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Calcio
Perpignano, il Barletta e l'assunzione di responsabilità: in che modo?
La piazza attende doverose spiegazioni, ma regna il silenzio
Barletta - domenica 22 febbraio 2015
15.10
«Mi assumo tutte le responsabilità di quanto sta accadendo. A breve incontrerò i tifosi e nelle prossime ore ci saranno novità». Tra tante voci, ipotesi ed incertezze, nel tardo pomeriggio di ieri è tornato a parlare, sebbene non in via ufficiale, l'attuale presidente del Barletta Giuseppe Perpignano. Intercettato telefonicamente durante la trasmissione di Amica 9 "Goal su Goal", l'immobiliarista ligure in un fuorionda, divenuto poi di dominio pubblico, ha rotto il silenzio senza però fare chiarezza, la grande assente, e limitandosi ad anticipare un prossimo appuntamento con la tifoseria organizzata per fare il punto della kafkiana situazione che ad oggi si vive in via Vittorio Veneto. Sul campo poco prima il Barletta aveva maturato il ritorno alla sconfitta dopo tre mesi esatti dall'ultima volta (0-1 a Catanzaro il 21 novembre), in una situazione tecnica inevitabilmente condizionata dai fattori societari.
Non pervenuto al "Cosimo Puttilli" ma presente nei pensieri e nei cori dei presenti sugli spalti, che a gran voce hanno sottolineato un rapporto ormai insanabile tra la piazza e il presidente biancorosso, il cui "placet" alla cessione delle quote è pervenuto sei giorni fa, Perpignano si è rifatto vivo poco dopo il fischio finale, quando gli sarebbe stato recapitato l'incasso del match contro la Lupa Roma (8.830 euro compresa la quota abbonati), in qualità di amministratore unico della società. Al momento le sue spiegazioni hanno assunto le sembianze di un Godot beckettiano in salsa biancorossa, con il silenzio a farla da padrone: eppure la loquacità era sempre stata presente nell'atteggiamento (stigmatizzato ieri da un eloquente striscione del Gruppo Erotico 1987) dell'uomo arrivato da Genova e che a più riprese aveva sottolineato come "fosse arrivata una persona da 1000 chilometri per salvarvi" (ipse dixit), o che era tempestivamente intervenuto quando si era trattato di denunciare delusione per i "pochi abbonamenti" o per spiegare di aver preso "punti di penalizzazione per il bene del Barletta". E che oggi invece non chiarisce come un "progetto triennale", quello esposto all'indomani dell'acquisizione del club in giugno, latiti per questioni economiche: in soldoni, come sedersi al ristorante e capire come pagare il conto durante la cena.
La domanda che regna nell'aria della Barletta calcistica oggi è una sola: cosa significa "assumersi tutte le responsabilità", presidente Perpignano? In che modo lo farà? E in che tempi?In Italia l'espressione risulta di per sè abusata, quanto spesso priva di conseguenze o reazioni da parte di chi la pronuncia. Il silenzio del patron, rientrato in città venerdì, cozza con le dimostrazioni di dignità offerte dai calciatori, dallo staff e dalla commozione di mister Marco Sesia ieri in sala stampa. Intanto le nubi si addensano sul Barletta Calcio: la messa in mora dei calciatori attraverso l'AIC è di fatto pronta, e il club risulta tra le sette situazioni (il Parma e sei società di Lega Pro) che suscitano maggiori preoccupazioni oggi nel panorama del calcio tricolore. La sensazione è che in questo modo Perpignano stia quasi "sfidando" Barletta, ma il perchè resta poco chiaro: così come restano insolute le domande che gravitano sui punti di penalizzazione (sei attesi, quasi uno per ogni mese di gestione-Perpignano) e sul saldo di stipendi e contributi per i tesserati biancorossi. Se una storia di 93 anni rischia di essere cancellata dal fallimento, se un altro 1995 rischia di essere ripetuto, la piazza merita di saperlo, e a tempo debito attenderà anche tante scuse da parte dei correi. E solo il numero 1, da organigramma, può e deve offrire spiegazioni: Sciascia divideva gli uomini in quattro categorie, uomini, mezz'uomini, ominicchi e quaquaraquà. A ognuno la capacità di scegliere il suo ruolo. Perchè Barletta merita rispetto. Barletta intanto non molla, almeno fino all'8 maggio: perchè il professionismo l'ha riconquistato con i denti, e di salutarlo non ne ha intenzione.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Non pervenuto al "Cosimo Puttilli" ma presente nei pensieri e nei cori dei presenti sugli spalti, che a gran voce hanno sottolineato un rapporto ormai insanabile tra la piazza e il presidente biancorosso, il cui "placet" alla cessione delle quote è pervenuto sei giorni fa, Perpignano si è rifatto vivo poco dopo il fischio finale, quando gli sarebbe stato recapitato l'incasso del match contro la Lupa Roma (8.830 euro compresa la quota abbonati), in qualità di amministratore unico della società. Al momento le sue spiegazioni hanno assunto le sembianze di un Godot beckettiano in salsa biancorossa, con il silenzio a farla da padrone: eppure la loquacità era sempre stata presente nell'atteggiamento (stigmatizzato ieri da un eloquente striscione del Gruppo Erotico 1987) dell'uomo arrivato da Genova e che a più riprese aveva sottolineato come "fosse arrivata una persona da 1000 chilometri per salvarvi" (ipse dixit), o che era tempestivamente intervenuto quando si era trattato di denunciare delusione per i "pochi abbonamenti" o per spiegare di aver preso "punti di penalizzazione per il bene del Barletta". E che oggi invece non chiarisce come un "progetto triennale", quello esposto all'indomani dell'acquisizione del club in giugno, latiti per questioni economiche: in soldoni, come sedersi al ristorante e capire come pagare il conto durante la cena.
La domanda che regna nell'aria della Barletta calcistica oggi è una sola: cosa significa "assumersi tutte le responsabilità", presidente Perpignano? In che modo lo farà? E in che tempi?In Italia l'espressione risulta di per sè abusata, quanto spesso priva di conseguenze o reazioni da parte di chi la pronuncia. Il silenzio del patron, rientrato in città venerdì, cozza con le dimostrazioni di dignità offerte dai calciatori, dallo staff e dalla commozione di mister Marco Sesia ieri in sala stampa. Intanto le nubi si addensano sul Barletta Calcio: la messa in mora dei calciatori attraverso l'AIC è di fatto pronta, e il club risulta tra le sette situazioni (il Parma e sei società di Lega Pro) che suscitano maggiori preoccupazioni oggi nel panorama del calcio tricolore. La sensazione è che in questo modo Perpignano stia quasi "sfidando" Barletta, ma il perchè resta poco chiaro: così come restano insolute le domande che gravitano sui punti di penalizzazione (sei attesi, quasi uno per ogni mese di gestione-Perpignano) e sul saldo di stipendi e contributi per i tesserati biancorossi. Se una storia di 93 anni rischia di essere cancellata dal fallimento, se un altro 1995 rischia di essere ripetuto, la piazza merita di saperlo, e a tempo debito attenderà anche tante scuse da parte dei correi. E solo il numero 1, da organigramma, può e deve offrire spiegazioni: Sciascia divideva gli uomini in quattro categorie, uomini, mezz'uomini, ominicchi e quaquaraquà. A ognuno la capacità di scegliere il suo ruolo. Perchè Barletta merita rispetto. Barletta intanto non molla, almeno fino all'8 maggio: perchè il professionismo l'ha riconquistato con i denti, e di salutarlo non ne ha intenzione.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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