
Calcio
Mazzeo: «Barletta sempre nei miei bei ricordi, pronto per la B a Perugia»
L'attaccante campano protagonista dell'angolo-amarcord
Barletta - sabato 31 maggio 2014
1.23
In questa stagione sportiva, a 30 anni suonati, ha celebrato l'en-plein (promozione diretta in serie B e conquista della Supercoppa di categoria) con la maglia del Perugia, mettendo a segno 13 reti nella cavalcata verso la cadetteria degli umbri, ma in carriera con il biancorosso del Barletta sulle spalle ha messo a segno 14 centri e regalato tante gioie in una stagione amara, quel 2011/2012 con playoff agganciati sul campo e successivamente persi per effetto della penalità imposta dalla Disciplinare. Parliamo di Fabio Mazzeo: l'attaccante campano ha ancora Barletta nel cuore e lo conferma in questa intervista-amarcord.
Fabio Mazzeo, promozione diretta e Supercoppa in tasca. E' stata una grande stagione.
«E' stata un'annata meravigliosa, davvero non posso aggiungere altro. E' andato tutto bene, ora ci godiamo la festa».
Hai giocato in una piazza calda come Perugia. Come avete gestito la pressione?
«Io conoscevo bene l'ambiente di Perugia, ci ero stato già 3 anni: essere qui di nuovo è stato un vero piacere. La piazza non meritava questa categoria, dopo il fallimento erano arrivate tre promozioni ed era rinato l'entusiasmo: per l'ultima partita c'erano 23mila presenze allo stadio, numeri di un'altra categoria».
Dovessi dare un voto alla tua annata, cosa sceglieresti?
«Sicuramente sarebbe alto. All'inizio ho giocato poco e spesso partivo dalla panchina, ma ho sempre avuto grande fiducia nella squadra: con il tempo ho iniziato a giocare con maggiore costanza, è stata una stagione positiva in tutto, dai gol fatti al campionato».
Quando vi siete guardati in faccia e vi siete detti "ce la possiamo fare"?
«Ci sono stati tanti segnali durante l'anno: penso a partite vinte con autorità in campi difficili come Lecce, ma in particolare allo 0-1 di Ascoli. Credo sia stata quella la partita spartiacque: vincemmo al 95' e balzammo al primo posto, lì abbiamo avuto la forza di crederci fino alla fine».
La Lega Pro 2013/2014 ha proposto questa formula atipica priva di retrocessioni: anche da te arriva una secca bocciatura?
«Sì, certo. Non si può giocare senza obiettivi, sapendo che ci sono squadre, società che non allestiscono organici di rilievo perchè non sono stimolate. Superato quest'anno, per fortuna ora tutte le squadre torneranno a giocare per un obiettivo».
Da avversario, hai seguito le vicende del Barletta?
«Mi è spiaciuto vedere che non è stata una bella annata quanto a risultati: a Barletta sono stato splendidamente, è una stagione della mia carriera e della mia vita che ricorderò sempre. Purtroppo anche a Barletta è avvenuta quella perdita di stimoli che questo campionato ha portato in dote: ora ho letto del passaggio di società, non conosco il nuovo presidente ma spero che si possa resettare tutto e ripartire dalla passione della gente di Barletta».
Roberto Tatò ha recentemente spiegato che uno dei calciatori a cui è più legato dei suoi anni a Barletta sei tu: che messaggio gli mandi?
«Abbiamo avuto un ottimo rapporto, tranne qualche vicissitudine da me attraversata durante l'anno. E' un appassionato, ci teneva tanto e si arrabbiava tanto, con grande voglia di fare bene e ampie ambizioni: voleva creare un progetto, poi purtroppo quell'anno è andata male».
Tu sei stato uno dei pochi, in un'intervista rilasciata un mese e mezzo fa alla Gazzetta dello Sport, a ricordare che quel Barletta i playoff li aveva raggiunti.
Io ci credevo tanto quell'anno, per me quel gruppo e quella squadra erano splendidi. Andare al campo era un piacere per tutti, si era creato un rapporto quasi familiare. Numeri alla mano, poi, i playoff li avevamo raggiunti e senza quell'episodio della penalizzazione chissà come sarebbe andata: eravamo anche in ottima forma».
Con chi ti senti ancora della rosa biancorossa 2011/2012?
«Ci sentiamo quasi tutti ogni settimana: penso in particolare ad Antonio Schetter, che per me è come un fratello, con lui c'è una forte amicizia, ma sento davvero tanti di quei ragazzi. Quel gruppo era quasi diventata una famiglia: l'unico rammarico è stato il non aver raggiunto l'obiettivo e non averci poi riprovato l'anno dopo, però della società e della piazza resta davvero un bel ricordo».
Ora il futuro per te si chiama serie B.
«Ho un altro anno di contratto e rimanere qui mi farebbe davvero piacere: ora sentiremo quali sono i progetti della società, ma è ancora presto, ci stiamo ancora godendo la vittoria».
Come vuoi salutare Barletta?
«E' una città nel mio cuore, ci è anche nata mia figlia: voglio ringraziare tutti i tifosi, mi hanno fatto sentire a casa, mi sento di fare un grande in bocca al lupo alla piazza e spero presto di vedere il Barletta lottare per grandi obiettivi».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fabio Mazzeo, promozione diretta e Supercoppa in tasca. E' stata una grande stagione.
«E' stata un'annata meravigliosa, davvero non posso aggiungere altro. E' andato tutto bene, ora ci godiamo la festa».
Hai giocato in una piazza calda come Perugia. Come avete gestito la pressione?
«Io conoscevo bene l'ambiente di Perugia, ci ero stato già 3 anni: essere qui di nuovo è stato un vero piacere. La piazza non meritava questa categoria, dopo il fallimento erano arrivate tre promozioni ed era rinato l'entusiasmo: per l'ultima partita c'erano 23mila presenze allo stadio, numeri di un'altra categoria».
Dovessi dare un voto alla tua annata, cosa sceglieresti?
«Sicuramente sarebbe alto. All'inizio ho giocato poco e spesso partivo dalla panchina, ma ho sempre avuto grande fiducia nella squadra: con il tempo ho iniziato a giocare con maggiore costanza, è stata una stagione positiva in tutto, dai gol fatti al campionato».
Quando vi siete guardati in faccia e vi siete detti "ce la possiamo fare"?
«Ci sono stati tanti segnali durante l'anno: penso a partite vinte con autorità in campi difficili come Lecce, ma in particolare allo 0-1 di Ascoli. Credo sia stata quella la partita spartiacque: vincemmo al 95' e balzammo al primo posto, lì abbiamo avuto la forza di crederci fino alla fine».
La Lega Pro 2013/2014 ha proposto questa formula atipica priva di retrocessioni: anche da te arriva una secca bocciatura?
«Sì, certo. Non si può giocare senza obiettivi, sapendo che ci sono squadre, società che non allestiscono organici di rilievo perchè non sono stimolate. Superato quest'anno, per fortuna ora tutte le squadre torneranno a giocare per un obiettivo».
Da avversario, hai seguito le vicende del Barletta?
«Mi è spiaciuto vedere che non è stata una bella annata quanto a risultati: a Barletta sono stato splendidamente, è una stagione della mia carriera e della mia vita che ricorderò sempre. Purtroppo anche a Barletta è avvenuta quella perdita di stimoli che questo campionato ha portato in dote: ora ho letto del passaggio di società, non conosco il nuovo presidente ma spero che si possa resettare tutto e ripartire dalla passione della gente di Barletta».
Roberto Tatò ha recentemente spiegato che uno dei calciatori a cui è più legato dei suoi anni a Barletta sei tu: che messaggio gli mandi?
«Abbiamo avuto un ottimo rapporto, tranne qualche vicissitudine da me attraversata durante l'anno. E' un appassionato, ci teneva tanto e si arrabbiava tanto, con grande voglia di fare bene e ampie ambizioni: voleva creare un progetto, poi purtroppo quell'anno è andata male».
Tu sei stato uno dei pochi, in un'intervista rilasciata un mese e mezzo fa alla Gazzetta dello Sport, a ricordare che quel Barletta i playoff li aveva raggiunti.
Io ci credevo tanto quell'anno, per me quel gruppo e quella squadra erano splendidi. Andare al campo era un piacere per tutti, si era creato un rapporto quasi familiare. Numeri alla mano, poi, i playoff li avevamo raggiunti e senza quell'episodio della penalizzazione chissà come sarebbe andata: eravamo anche in ottima forma».
Con chi ti senti ancora della rosa biancorossa 2011/2012?
«Ci sentiamo quasi tutti ogni settimana: penso in particolare ad Antonio Schetter, che per me è come un fratello, con lui c'è una forte amicizia, ma sento davvero tanti di quei ragazzi. Quel gruppo era quasi diventata una famiglia: l'unico rammarico è stato il non aver raggiunto l'obiettivo e non averci poi riprovato l'anno dopo, però della società e della piazza resta davvero un bel ricordo».
Ora il futuro per te si chiama serie B.
«Ho un altro anno di contratto e rimanere qui mi farebbe davvero piacere: ora sentiremo quali sono i progetti della società, ma è ancora presto, ci stiamo ancora godendo la vittoria».
Come vuoi salutare Barletta?
«E' una città nel mio cuore, ci è anche nata mia figlia: voglio ringraziare tutti i tifosi, mi hanno fatto sentire a casa, mi sento di fare un grande in bocca al lupo alla piazza e spero presto di vedere il Barletta lottare per grandi obiettivi».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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