Carmine Doronzo. <span>Foto Cosimo Campanella</span>
Carmine Doronzo. Foto Cosimo Campanella
Politica

Elezioni comunali Barletta, Doronzo: «Unire visione politica, velocità, condivisione e giuste competenze»

La riflessione dell'ex consigliere comunale, capogruppo di Coalizione Civica

«Tra pochi mesi si terranno le elezioni comunali e già da tempo si assiste a grandi manovre politiche che nulla hanno a che fare con le questioni concrete che interessano i nostri concittadini» scrive Carmine Doronzo, già Capogruppo di Coalizione Civica Barletta prima dello scioglimento della massima assise cittadina, che traccia la sua riflessione in vista delle prossime elezioni comunali.

«La politica locale somiglia ormai ad un mercato dove la coerenza è merce rara e tutti fanno accordi con tutti pur di accaparrarsi una poltrona. La nostra città ha bisogno di ambizioni e di una visione strategica della quale proverò a citare alcuni punti, nella speranza di svegliare un dibattito ormai anestetizzato dallo squallore dei fatti di cronaca che riguardano Barletta e alcuni suoi concittadini.

Uno su tutti: il LAVORO. Mettere al centro il lavoro significa declinare al futuro la visione globale che vogliamo dare alla città. Ripensare le zone artigianale e industriale, assicurare sicurezza e servizi a chi ci vive e ci lavora, bonificare le aree dannose per la salute, dovranno essere azioni da porre in cima alla prossima agenda amministrativa.

Prioritario è un piano dei lavori pubblici partecipato che consenta ai cittadini di fornire suggerimenti per ridurre fenomeni odiosi quali strade dissestate e cantieri aperti e mai conclusi. Il turismo deve essere una risorsa diversa dal "mordi e fuggi", con un indotto attivo 365 giorni all'anno che favorisca maggiore stabilità occupazionale. Il Comune in questo deve essere un partner nel processo di crescita e non una zavorra.

L'agricoltura necessita di interventi per la sicurezza nei campi e politiche mirate a posizionare i nostri prodotti sui mercati nazionali ed internazionali. Il commercio rappresenta non solo una vetrina ma anche una sentinella per la città, per questo va costituito un tavolo permanente con i suoi operatori.

La cultura può creare lavoro se la si intende come sistema pubblico alimentato dai professionisti del settore, capace di fare rete e creare valore economico e sociale. I nostri monumenti, la Disfida, Canne, Montaltino, Ariscianne, lo straordinario patrimonio umano rappresentato dai lavoratori dello spettacolo, sono semi da innaffiare ogni giorno: in assenza della giusta cura si inaridisce il progresso civile di un'intera comunità.

L'ambiente rappresenta il termometro del coraggio nelle decisioni pubbliche. Difenderlo significa curare la vita e la salute pubblica. Bisogna proteggere gli alberi e attuare il grande progetto della "cintura verde" tra la città e il mare, ridurre il traffico e favorire una mobilità sostenibile che si snodi dal centro fino ad una pista ciclabile che unisca le vicine città costiere; impedire l'incenerimento dei rifiuti e opporsi all'ampliamento della discarica di San Procopio; attuare il piano delle coste nel rispetto della dividente demaniale, tutelare la fauna costiera, ripopolare i fondali per tornare a godere del nostro oro blu. Questi interventi creerebbero centinaia di nuovi occupati nei "green jobs".

Anche il "welfare" merita azioni specifiche, essendo un mondo fatto di professionalità ma anche di una precarietà che va contrastata per favorire lavori stabili nella cura delle persone con disabilità, anziani, minori, donne vittime di violenza e indigenti a cui bisogna assicurare assistenza ma anche concrete opportunità di riscatto lavorativo.

Altro tema è quello della LEGALITÀ per il quale non servono più proclami ma interventi concreti di contrasto alla criminalità e programmi di sostegno alle nuove generazioni. Moltiplicare i momenti educativi, i luoghi di sana aggregazione, e offrire lavori veri e retribuiti. Soltanto in questo modo i giovani potranno esercitare i propri diritti e doveri, rifuggendo da scorciatoie al tempo stesso luccicanti e sdrucciolevoli.
Va messo in pratica l'appello delle associazioni a cercare il "bello", il "buono" e il "giusto" a seguito dei drammatici eventi degli scorsi mesi.

L'ultimo tema riguarda i fondi europei del cosiddetto PNRR. Le manovre politiche cittadine di queste settimane, le "grandi ammucchiate", vedono sullo sfondo il tentativo di considerare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come una gallina dalle uova d'oro. Penso, invece, che quelle risorse debbano essere gestite in modo trasparente per la rigenerazione delle periferie, la digitalizzazione della PA e delle imprese, l'efficienza dei servizi socio sanitari, l'abbattimento delle barriere architettoniche, l'efficienza energetica, la migliore gestione dei rifiuti passando per la tariffazione puntuale, la creazione di nuovi spazi scolastici e per le attività del volontariato, la sistemazione degli impianti sportivi che oggi versano in stato di abbandono.

Esiste un solo modo per dotare la città di ingenti risorse economiche per il futuro: unire visione politica, velocità, condivisione e giuste competenze. Caratteristiche assenti nelle ultime amministrazioni, schiacciate dai veti incrociati di decine di liste e dall'assenza di un chiaro orientamento politico.

In vista delle elezioni comunali, la scelta da fare è tra le scorciatoie luccicanti e sdrucciolevoli della politica-mercato, e un percorso alternativo, marcatamente progressista, che rifiuti i trasformismi e metta al centro i programmi. Solo unendo cittadini, associazioni e partiti intorno a un "patto per la città futura" potrà nascere una guida credibile, autorevole e duratura per gli anni a venire» conclude Doronzo.
  • Carmine Doronzo
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