominato Piazza della Libertà. Dopo la cerimonia fu accompagnato dalla folla fino alla casa del Cav. Vito Cafiero, che lo ospitò. In un solo giorno a Barletta arrivò una moltitudine di giovani volontari tale da raggiungere il numero di 12000 reclute, tanto che il sindaco Nicola Parilli fu costretto a trovare degli alloggi di fortuna. I volontari appartenevano a tutte le classi sociali, tra loro c'erano contadini, medici, avvocati, preti, studenti. Furono costituiti, in quei giorni, il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini che presero il nome di «Brigata Barletta», e la relativa bandiera fu confezionata per l'occasione. Il IX Reggimento, il 29 Giugno, si diresse a Bergamo, per poi spostarsi il 7 Luglio, con Giuseppe Garibaldi, a Rocca d'Anfo. Il X Reggimento partecipò con successo a sanguinosi scontri e occupò importanti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria. La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale.

2013, la disfatta di Barletta
Sarebbe stato bello, per il 150 esimo anniversario dell'Unità d'Italia, vedere esposta nel polo museale della nostra città questa testimonianza garibaldina, esposta in origine presso l'ex convento di S. Domenico, sede della pinacoteca. A seguito del trasloco presso il polo museale del castello, della bandiera si perdono le tracce, pare fosse già in precarie condizioni di conservazione, bisognosa di restauro, nonostante questo, forse accatastata nei depositi del castello. I depositi del castello sono un "buco nero" in cui scompaiono tutti quei reperti archeologici che non trovano posto presso il polo museale. Tra le vittime illustri, ci sono anche alcuni dipinti del De Nittis, mai più ritrovati.
Bandiera della "Brigata Barletta"
Ci resta una foto della bandiera, scattata trenta anni fa, e la lettera che Menotti Garibaldi inviò al sindaco Nicola Parrilli, alla fine della guerra. «Illustrissimo sig.sindaco, le invio la bandiera che mi fu consegnata da Lei per il IX Reggimento della città di Barletta. Il Reggimento non esiste più e io ritorno a voi quella bandiera. Porgo ai suoi concittadini i ringraziamenti dei miei compagni d'armi e i miei personali».
Como, 29 ottobre 1866

A seguire, pubblichiamo l'elenco dei militari e garibaldini barlettani decorati nelle tre guerre di indipendenza (1859 - 1861/1866)
Domenico Menotti Garibaldi (Mostardas, 16 settembre 1840 – Roma, 22 agosto 1903)
Nacque nel borgo di São Luís, oggi quartiere della città brasiliana di Mostardas, stato del Rio Grande do Sul, primogenito di Giuseppe e Anita Garibaldi. Venne battezzato con il nome di Domenico, in onore del padre di Garibaldi, ma il Generale volle soprannominarlo Menotti, in onore del patriota Ciro Menotti. Partecipò alla spedizione dei Mille, nella quale si distinse. Nel 1866, durante la terza guerra di indipendenza, comandò, con il grado di colonnello, il 9º reggimento di volontari garibaldini e fu l'artefice della vittoria nellabattaglia di Bezzecca, meritandosi la medaglia d'oro al Valor Militare. Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana, comandò un reggimento di truppe franco-italiane, combattendo a Digione e sui Vosgi e meritandosi la Legion d'Onore conferitagli dal governo francese. Divenne deputato di Velletri e Roma dal 1876 al 1897.Si sposò con Italia Bidischini dall'Oglio e ne ebbe sei figli.

La Brigata "Barletta" raccolse idealmente l'eredità del Battaglione "Lacerenza", una unità dell'esercito meridionale. Negli anni dei moti risorgimentali, il patriota Raffaele Lacerenza partì da Barletta, al comando di un gruppo di volontari, che si unì ai mille di Garibaldi sbarcati in Sicilia, inquadrati in battaglione che assunse il nome del patriota su espressa richiesta degli stessi volontari. Essi furono inquadrati nella prima compagnia, comandata da Nino Bixio e si distinsero in combattimento per eroicità e coraggio. In seguito per la amicizia che legò Raffaele Lacerenza e per la sua fattiva collaborazione alle imprese di Garibaldi nei due mondi, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la terza guerra di indipendenza italiana del 1866. La Brigata Barletta, incorporata nel Regio Esercito, fu sciolta nel 1877.

Fonte: Wikipedia
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