Eventi
Al Castello c'è "Exodus", mostra del maestro cubano Michel Mirabal
Presentazione sabato 20 gennaio alle ore 11
Barletta - giovedì 18 gennaio 2024
10.43
La mostra "Exodus" del maestro cubano Michel Mirabal sarà presentata sabato 20 gennaio alle 11 nella saletta conferenze del Castello di Barletta. Alla conferenza stampa di presentazione dell'evento culturale dell'artista cubano di fama mondiale che vedrà esposti quadri, installazioni, video e racconti da domenica 21 gennaio fino al 14 Aprile, interverranno: S.E. Sig.ra Mirta Aurora Granda Averho (Ambasciatrice in Italia della Repubblica di Cuba), Cosimo Cannito (Sindaco della Città di Barletta), Oronzo Cilli (Assessore alla Cultura della Città di Barletta), Riccardo Carbutti (Curatore associato della Mostra). Conclude il maestro Michel Mirabal alla presenza dei curatori associati Quique Martinez e Gustavo Vilarino.
"L'artista cubano Michel Mirabal dispiega un insieme di opere concepite in quanto parti integrali di un sistema maggiore: l'arte e la sua relazione con la vita. In un contesto dove le migrazioni, l'esodo, interessano in modo crescente ogni regione del mondo. Le installazioni di Mirabal traducono un momento cruciale del contesto problematico che vive il suo paese ed il mondo. Riesce ad assorbire esteticamente ciò che ci preoccupa e ci stupisce del nostro scenario locale e globale. I codici gestiti sono riconoscibili in qualsiasi latitudine del pianeta, sebbene enfatizzi i simboli di Cuba, in particolare la sua bandiera. Ci avverte della precarietà delle nostre vite, delle insoddisfazioni materiali e spirituali, insomma di una urgente necessità di aprirci a nuove e numerose possibilità che offre la globalizzazione. Perfino qualcosa di così semplice come lavare ed appendere le lenzuola bianche o l'uso doveroso dei passaporti per spostarci e cambiare contesto. Queste sono alcuni temi ricorrenti che l'artista ci mostra solo in parte, senza pretesa di esplicitare il tutto, perché consapevole della sua inattuabilità", dichiara il curatore Nelson Herrera Ysla.
"Dopo lo strepitoso successo "Museum of the Moon" - la Luna nel castello di Barletta a fine 2019, suggestiva opera realizzata dall'artista multidisciplinare britannico Luke Jerram ospitata nella cornice meravigliosa dei sotterranei del maniero barlettano - abbiamo voluto di intesa con i miei colleghi curatori associati Quique Martinez e Gustavo Vilarino proporre la visione di un'artista concettuale di un fenomeno contemporaneo diventato necessario ed urgente. La declinazione di un tema relativamente a quello che avviene ad ogni ora del giorno e della notte rispetto all'esodo di tanta gente che di fatto racconta nuove "geografie per una didattica del mondo".
La narrativa di Mirabal, raccontata dal curatore Herrera Ysla, sarà una occasione per interiorizzare tutti quei messaggi di questo continuo e costante spostamento umano attraverso il linguaggio universale dell'arte che racconta sempre la verità nella sua naturale limpidezza. Mirabal propone un viaggio che ogni visitatore può intraprendere a modo suo con un punto di vista personale che viene stimolato individualmente a diventare qualcosa di più. È un incontro con la propria intimità e con l'universalità di un mondo che sta perdendo la sua dimensione. Un doppio, triplo sguardo innesca il viaggio nella mostra, guidando il visitatore, accompagnandolo, e allo stesso tempo lasciandolo solo con se stesso, in un viaggio disincantato. È una denuncia poetica una visione lacerante, un'esperienza inquietante. Altro valore aggiunto di questo momento culturale è lo scambio di saperi e visioni internazionali alla luce delle diverse nazionalità dei curatori. In ultimo ma non per ultimo giova rispondere alla domanda se le migrazioni sono davvero un problema" dichiara il curatore associato Riccardo Carbutti.
"L'artista cubano Michel Mirabal dispiega un insieme di opere concepite in quanto parti integrali di un sistema maggiore: l'arte e la sua relazione con la vita. In un contesto dove le migrazioni, l'esodo, interessano in modo crescente ogni regione del mondo. Le installazioni di Mirabal traducono un momento cruciale del contesto problematico che vive il suo paese ed il mondo. Riesce ad assorbire esteticamente ciò che ci preoccupa e ci stupisce del nostro scenario locale e globale. I codici gestiti sono riconoscibili in qualsiasi latitudine del pianeta, sebbene enfatizzi i simboli di Cuba, in particolare la sua bandiera. Ci avverte della precarietà delle nostre vite, delle insoddisfazioni materiali e spirituali, insomma di una urgente necessità di aprirci a nuove e numerose possibilità che offre la globalizzazione. Perfino qualcosa di così semplice come lavare ed appendere le lenzuola bianche o l'uso doveroso dei passaporti per spostarci e cambiare contesto. Queste sono alcuni temi ricorrenti che l'artista ci mostra solo in parte, senza pretesa di esplicitare il tutto, perché consapevole della sua inattuabilità", dichiara il curatore Nelson Herrera Ysla.
"Dopo lo strepitoso successo "Museum of the Moon" - la Luna nel castello di Barletta a fine 2019, suggestiva opera realizzata dall'artista multidisciplinare britannico Luke Jerram ospitata nella cornice meravigliosa dei sotterranei del maniero barlettano - abbiamo voluto di intesa con i miei colleghi curatori associati Quique Martinez e Gustavo Vilarino proporre la visione di un'artista concettuale di un fenomeno contemporaneo diventato necessario ed urgente. La declinazione di un tema relativamente a quello che avviene ad ogni ora del giorno e della notte rispetto all'esodo di tanta gente che di fatto racconta nuove "geografie per una didattica del mondo".
La narrativa di Mirabal, raccontata dal curatore Herrera Ysla, sarà una occasione per interiorizzare tutti quei messaggi di questo continuo e costante spostamento umano attraverso il linguaggio universale dell'arte che racconta sempre la verità nella sua naturale limpidezza. Mirabal propone un viaggio che ogni visitatore può intraprendere a modo suo con un punto di vista personale che viene stimolato individualmente a diventare qualcosa di più. È un incontro con la propria intimità e con l'universalità di un mondo che sta perdendo la sua dimensione. Un doppio, triplo sguardo innesca il viaggio nella mostra, guidando il visitatore, accompagnandolo, e allo stesso tempo lasciandolo solo con se stesso, in un viaggio disincantato. È una denuncia poetica una visione lacerante, un'esperienza inquietante. Altro valore aggiunto di questo momento culturale è lo scambio di saperi e visioni internazionali alla luce delle diverse nazionalità dei curatori. In ultimo ma non per ultimo giova rispondere alla domanda se le migrazioni sono davvero un problema" dichiara il curatore associato Riccardo Carbutti.