Ascoli-Barletta 0-0
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Calcio

Verso Barletta-Ascoli: tra precedenti sfavorevoli e storia dell'avversario

Biancorossi mai vincenti contro il "Picchio", che festeggia al peggio 115 anni di storia

Tra l'ultima volta che Barletta e Ascoli si affrontarono in Puglia- correva il 16 settembre 1990, la sfida valevole per la 2^ giornata del campionato di serie B si chiuse a reti bianche- e la partita che sarà giocata domenica prossima sul prato del "Cosimo Puttilli", l'unica costante è Marco Carrara, centrocampista di quantità e qualità negli anni '80 e '90, in biancorosso nella stagione 1990-91 in serie B e sul prato con la maglia numero 7 in quel giorno di fine estate, oggi allenatore in seconda di Nevio Orlandi nel depresso Barletta di questo avvio di 2014. Al termine della stagione l'Ascoli concluse in quarta posizione conquistando la promozione in serie A, mentre il Barletta finì ultimo con 28 punti avviando la discesa verso la C1 prima e il mondo dilettantistico poi. Domenica si torna in campo, con storie diverse, una serie giù (Lega Pro e non C1) e 24 anni dopo, con un fallimento societario (per l'Ascoli) che incombe sulle spalle e un torneo che per entrambe sembra già finito. Riviviamo i precedenti della sfida tra biancorossi e piceni, scoprendo anche la storia dei prossimi avversari del Barletta Calcio:

I precedenti
In un totale di cinque sfide giocate, i biancorossi hanno dovuto quasi sempre lasciare i 3 punti all'Ascoli. Tre vittorie per i bianconeri e due pareggi: le statistiche recitano questo, vedremo se questa volta le cose andranno meglio per gli uomini di mister Orlandi, ancora alla ricerca della prima vittoria interna in stagione.

Stagione 1966/1967
Il primo incontro risale al 22 gennaio 1967, quando le due compagini si davano battaglia sui campi di Serie C. Niente da fare per il Barletta, che non riuscì ad evitare la sconfitta sia nel match di andata che in quello di ritorno.

Stagione 1990/1991
La sfida si ripropose una manciata di anni dopo in Serie B, quando in un caldo "Puttilli" i padroni di casa non riuscirono ad andare oltre ad uno 0 a 0. Mentre nella partita andata in scena allo Stadio "Cino e Lillo Del Duca", valevole per il turno numero 21 del campionato di serie B 1990/1991, a decidere i giochi in favore dei marchigiani fu una doppietta dell'attaccante brasiliano Walter Casagrande, allora capocannoniere del torneo di serie B con 22 reti.

Stagione 2013/2014
Correva l'8 settembre, 2^ giornata del torneo in corso. Al "Del Duca" terminò 0-0, con il Barletta pericoloso in più occasioni- con anche una traversa colpita da Mantovani- e i padroni di casa che sprecarono al 92' la chance per la vittoria, fallendo un penalty con Capece.

La storia dell'avversario: la caduta del "Picchio"
115 anni festeggiati male

La nascita ufficiale del club piceno è datata 1898, quando il primo novembre ebbe i natali la Candido Augusto Vecchi. Solo 7 anni più tardi, la società prese il nome di Ascoli Vigor, ma la prima partecipazione vera e propria ad un campionato federale si registrò nel 1927, quando i bianconeri si classificarono al primo posto in Terza Divisione.

l punto più basso della storia ascolana si registrò nella stagione 1954-1955, anno in cui il noto mecenate Cino Del Duca entrò in società con l'ambizione di risollevare le sorti del club. Già nel 1958-59 il sodalizio bianconero si ritrovò in serie C. A partire dal 1962, l'Ascoli cambiò casa, disputando le partite interne al "Del Duca". Nel 1971 la squadra, che prese il nome di Ascoli Calcio 1898, con in panchina un giovanissimo Carletto Mazzone salì in serie B.

Dopo appena 2 anni, arrivò il clamoroso salto di categoria in serie A. La permanenza nella massima serie durò però appena una stagione. Nel 1977 arrivò il pronto riscatto con il Campionato dei record. In quella stagione i bianconeri, guidati da mister Renna, collezionarono 61 punti e una nuova promozione. Ma il vero periodo d'oro cominciò con gli anni '80. Il decennio si aprì con il quarto posto in serie A, alle spalle del Milan poi retrocesso per illecito sportivo. L'età dell'oro ascolana si concluse con la conquista della Mitropa Cup nel 1987, ma dietro l'angolo il baratro era sempre a portata di mano.

Fu Nedo Sonetti a riportare in serie A l'Ascoli nel 1990, ma l'Ascoli non riuscì a mantenere la categoria. Nel 1994-95, con la morte del presidente Colautti, si registrò anche la retrocessione in C1. Un baratro assaporato fino al 2001-2002, con la promozione sotto la guida-Pillon. Nel 2004-2005 la coppia d'attacco Bucchi-Colacone trascinò i bianconeri fino ai playoff persi dai marchigiani contro il Torino. Ma i fallimenti di Torino e Perugia e la retrocessione del Genoa spianarono la strada all'Ascoli, che tornò in serie A. La nuova esperienza nella massima serie durò solo 2 anni. Nel 2006-2007 né Tesser né Sonetti riuscirono nell'impresa di salvare l'Ascoli, che salutò la serie A con un mediocre 19° posto.

Di lì sei anni di cadetteria e la finale retrocessione della scorsa estate nei playout persi contro il Cittadella. Al peggio non c'è mai fine, così a dicembre arriva il fallimento per un debito totale di oltre 20 milioni di euro: una crisi che ha trovato un amaro epilogo dopo tre istanze di fallimento e un'assemblea dei soci andata deserta. Il futuro è nero, tutt'altro che bianco.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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