
Calcio
Macalli: «In Lega Pro ci aspetta un 2014 di riforme e con meno tensioni»
Il presidente della Lega Pro si congeda dal 2013
Barletta - mercoledì 1 gennaio 2014
Il 2013 sta per concludersi e, calcisticamente parlando, è stato un anno ricco di emozioni e di avvenimenti importanti. Tra gioie, dolori, fatti di cronaca "sportiva", derby sospesi e spostati a 300 chilometri di distanza, la Lega Pro saluta il 2013 per entrare in un 2014 che riserverà sorprese, riforme e tanto altro, con la speranza che il nuovo anno non sia eccessivamente attanagliato dalla crisi economica. A congedarsi dal 2013 che volge al termine è il presidente della Lega Pro Mario Macalli, attraverso un'intervista rilasciata ai colleghi di TuttoLegaPro.com:
«Posso augurare a tutti un 2014 che sia migliore del 2013, che non è stato un grande anno sotto molti profili. Sotto il profilo sportivo siamo contenti di quello che è successo, al di là di alcune situazioni che si sono purtroppo ripetute, vedi le esclusioni di alcune società dai nostri campionati. Speriamo che l'anno nuovo possa portare soddisfazioni e tanta salute, ma che sia anche un anno con meno tensioni, in cui la violenza possa finalmente essere sconfitta, anche se c'è poco da crederci, ma dobbiamo sperare in questo. Speriamo ci sia anche una tranquillità economico-finanziaria diversa da quella che abbiamo avuto fino a ieri: sono gli auguri che uno si sente di fare, sono cose abbastanza naturali».
Non poteva mancare, in chiusura, uno sguardo a quel che riserverà il 2014, l'anno della storica riforma della Lega Pro, che proverà ad accogliere società sane dal punto di vista economico: «C'è da pensare che ci saranno meno tensioni dal punto di vista finanziario ed economico. Dovranno rimanere, se rimarranno, 60 società che dovranno agire secondo delle nuove regole: non si tratterà di una riforma numerica, ma proprio di regole. Dovranno dimostrare, prima di giocare, di avere i mezzi sufficienti per poter disputare un campionato. Dovremmo avere meno sorprese di quelle che abbiamo avuto fino ad oggi. Oltre alla notizia del fallimento dell'Ascoli (squadra che viene dalla Serie B, e molte società che venivano dalla B sono 'decotte' o fallite), leggo in questi giorni che il Vicenza ha un indebitamento pazzesco. Come mai hanno giocato fino a ieri? L'augurio è che ci siano anche dei controlli che non permettano più a queste società 'decotte', e in B ce ne sono tante, di giocare nei campionati come se fossero società sane».
«Posso augurare a tutti un 2014 che sia migliore del 2013, che non è stato un grande anno sotto molti profili. Sotto il profilo sportivo siamo contenti di quello che è successo, al di là di alcune situazioni che si sono purtroppo ripetute, vedi le esclusioni di alcune società dai nostri campionati. Speriamo che l'anno nuovo possa portare soddisfazioni e tanta salute, ma che sia anche un anno con meno tensioni, in cui la violenza possa finalmente essere sconfitta, anche se c'è poco da crederci, ma dobbiamo sperare in questo. Speriamo ci sia anche una tranquillità economico-finanziaria diversa da quella che abbiamo avuto fino a ieri: sono gli auguri che uno si sente di fare, sono cose abbastanza naturali».
Non poteva mancare, in chiusura, uno sguardo a quel che riserverà il 2014, l'anno della storica riforma della Lega Pro, che proverà ad accogliere società sane dal punto di vista economico: «C'è da pensare che ci saranno meno tensioni dal punto di vista finanziario ed economico. Dovranno rimanere, se rimarranno, 60 società che dovranno agire secondo delle nuove regole: non si tratterà di una riforma numerica, ma proprio di regole. Dovranno dimostrare, prima di giocare, di avere i mezzi sufficienti per poter disputare un campionato. Dovremmo avere meno sorprese di quelle che abbiamo avuto fino ad oggi. Oltre alla notizia del fallimento dell'Ascoli (squadra che viene dalla Serie B, e molte società che venivano dalla B sono 'decotte' o fallite), leggo in questi giorni che il Vicenza ha un indebitamento pazzesco. Come mai hanno giocato fino a ieri? L'augurio è che ci siano anche dei controlli che non permettano più a queste società 'decotte', e in B ce ne sono tante, di giocare nei campionati come se fossero società sane».
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