Cronaca
Crollo di via Roma a Barletta, Cassazione conferma cinque condanne
Diversi i reati prescritti. Nel crollo morirono cinque donne
Barletta - martedì 3 marzo 2020
20.26
La Corte di Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di lesioni colpose per 6 dei 7 imputati che furono condannati (anche per altri reati) dalla Corte d'Appello di Bari nel processo sul crollo della palazzina di Via Roma che il 3 ottobre 2011 provocò 5 morti ed 11 feriti.
Ridotta, perciò, la pena di 3 mesi di reclusione per i fratelli Salvatore ed Andrea Chiarulli, rispettivamente titolare e dipendente dell'impresa che eseguì i lavori nell'area attigua alla palazzina crollata; per Cosimo Giannini, amministratore dell'omonima Srl proprietaria del relativo suolo; e per il geometra Vincenzo Zagaria. Riduzione di 6 mesi per l'architetto Giovanni Paparella, direttore dei lavori ritenuti causa del crollo.
La Suprema Corte ha disposto un nuovo processo d'appello per l'altro fratello Chiarulli, Giovanni, anch'egli dipendente di Salvatore. Nei suoi confronti la sentenza di secondo grado è stata annullata con rinvio relativamente alle contestazioni di delitti colposi di danno ed omicidio colposo. Ulteriore processo d'appello anche per Zagaria e Paparella ma solo per la rideterminazione della pena residua. E' stato, invece, dichiarato inammissibile il ricorso di Giovanni Andriolo, vigile urbano addetto alla polizia edilizia del Comune di Barletta.
Nei confronti dell'ingegnere comunale Rosario Palmitessa sono stati dichiarati prescritti anche i reati di omicidio colposo e rifiuto di atti d'ufficio, con relativa decurtazione di 2 anni di reclusione. Pure per lui è stato disposto un nuovo giudizio d'appello per "la concedibilità dei benefici di legge".
La sentenza della Corte d'Appello di Bari assolse altri 6 imputati che erano stati condannati dal Tribunale di Trani e confermò la sanzione di 480mila euro inflitta in primo grado alla Srl Giannini quale persona giuridica. Gli altri 8 imputati (su cui si è pronunciata la Cassazione) furono condannati in secondo grado a pene oscillanti tra 1 anno e 4 mesi e 4 anni e 5 mesi di reclusione. Ora la sentenza di terzo grado, che, tuttavia, prevede un'appendice davanti ad altra sezione della Corte d'Appello barese per 4 imputati. Il crollo causò il decesso delle operaie Matilde Doronzo (32 anni); Giovanna Sardaro (30), Antonella Zaza (36), Tina Cenci (37) e di Maria Cinquepalmi, figlia 14enne del titolare della ditta di confezioni.
Ridotta, perciò, la pena di 3 mesi di reclusione per i fratelli Salvatore ed Andrea Chiarulli, rispettivamente titolare e dipendente dell'impresa che eseguì i lavori nell'area attigua alla palazzina crollata; per Cosimo Giannini, amministratore dell'omonima Srl proprietaria del relativo suolo; e per il geometra Vincenzo Zagaria. Riduzione di 6 mesi per l'architetto Giovanni Paparella, direttore dei lavori ritenuti causa del crollo.
La Suprema Corte ha disposto un nuovo processo d'appello per l'altro fratello Chiarulli, Giovanni, anch'egli dipendente di Salvatore. Nei suoi confronti la sentenza di secondo grado è stata annullata con rinvio relativamente alle contestazioni di delitti colposi di danno ed omicidio colposo. Ulteriore processo d'appello anche per Zagaria e Paparella ma solo per la rideterminazione della pena residua. E' stato, invece, dichiarato inammissibile il ricorso di Giovanni Andriolo, vigile urbano addetto alla polizia edilizia del Comune di Barletta.
Nei confronti dell'ingegnere comunale Rosario Palmitessa sono stati dichiarati prescritti anche i reati di omicidio colposo e rifiuto di atti d'ufficio, con relativa decurtazione di 2 anni di reclusione. Pure per lui è stato disposto un nuovo giudizio d'appello per "la concedibilità dei benefici di legge".
La sentenza della Corte d'Appello di Bari assolse altri 6 imputati che erano stati condannati dal Tribunale di Trani e confermò la sanzione di 480mila euro inflitta in primo grado alla Srl Giannini quale persona giuridica. Gli altri 8 imputati (su cui si è pronunciata la Cassazione) furono condannati in secondo grado a pene oscillanti tra 1 anno e 4 mesi e 4 anni e 5 mesi di reclusione. Ora la sentenza di terzo grado, che, tuttavia, prevede un'appendice davanti ad altra sezione della Corte d'Appello barese per 4 imputati. Il crollo causò il decesso delle operaie Matilde Doronzo (32 anni); Giovanna Sardaro (30), Antonella Zaza (36), Tina Cenci (37) e di Maria Cinquepalmi, figlia 14enne del titolare della ditta di confezioni.