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Elezioni europee: cosa ne pensano i giovani barlettani?

Tra incertezze e opinioni, il punto di vista dei ragazzi di Barletta

Protagonisti spesso sottovalutati della vita di città, i giovani sono l'indispensabile supporto per una società che si sorregge sul loro futuro. Raramente ci si interessa alle loro idee, perché acerbe, esagitate, a volte trasognanti e lontane da una concreta esperienza alla "scuola della vita", ma nella loro voce si ascolta la radice della città di domani. In occasione delle elezioni europee, tappa importante nella realtà locale e globale dell'ultimo periodo, abbiamo chiesto proprio ai giovani, orientativamente di età compresa tra i 16 e i 23 anni, la loro personale idea su queste elezioni, sull'Europa e sul grado di influenza che movimenti così globalizzati e condivisi hanno sul loro modo di vedere il mondo, non solo politicamente. Tra dubbi, inesperienze e a volte scarso interesse (complice la giovanissima età di alcuni), le risposte sono ricche di riflessioni meritevoli e di punti di vista da tenere in considerazione, racchiusi nella brevità di un "tweet".

Alessio, 19 anni – studente all'Istituto "N. Garrone": «Questa è la prima elezione a cui avrei potuto partecipare ma non l'ho fatto. Il motivo per cui non ho votato è la mia scarsa conoscenza al riguardo; se ne fossi stato a conoscenza, avrei avuto interesse nell'esprimere la mia preferenza».

Maria, 17 anni - studentessa all'Istituto "N. Garrone": «Essendo ancora minorenne non ho avuto la possibilità di votare, in ogni caso questo argomento mi è ancora estraneo. Penso, comunque, che ognuno debba avere un'idea precisa su chi scegliere per migliorare prima di tutto il nostro paese, poiché la situazione non è delle migliori».

Alessandra, 23 anni – studentessa universitaria alla magistrale di Lettere a Bari: «Sono andata a votare e ho incitato anche i miei amici, anche i più reticenti, a farlo, perché nonostante in tanti abbiano un'idea negativa dell'Europa come entità sovranazionale, sarebbe stato molto sbagliato non esprimere la propria idea politica. Siamo tutti cittadini europei perché condividiamo uno stile di vita comune, una radice identitaria comune, una storia che ci ha portato ad essere parte di un'unica realtà».

Viviana, 23 anni – studentessa universitaria alla facoltà di Lettere a Bari: «Ammiro l'ideale di appartenenza, condivisione e sostegno racchiuso in una sola espressione, Unione Europea. Farne parte significa essere coscienti, attivi e orgogliosi nell'esercizio di un dovere civile».

Martina, 18 anni – studentessa al Liceo "C. Cafiero" di Barletta: «Domenica sono andata a votare. Ciò che è importante in Italia è avere rappresentanti in Europa, non tanto per le grandi città, bensì per le piccole città che hanno bisogno di veri rappresentanti che abbiano una parte all'interno del Parlamento Europeo. In Italia, soprattutto al sud, mancano questi rappresentanti che aiutino a superare questi momenti di crisi. Sono andata a votare anche per cambiare la situazione italiana e quella barlettana».

Viviana, 16 anni – studentessa al Liceo "C. Cafiero" di Barletta: «Ovviamente non ho potuto votare perché sono minorenne. Ho seguito mediamente le vicende elettorali, senza approfondire bene, e dunque non mi sono del tutto chiare le tematiche. Penso comunque che l'Europa ci offra delle opportunità che anche qui a Barletta potremmo avere di più, per il bene di tutti. In futuro ovviamente mi interesserò di più a questi argomenti».

Simona, 17 anni – studentessa al Liceo "C. Cafiero" di Barletta: «Non ho votato perché sono minorenne. Di queste elezioni non so cosa pensare perché la politica non mi interessa e sinceramente non ne capisco molto. Quando sarò maggiorenne cercherò di interessarmi e di capire qualcosa di più, per ora non mi interessa molto».

Vito, 20 anni – studente universitario alla facoltà di Economia a Foggia: «Vado sempre a votare, perché lo considero un esercizio di democrazia fondamentale per noi cittadini. Queste elezioni non sono state molto attese da me perché i toni usati in campagna elettorale hanno fatto perdere la voglia di seguire il dibattito politico, troppo offensivo e con pochi contenuti».

Floriana, 21 anni – studentessa universitaria alla facoltà di Scienze della Comunicazione a Bari: «Essere cittadina europea significa essere parte di un processo identitario da esportare come modello di civiltà sullo scenario internazionale. Non è solo una questione di pace, ma anche di welfare state, di cui l'individuo può avere traccia ogni giorno».
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