Barletta Andria Trani
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Attualità

Barletta Provincia nel confronto "Il Graffio"

Prima parte della nota a firma della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia

In seguito alla registrazione della trasmissione "Il Graffio" condotta da Enzo Magistà nella sera del 3 ottobre 2022 nella cornice del Teatro Curci di Barletta, con argomento di discussione la Provincia di Barletta-Andria-Trani, riceviamo e pubblichiamo la prima parte di una corposa nota a firma di Domenico Vischi; Savino Dibenedetto; Giuseppe Delluniversità; William Antonucci; Pasquale Nasca; Cosimo Damiano Cervello, componenti della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia.

«Nei giorni immediatamente precedenti le riprese della trasmissione "Il Graffio", erano in pochissimi – almeno a Barletta – a sapere che dalle ore 18,00 del 03-10-2022 le telecamere di Telenorba sarebbero state in trasferta qui a Barletta, nel nostro "Teatro Curci". Col passaparola si era saputo che la nota trasmissione di Enzo Magistà avrebbe allestito qui un dibattito sul futuro della Provincia di Barletta-Andria-Trani.

Il titolo dell'evento – riportato nella locandina girata confidenzialmente sul web – era "Bat, la Sesta non fa la siesta". Locandina che annunciava – oltre alla presenza, a fianco del conduttore Magistà, del giornalista della TV "La7" Antonello Piroso – l'intervento dei seguenti "ospiti":
  • il Sindaco di Barletta, Cosimo Damiano Cannito;
  • il Sindaco di Andria, Giovanna Bruno;
  • il Sindaco di Trani, Amedeo Bottaro;
  • il Presidente di Confindustria Bari e Barletta-Andria-Trani, Sergio Fontana;
  • l'imprenditore agricolo Onofrio Spagnoletti Zeuli.
La locandina riportava altresì che erano "previsti interventi dal pubblico".

Poichè in coda alla trasmissione, dopo gli interventi programmati, non si è data la parola al pubblico, ciò costringe oggi noi della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia a riportare per iscritto quanto avremmo voluto dire in trasmissione, se ci fosse stata data la parola; e nel contempo ci offre la possibilità di ampliare ulteriormente le nostre argomentazioni.

Non ci occuperemo dell'intera trasmissione, ma delle tappe (e delle dichiarazioni) dal nostro punto di vista "più significative" (in senso negativo per Barletta).

Il metodo che ci appare più efficace è quello di "riportare testualmente la sbobinatura" di parti (ampi stralci) di dichiarazioni fatte, e sùbito dopo riportare il pensiero in merito della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia. Invitiamo pertanto i lettori barlettani a godersi questa sorta di "requisitoria".

L'incipit della trasmissione appartiene al moderatore Magistà. Eccone uno stralcio.
Enzo Magistà domanda:
«Quando si combatteva in questo territorio perché nascesse quella che poi è diventata la Sesta Provincia Pugliese, io ricordo benissimo che tutti ci chiedevamo: "Ma a che cosa serve un'altra provincia in Puglia; non ne bastano cinque?" La Puglia è già così divisa, frastagliata. Sì certo, è una Regione lunga, e forse ha bisogno di localizzare meglio il proprio territorio. Però una Sesta Provincia… ma serve? E poi, perché tante guerre, tante lotte, tante… Molti di voi li hanno vissuti quei momenti, e quindi sanno bene a cosa ci riferiamo. Poi son passati gli anni, è passato il tempo, e questa provincia, fra varie… molte difficoltà, fra tante difficoltà ha cominciato a mostrarsi ecco… nella sua… intanto nella sua completezza, e poi nella sua importanza.
Ora, vogliamo capire stasera: "C'è dinamicità?" […]».

A tali asserzioni di Magistà, noi della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia replichiamo come segue.

Per prima cosa, "Quando si combatteva...", eravamo SOLO noi BARLETTANI a combattere perchè nascesse la Sesta Provincia Pugliese. Dalle altre città – come Andria, Trani, Bari – si è sempre "combattuto" semmai alla maniera dei bravi di Don Rodrigo: "Questa Provincia di Barletta non s'ha da fare né domani né mai!". Per seconda cosa, teniamo a confermare all'esimio Magistà che la Sesta Provincia in Puglia serve e servirà per sempre. Capiamo che egli è più "Bari-centrico" (e che magari tutto gravitasse intorno al capoluogo regionale), ma Bari, nonostante abbia il mare, non è né mai sarà (per l'eternità) una piccola Parigi (si perdoni l'ironia). Tutti quelli che si chiedevano ipocritamente "a che serve la Sesta Provincia" erano o Baresi, o Andriesi, o Tranesi (e loro sodali)... o qualunquisti (tipo quelli che vogliono tagliare i Parlamentari, ma non gli stipendi dei medesimi...). Per terza cosa, non possiamo non incalzare l'esimio Magistà, dicendogli che lui lo sa perfettamente "perchè tante guerre, tante lotte...". Se qualcuno "ti ruba" il portafoglio e tu te lo riprendi, sei forse anche tu un ladro!!?? Non hai forse il diritto di lottare per ottenere ciò che è tuo, e che altri indebitamente ti hanno sottratto?

Non si può dare la colpa all'aggredito della lotta cagionata/voluta dall'aggressore. Il caso Ucraina docet. Ergo, se Andria, Trani e Bari smettono di osteggiare la realizzazione della "Provincia di Barletta con Capoluogo unico Barletta, tutti gli uffici a Barletta, e nessun ufficio fuori di Barletta", finisce la lotta. Se viceversa i Barlettani smettessero di lottare per difendere "Barletta Provincia" (arrendendosi alle prepotenze di Andria, Trani e Bari) finirebbe Barletta.

Rileva inoltre l'intervento del giornalista Antonello Piroso, dell'emittente TV "La7". Piroso, dopo una breve premessa, mostra sul maxi schermo (in fondo al palco) la proiezione di vari titoli di giornale da lui ripescati sul web, commentandoli. Di detti titoli noi della Base del Comitato ne abbiamo selezionati tre.

Di seguito, uno stralcio della "breve premessa" fatta da Antonello Piroso:
«Io sto arrivando da Roma, tra l'altro, dove mi sono divertito, prima di partire, a chiedere a bruciapelo a una serie di persone che secondo me dovrebbero essere informate dei fatti – anche perchè magari in qualche caso colleghi più autorevoli di me (ci vuole poco...!) – e ho detto: "Devo andare a Barletta per parlare della BAT". Attimo di sconcerto, perchè la BAT... Mi dice: "La BAT??". E dico: "Sì, Barletta, Andria e Trani... Mai sentita?? La Sesta Provincia Pugliese...". Buio assoluto!! Se, probabilmente, avessi fatto la domanda sulle province calabresi, molti non sanno che oltre Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, in Calabria ci sono altre province».

All'insigne Antonello Piroso per prima cosa riveliamo che l'obbrobrioso acronimo "Bat", comunque venga scritto, semplicemente NON esiste! Più e più volte noi della Base del Comitato abbiamo ripetuto, anche sulla stampa, questo concetto: ex plurimis, gli articoli su BarlettaViva del 23-11-2016 e del 03-12-2016, "L'abominevole acronimo che repellevi", e "Contro l'abominevole acronimo Bat fu la gran vittoria". Avrebbe avuto miglior fortuna coi propri colleghi l'insigne Piroso, se avesse detto: "Devo andare a Barletta, in Provincia di Barletta".

Lo sconcerto dei suoi colleghi è dovuto alla bizzarria della "denominazione" data alla nostra provincia (Barletta-Andria-Trani). L'inconsapevolezza dei medesimi è generata dall'uso abusivo – benchè ossessivamente adoperato in funzione anti-barlettana, e di ridicolizzazione – dell'abominevole acronimo Bat. Nel web è facilmente rinvenibile il "Decreto del Presidente della Repubblica n. 133 del 15-02-2006", che stabilisce in "BT" la sigla provinciale della nostra provincia.

Teniamo ad informare Piroso che la sigla "BT" significa "Barletta" (e basta!). È stata composta in linea col criterio generale in base al quale dal lontano 1927 vengono costituite le sigle provinciali.

Le "sigle provinciali" – per come le conosciamo oggi, e che prima del 1927 non esistevano – sono state introdotte nell'Ordinamento italiano col Regio Decreto Legge n. 314 del 13-03-1927, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19-03-1927, convertito con modificazioni dalla Legge n. 2730 del 29-12-1927, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 03-02-1928.

Ogni sigla provinciale è definita dal RDL 314/1927 "Contrassegno (di individuazione) della Provincia", in quanto trattasi non di un banale acronimo qualunque, ma di un "contrassegno", ossia di un "segno distintivo/identitario".

Il criterio di "fabbricazione" della sigla provinciale – e per "BT" di Barletta è stato pienamente rispettato dal DPR 133/2006 – è il seguente. Si possono/debbono tassativamente utilizzare:
  • LETTERE del nostro alfabeto; non "numeri", o altri caratteri speciali;
  • DUE Lettere; e solo DUE, non una, tre, quattro... n lettere...
Il binomio di due lettere deve essere non solo un "contrassegno" della provincia, ma anche della relativa Città Capoluogo. Pertanto la PRIMA delle due lettere coincide (ogni volta che è materialmente possibile) con la prima lettera del nome della Città Capoluogo della provincia. Le sole eccezioni (legittime) si verificano in La Spezia, L'Aquila, e Crotone, le cui sigle provinciali nei primi due casi (SP, AQ) fanno riferimento ai vecchi nomi di dette città (Spezia, e Aquila), e nel terzo caso (KR) si prende spunto dall'antico nome greco Kroton, per ovviare all'inconveniente dell'assenza di combinazioni alternative valide. In tale logica, la SECONDA delle due lettere va presa da una qualsiasi delle altre lettere del nome della Città Capoluogo della provincia. Ciò con l'ovvia premessa di non generare doppioni con le altre sigle provinciali esistenti.

Che la sigla provinciale debba rappresentare "la Città Capoluogo della Provincia" lo si evince dalla "tabella" allegata al RDL 314/1927. E dalla medesima "tabella" si evince anche – se ancora non si fosse capito! – che per il Legislatore storico ad ogni Provincia corrisponde una ed una sola Città Capoluogo. E senza eccezioni per nessuno!! Tale "tabella" è un elenco delle Città Capoluogo delle rispettive province, ed a fianco di ogni città vi è la sigla provinciale ad essa assegnata dal RDL. Tre casi emblematici: Massa – MS; Pesaro – PS; Taranto – TA.

Cominciamo dalla nostra Puglia. La provincia di Taranto fu istituita nel 1923, con denominazione "Provincia dello Jonio"; ed ebbe denominazione ufficiale "Provincia dello Jonio" ininterrottamente dal 1923 al 1951. Dunque, se la sigla provinciale rappresenterebbe (come alcuni si illudono!) la "denominazione" della provincia, perchè alla "Provincia dello Jonio" non hanno assegnato la sigla "JO"?? Vi è un'unica spiegazione: hanno scelto "TA" (e non "JO") perchè nelle intenzioni del legislatore storico, la sigla provinciale deve rappresentare la Città Capoluogo della Provincia.

Gli altri due casi citati (Massa – MS; e Pesaro – PS) danno altresì la prova che per il Legislatore storico "ad UNA Provincia corrisponde UN SOLO Comune Capoluogo della medesima". Infatti, prima, durante ed anche dopo il 1927, quelle due province avevano come "denominazione" ufficiale rispettivamente "Provincia di Massa-Carrara", e "Provincia di Pesaro e Urbino".

La "tabella" tuttavia non dice "Massa-Carrara – MS"; dice testualmente "Massa – MS". E con ciò "scarta deliberatamente la denominazione della provincia", per utilizzare il solo "Capoluogo della Provincia". Parimenti, la "tabella" non dice "Pesaro e Urbino – PS"; dice testualmente "Pesaro – PS". E con ciò, ancora una volta "scarta deliberatamente la denominazione della provincia", per utilizzare il solo "Capoluogo della Provincia". E tanto con l'ulteriore conseguenza (logica e legale) che Urbino NON è ritenuta affatto dal Legislatore storico un Capoluogo di Provincia. Se fosse stata ritenuta tale infatti, Urbino sarebbe stata messa in detta "tabella" a fianco di Pesaro, poiché, come ridetto più volte, quella "tabella" includeva TUTTE e SOLO le Città Capoluogo delle rispettive Province. Se il legislatore storico non la mette "nell'elenco dei Capoluoghi", significa che Urbino NON è Città Capoluogo.

Purtroppo, negli anni recenti, nella composizione delle ultime sigle provinciali si è fatto scempio dei criteri stringenti dettati dal RDL 314/1927: sigle quali FC, PU, OT, OG, SU... hanno fatto da cornice a provvedimenti normativi che hanno dato la stura al più becero campanilismo spartitorio...!!

Rileggendo questo papiro, viene da dire simpaticamente: quanto è costata a Piroso quella infelice uscita sulla (impropriamente detta) "Bat"...! In ogni caso, suggeriamo caldamente all'insigne Piroso che da oggi in poi, nel riferirsi al nostro territorio, lo chiami "Provincia di Barletta": lo capiranno tutti!

Dopo la sua "breve premessa", Antonello Piroso prosegue nel suo intervento proponendo all'uditorio una serie di titoli di giornale presentati sul maxi schermo, e dallo stesso giornalista commentati in modo conciso. Fra detti articoli, noi della Base del Comitato ne proponiamo/commentiamo tre.

Il primo articolo è stato pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, datato 20-09-2012, a firma di Tonio Tondo, ed intitolato: «Province da tagliare – e Monti sbottò: "Mai più pasticci come la Bat" – Quattro mesi per la rivoluzione». Il secondo articolo è stato pubblicato dal giornale "BARITODAY", datato 25-10-2012, a firma de "la Redazione", ed intitolato: «Riordino Province: Bat con Foggia, ma l'idea non piace ai cittadini». Il terzo articolo è stato pubblicato dal giornale "BATmagazine.it", datato 01-09-2022, a firma de "la Redazione", ed intitolato: «Barletta unico Capoluogo della Bat: la richiesta del Comitato "Barletta Provincia". Montaruli: "Prendetevi tutto"».

In merito ai succitati titoli proposti da Antonello Piroso, noi della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia non possiamo esimerci dal palesare le considerazioni che seguono.

Primo articolo. Gazzetta del Mezzogiorno, del 20-09-2012, di Tonio Tondo:
«Province da tagliare – e Monti sbottò: "Mai più pasticci come la Bat" – Quattro mesi per la rivoluzione».

Come considerazione preliminare – leggendo attentamente il testo, come forse avrebbe dovuto fare Piroso con più zelo – va detto che la frase "Mai più pasticci come la Bat" non è stata pronunciata dall'allora Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, ma dal suo Ministro con delega per la Pubblica Amministrazione, ossia Filippo Patroni Griffi (l'opinione del quale riteniamo che non sia immune dalla "fascinazione barese"). Monti avrà pure detto di più e di peggio "inter nos", ma quella frase virgolettata nel titolo è di Patroni Griffi.

Inoltre, rileva il pensiero espresso dallo stesso Patroni Griffi, in merito alle motivazioni per cui – a suo dire – la Provincia di Barletta-Andria-Trani per come pro tempore forgiata, sarebbe un "pasticcio" da mai più ripetere. Considerazioni che sarebbero pienamente condivisibili, se lo stesso Patroni Griffi non ne facesse derivare una conseguenza obbrobriosa: l'accorpamento delle province; e nel nostro caso, l'accorpamento della nostra Provincia di Barletta-Andria-Trani con la Provincia di Foggia; "corpaccione" che vedrebbe quale "capoluogo unico" la città di Foggia, in quanto "Comune più popoloso".

Riportiamo testualmente uno stralcio del pezzo a firma Tonio Tondo, che riferisce le considerazioni di Patroni Griffi: «"Mai più pasticci come la Bat". Così la sesta provincia pugliese con tre co-capoluoghi (Barletta-Andria-Trani) è entrata con prepotenza nel dibattito del governo Monti sugli sprechi e le inefficienze da eliminare senza indugi. La frase è del ministro Filippo Patroni Griffi ed è stata pronunciata a sostegno della decisione di assegnare le funzioni di capoluogo alla città con più abitanti. "Niente più trattative tra campanili – ha sottolineato il ministro per la pubblica amministrazione –, niente più spartizioni con uffici sparsi in più comuni"».

L'articolista Tonio Tondo, in merito alle considerazioni di Patroni Griffi sulla compulsa spartitoria avutasi nella nostra provincia, aggiunge: «L'opposto di quanto è avvenuto nei tre centri che oltre a stabilire a tavolino la dislocazione di 17 settori amministrativi del nuovo ente, divisi in modo più o meno equo come simbolo di "autodeterminazione", hanno pianificato anche gli uffici dello Stato, prefetture, questure e uffici giudiziari».

Il giornalista Tondo riporta poi una confidenza di Patroni Griffi: «Sono rimasto sbalordito nell'apprendere come è nata la Bat e come i gruppi dirigenti di tre città di prestigio come Barletta, Andria e Trani hanno raggiunto i compromessi politici. Tre capoluoghi di provincia è veramente una pazzia, non solo istituzionale. Per questo abbiamo stabilito nella legge che spetta alla città con più abitanti il ruolo di capoluogo».

La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia commenta questa frase di Patroni Griffi dicendo che è senza dubbio una "pazzia" il "Mostro a tre teste" (alias "Cerbero", alias "Triangolo delle Bermude", alias "Capoluogo uno e trino"…); e noi Barlettani lo abbiamo sempre dichiarato ai quattro venti. Tanto è vero che siamo coloro che maggiormente soffiano vento per ingrossare le vele del Ricorso al Consiglio di Stato n. 4636/2017 presentato dal Comune di Barletta; Ricorso che vedrà dichiarare l'incostituzionalità – dalla Consulta, una volta investita incidentalmente dal CdS con Ordinanza di Rimessione – di quella parte della Legge 148/2004 che prevede "il Capoluogo uno e trino, e la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto provinciale". Ricorso che lascerà come UNICO capoluogo della provincia Barletta! Ricorso che farà quindi cessare quella "pazzia" del Mostro a tre teste.

Tuttavia – aggiungiamo noi della Base del Comitato – il disegno di riordino amministrativo prospettato da Patroni Griffi finirebbe per farci cadere dalla padella nella brace! È la concreta dimostrazione di come non sia del tutto peregrino il pensiero espresso in modalità populista, secondo il quale la classe politica e tecnocratica italiana non sia all'altezza della Nazione che pretende di governare.

È infatti una "pazzia al cubo" l'accorpamento di più province (noi con Foggia, nello specifico), e la scelta del capoluogo in base al maggior numero di abitanti. La scelta storicamente e costituzionalmente più appropriata – anzi, l'unica avente il crisma della legittimità – è quella che riconosce che "il Capoluogo di una Provincia è quel Comune che ha assunto per primo l'iniziativa legislativa dell'Istituzione di quella Provincia, ed ha raccolto su di sé le delibere Comunali e Regionali, ex Articolo 133 della Costituzione".
L'unica (e legittima) evoluzione della nostra provincia è divenire finalmente ciò che sin dagli albori avrebbe dovuto essere, ovvero la "Provincia di Barletta con Capoluogo (unico) Barletta, tutti gli uffici a Barletta, e nessun ufficio fuori di Barletta".

E con ciò, relegare tutti gli altri Comuni – ben compresi Andria e Trani – al mero status di Comuni "gregari" della Provincia di Barletta.

Il giornalista Tondo conclude il suo pezzo con una frase sagace (e decisamente condivisibile): «Lo hanno chiamato "policentrismo funzionale". Metafora sociologica della serie: un ufficio pubblico non si nega a nessuno».

Secondo articolo. BARITODAY, del 25-10-2012, de "la Redazione":
«Riordino Province: Bat con Foggia, ma l'idea non piace ai cittadini».

Noi della Base del Comitato replichiamo come segue. Il giornalista di "La7" Antonello Piroso è stato piuttosto "frettoloso" nel selezionare i titoli da proporre al dibattito. Oltre a rivangare pezzi ormai catalogabili nella "preistoria" della provincia – ma per l'articolo tratto dall'intervista del 2012 a Patroni Griffi ci poteva anche stare! – ha ecceduto nel dare spazio a dei commentatori davvero poco rappresentativi della nostra realtà locale… Noi della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia ci limitiamo a replicare dicendo che la nostra provincia – e la Città di Barletta in particolare! – non ha, né ha mai avuto, nulla a che spartire con Bari, e meno che mai con Foggia. Fortunatamente, la "fusione nucleare a freddo" della Provincia di Barletta-Andria-Trani con quella di Foggia (e conseguente asservimento a Foggia Capoluogo!) non è avvenuta, perché era una "pazzia al cubo"! E conseguentemente non è stato necessario per i cittadini della Provincia di BT scegliere se suicidarsi "tagliandosi le vene con Bari", oppure "ingoiando cianuro con Foggia".

Terzo articolo. BATmagazine.it, del 01-09-2022, de "la Redazione":
«Barletta unico Capoluogo della Bat: la richiesta del Comitato "Barletta Provincia". Montaruli: "Prendetevi tutto"».

Riguardo a questo pezzo, noi della Base del Comitato non possiamo che limitarci a rilevare il non essere ferrati rispetto all'argomento "Provincia di BT", dei soggetti che di detto pezzo sono protagonisti. Per il resto, ci rimettiamo alle corpose argomentazioni storiche, giuridiche, e logiche che abbiamo già esposto nella presente nota.

Aggiungiamo tuttavia una considerazione di carattere giuridico, allo scopo di disilludere quanti (come i soggetti individuati nel pezzo in commento) pensino che "si può uscire dalla Provincia di Barletta, e confluire nella città metropolitana di Bari".

Come si suol dire: "Questa casa non è un albergo!"; e neppure questa Provincia di BT è un B&B... Ergo, non si può entrare ed uscire da una provincia – nello specifico, la Provincia di Barletta (Andria e Trani) – con la stessa disinvoltura con cui si è avventori in un bar, ove se il servizio non ci soddisfa, possiamo pagare il conto, uscire, e mai più farvi ritorno. La Provincia è una "Istituzione", e non un locale aperto al pubblico.

Il motivo "di fatto" per cui determinati soggetti – che forse vedono frustrate le loro aspettative campanilistiche – chiedono di tornare a "casa Bari" (come Lassie) è appunto il veder naufragare il loro progetto di spartizione degli uffici, avendo annusato questi soggetti l'aria di tempesta all'orizzonte, sospinta dal citato Ricorso al CdS n. 4636/2017.

Come reazione, tali soggetti hanno inteso ricattare moralmente Barletta, lasciando intendere che la prossima futura vittoria conseguita nel Ricorso 4636/2017 – e quindi la cancellazione di Andria e Trani dal Capoluogo di Provincia – avrebbe cagionato la migrazione di tali due città verso l'Area metropolitana barese. E tale "svuotamento" della Provincia di Barletta avrebbe giocoforza portato da parte dello Stato alla soppressione della (ormai solo barlettana) provincia residuale.

Noi della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia andiamo molto ma molto volentieri a "vedere" questo bluff. È un "all in" destinato a sicura sconfitta ed eliminazione. È una minaccia di un infante con una pistola ad acqua... È una tigre di carta...

Perchè non c'è da dare credito a queste asserzioni vaneggianti, lanciateci contro come nero di seppia? Semplice: sono antigiuridiche! E molti dei mestatori che vanno seminando tale zizzania lo sanno bene!

Il principio giuridico primario che va preso in considerazione all'atto del cimentarsi nella "modifica di una circoscrizione provinciale" (o contestualmente di più circoscrizioni provinciali) è "il non generare nella nuova e/o nella vecchia circoscrizione provinciale una perdita dei parametri geo-demografici". Quali sono questi parametri geo-demografici?

Il primo parametro è "la continuità territoriale". Significa che nelle province risultanti dalla modifica territoriale – traslando un Comune da una circoscrizione ad un'altra – sia nella provincia di origine, che in quella di nuovo approdo, non si debbono formare "enclavi", "exclavi", "isole amministartive"...

Facendo un esempio che ci riguarda da vicino: se il Comune di Trani volesse (ex Art. 133 comma 1 della Costituzione) abbandonare la Provincia di Barletta per riaccasarsi in Terra di Bari, ciò NON gli sarebbe permesso dallo Stato, ed ogni iter verrebbe ad essere stoppato prima di iniziare. E tale "impedimento a lasciare Barletta" è dato dal fatto che "uscendo Trani" verrebbe ad essere rotta la continuità territoriale del Comune di Bisceglie con la Provincia di Barletta: è questo è illegittimo. Se Bisceglie resta con Barletta, anche Trani è obbligata a restare con Barletta.

Il secondo parametro è "il numero degli abitanti". Significa che ad un Comune è permesso di abbandonare la provincia di attuale collocazione, ed aderire ad un'altra che gli è contermine, SOLO se non fa perdere alla provincia di uscita il numero di 200 mila abitanti. È un numero "puramente indicativo e non tassativo" quello degli abitanti (200 mila "di norma"); ma per persuadere il legislatore nazionale ad assecondare con Legge ad hoc una traslazione di un Comune da una circoscrizione provinciale ad un'altra, occorrono motivazioni in fatto ed in diritto ben più solide del "campanilismo frustrato"...

Inoltre, da qualche anno si sono affacciati – sempre in linea puramente tendenziale – altri parametri geo-demografici, da possedere contestualmente, per una circoscrizione provinciale: minimo 350 mila abitanti; e minimo 2.500 Kmq di superficie. Per le province esistenti e "come esistenti", nulla questio. Ma per future modificazioni delle circoscrizioni provinciali, non è affatto detto che il Legislatore nazionale chiamato a decidere, non voglia avvalersene.

Poniamo ad esempio che Andria – come ripicca verso Barletta, per la perdita da parte dei murgiani dello status di Capoluogo – voglia confluire nella città metropolitana di Bari (nel tentativo di propiziare la soppressione della Provincia di Barletta). Quella velleitaria iniziativa andriese dovrebbe scontrarsi con la (più che motivata) reticenza del Legislatore nazionale. Lo Stato troverebbe infatti bizzarro che un Comune di quasi 100 mila abitanti voglia tornare nella circoscrizione barese (dalla quale era uscito appena il 2004!), per motivi risibili in fatto, ed illegittimi in diritto.

L'attuale Provincia di BT conta infatti 390 mila abitanti; sottratti i quasi 100 mila di Andria passerebbe a 290 mila abitanti. E ciò incrementando la tutt'ora amplissima in territorio, ed affollatissima di Comuni "città metropolitana barese", che ad oggi supera già il milione di abitanti.

E questo "insensato travaso dal meno al più" a motivo di che cosa!!?? Perchè bisogna far pagare a Barletta l'offesa del guanto (niente più capoluogo e niente più uffici ad Andria)?? Cosa potrebbe dire Andria allo Stato per convincerlo ad assecondare questo insensato disegno autolesionistico? Che il Comune di Andria verrà accolto in trionfo dai baresi? Che Bari si priverà "dei suoi propri uffici" – "la sua" Questura, "la sua" Sede Legale Provinciale, "il suo" INPS, "la sua" Prefettura-UTG, "il suo" Ospedale di II Livello, "la sua" Università... – per "regalarle" ad Andria come omaggio per il suo ritorno da figliuol prodigo??

Se i rappresentanti politici di Andria si presentassero a Bari dicendo "Vogliamo fare con voi la Provincia di Bari-Andria (sigla provinciale AB)", che risposta ne riceverebbero dai baresi? E quale sarebbe la reazione dello Stato centrale a tali farneticazioni?

E se dunque Andria sarebbe comunque condannata ad essere a vita Comune "gregario" sotto Bari, che è distante 60 Km da Andria, perchè dunque gli andriesi non si rassegnano ad essere di buon grado, e a vita, Comune "gregario" sotto Barletta, che è a soli 10 Km da Andria? Basta questo a demolire dinanzi allo Stato centrale le farneticazioni campanilistiche andriesi».

FIRMATO: Domenico Vischi; Savino Dibenedetto; Giuseppe Delluniversità; William Antonucci; Pasquale Nasca; Cosimo Damiano Cervello [continua nella seconda parte]
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