Giornata del ricordo
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Celebrazioni per il "Giorno del ricordo"

Al liceo "Casardi" una riflessione sulla tragedia delle foibe

«I giovani facciano loro questa tragedia per far si che simili disgrazie non si ripetano mai più». Negli occhi il ricordo di un dolore mai sopito, nelle parole la speranza che drammi come quello delle foibe non si verifichino mai più. La testimonianza dell'esule istriano Giuseppe Dicuonzo Sansa ai ragazzi del liceo classico "Casardi" di Barletta racchiude il senso più profondo del "Giorno del ricordo" delle foibe e dell'esodo istriano. Una giornata, quella del 10 febbraio, che a Barletta assume un valore particolare. La città della Disfida, infatti, fu sede di uno dei 109 campi profughi allestiti in tutta Italia per accogliere gli esuli in fuga da quelle terre (Istria e Dalmazia) che al termine del secondo conflitto mondiale entrarono a far parte della Jugoslavia di Tito. «I profughi - spiega il direttore degli archivi di Stato di Bari, Barletta e Trani Michele Grimaldi - furono accolti nei locali delle caserme "Stennio" e "Fieramosca". Ne arrivarono oltre 600 e rimasero per quasi cinque anni». Oltre ad essere stata sede per i rifugiati, Barletta conta 20 vittime delle foibe, «la città - afferma il sindaco Cosimo Cannito - li ricorda rinnovandone la memoria negli anni».

Antonucci Francesco, Ardito Giovanni, Capolongo Francesco Paolo, Cortellino Angelo, Delvecchio Antonio, Delvecchio Francesco, Donvito Angelo, Gaeta Vitantonio, Gargano Sabino, Giannini Francesco, Giuliano Gennaro, Goffredo Giovanni, Lionetti Vincenzo, Marzocca Ruggiero, Paolicelli Michele, Rendina Luigi, Sciominio Francesco, Scommegna Francesco, Sfregola Cosimo Damiano e Surdi Giovanni. Questi i nomi dei barlettani che hanno perso la vita nell'ex Jugoslavia, «nelle iniziative dell'amministrazione comunale di concerto con la dirigente del liceo "Casardi" - spiega la consigliera comunale di Fratelli d'Italia, Stella Mele - c'è la volontà di squarciare il velo che a lungo ha celato questo dramma. Barletta ha svolto un ruolo importante nell'accoglienza degli esuli e i nostri ragazzi devono prendere coscienza di quanto avvenuto. I crimini contro l'umanità vanno ricordati senza inutili e futili furori ideologici».

«Questi eventi - aggiunge la dirigente del liceo "Casardi", Serafina Ardito - sono di fondamentale importanza per rafforzare la conoscenza dei nostri ragazzi. Di concerto con l'amministrazione comunale non abbiamo esitato nel promuoverla coinvolgendo una grande rappresentanza della nostra scuola».
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