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Calcio
La Mantia: «Tornerò più forte di prima, il Barletta farà un gran girone di ritorno»
Il centravanti biancorosso prepara il rientro dopo il ko al ginocchio
Barletta - domenica 29 dicembre 2013
Il 2013 si è chiuso con un pareggio a reti bianche in quel di Grosseto per il Barletta Calcio: quarto segno "X" di fila, maturato grazie a una buona tenuta difensiva ma anche a causa di una costante quest'anno dalle parti di via Vittorio Veneto. Parliamo dell'assenza di reti, sin qui 8 in 17 partite del torneo di Prima Divisione, girone B, che vede in quello biancorosso il peggior reparto offensivo della competizione. A dare fiato alle spente trombe biancorosse è chiamato Andrea La Mantia: l'attaccante biancorosso prosegue nel percorso di riabilitazione impostato a Roma dopo l'intervento al ginocchio sinistro del 24 settembre. Il 17 dicembre ha superato il terzo controllo e a breve tornerà a toccare il pallone con continuità in allenamento. In attesa di rivederlo in campo e in rete (6 in 32 apparizioni con il Barletta sin qui), noi di Barlettalife.it lo abbiamo sentito in una esclusiva intervista a tutto campo:
Andrea, partiamo dalle tue condizioni fisiche: il 17 dicembre il terzo controllo medico a Villa Stuart. Come ti senti?
«Sto molto bene, ho fatto il controllo ed era tutto ok. Il recupero sta procedendo regolarmente: abbiamo fatto una risonanza magnetica e un test di valutazione che hanno messo in luce un'ottima mobilità articolare e un buon tono muscolare. Il professor Mariani mi ha dato l'ok, ha detto che sto molto bene. Dopo l'Epifania rientrerò in gruppo per avviare la fase tecnica. Credo che potrò rientrare tra fine gennaio e metà febbraio, non ho paura di giocare, abbiamo lavorato molto sul contatto in fase di riabilitazione. Sarà poi mister Orlandi a decidere in merito al mio impiego e a dire se sono in condizione di giocare. Inizialmente la condizione atletica non sarà magari delle migliori, ma sto lavorando per migliorare tanto».
Quanto è stata dura guardare il Barletta fuori dal campo e non poter dare una mano?
«Molto. Per uno che è stato sempre in campo, stare fuori e stare lontano dai compagni non è mai facile. Mi sono stati vicini tutti i ragazzi, la società e in particolare il presidente mi sono stati sempre vicini e mi hanno permesso di curarmi in una struttura ad altissimi livelli: devo ringraziare tutti».
Hai parlato del presidente: durante la tua assenza Tatò ha annunciato l'addio a fine stagione. Come hai accolto questa notizia?
«Stando fuori, l'ho vissuta marginalmente e non dal vivo. Ho sentito la società sempre presente nelle persone del presidente e del direttore Martino. La notizia è brutta, il presidente è fondamentale per noi. Speriamo di fargli cambiare idea con i risultati».
Sin qui un Barletta al di sotto delle attese con il magro bottino di 11 punti in 17 partite: cosa non ha funzionato?
«Sicuramente ci mancano un paio di vittorie in casa, abbiamo giocato bene a tratti senza però finalizzare molto. Diciamo che potevamo avere qualcosina in più: sono sicuro che nel girone di ritorno faremo bene come abbiamo fatto nello scorso anno».
Che tipo di campionato è stato sin qui? La formula senza retrocessioni e con i playoff allargati sta influendo sulla ridotta qualità del gioco espresso?
«Non credo, ho visto belle partite e le prime 10-12 squadre del nostro girone sono tutte importanti e costruite per salire. Anzi penso che il livello del torneo si sia alzato: il fatto che non ci siano retrocessioni potrebbe influire nel finale sul morale di quelle squadre che non possono più puntare ai playoff.
E il Barletta può ancora mirare ai playoff? La classifica li vede distanti 12 punti.
«Credo di sì, sono raggiungibili. Certo dobbiamo invertire la rotta e proseguire il filotto positivo visto nelle ultime partite, così ce la possiamo fare.
A gennaio sarà tempo di calciomercato: il Barletta ha già perso Picci e Prutsch, ti attendi rinforzi in attacco considerando che la coperta è corta oggi? Mister Orlandi ha spesso addebitato alla tua assenza la scarsa vena offensiva della squadra.
«Queste sono scelte societarie, se arriverà qualcuno ne sarò contento. Le parole dell'allenatore mi hanno onorato, fanno sempre piacere: sono convinto però che non è mai facile far gol, non bisogna attaccare i miei compagni per questo. Spero di rientrare e riuscire a dare un buon contributo alla squadra».
Tu e Riccardo Allegretti avete lo stesso procuratore (Franco Zavaglia, ndr). Oggi Allegretti è fuori da un paio di mesi, quanto sarebbe importante il suo rientro per voi?
«Riccardo è sempre presente, anche quando non gioca. E' un elemento fondamentale, ora attendiamo che rientri dall'infortunio che ha avuto e possa spingerci a dare il meglio e darci una mano».
Ti senti di fissare un numero minimo di gol che vorresti fare fino a maggio?
«Ne vorrei fare 20 (ride, ndr). A parte gli scherzi, spero il più possibile: di dare numeri oggi non mi va, ma garantisco il massimo».
A parte la salvezza di Andria e il tuo ko al ginocchio, quali sono stati il momento più bello e quello più brutto del 2013 di Andrea La Mantia?
«Quello che vorrei dimenticare è il post-partita di Pagani, quando perdemmo 1-0 il 7 aprile: sbagliai un gol all'ultimo minuto ed ero stato male per quello, mentre il gol più importante fu quello contro il Prato una settimana dopo, mi aiutò a sbloccarmi».
Dopo un'annata opaca, è tempo di voltare pagina: che 2014 auguri ai tifosi del Barletta?
«Un augurio speciale per tutti i tifosi barlettani: spero che il 2014 sia un anno importante. Io sono fuori dal tunnel, ne verremo fuori alla grande».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Andrea, partiamo dalle tue condizioni fisiche: il 17 dicembre il terzo controllo medico a Villa Stuart. Come ti senti?
«Sto molto bene, ho fatto il controllo ed era tutto ok. Il recupero sta procedendo regolarmente: abbiamo fatto una risonanza magnetica e un test di valutazione che hanno messo in luce un'ottima mobilità articolare e un buon tono muscolare. Il professor Mariani mi ha dato l'ok, ha detto che sto molto bene. Dopo l'Epifania rientrerò in gruppo per avviare la fase tecnica. Credo che potrò rientrare tra fine gennaio e metà febbraio, non ho paura di giocare, abbiamo lavorato molto sul contatto in fase di riabilitazione. Sarà poi mister Orlandi a decidere in merito al mio impiego e a dire se sono in condizione di giocare. Inizialmente la condizione atletica non sarà magari delle migliori, ma sto lavorando per migliorare tanto».
Quanto è stata dura guardare il Barletta fuori dal campo e non poter dare una mano?
«Molto. Per uno che è stato sempre in campo, stare fuori e stare lontano dai compagni non è mai facile. Mi sono stati vicini tutti i ragazzi, la società e in particolare il presidente mi sono stati sempre vicini e mi hanno permesso di curarmi in una struttura ad altissimi livelli: devo ringraziare tutti».
Hai parlato del presidente: durante la tua assenza Tatò ha annunciato l'addio a fine stagione. Come hai accolto questa notizia?
«Stando fuori, l'ho vissuta marginalmente e non dal vivo. Ho sentito la società sempre presente nelle persone del presidente e del direttore Martino. La notizia è brutta, il presidente è fondamentale per noi. Speriamo di fargli cambiare idea con i risultati».
Sin qui un Barletta al di sotto delle attese con il magro bottino di 11 punti in 17 partite: cosa non ha funzionato?
«Sicuramente ci mancano un paio di vittorie in casa, abbiamo giocato bene a tratti senza però finalizzare molto. Diciamo che potevamo avere qualcosina in più: sono sicuro che nel girone di ritorno faremo bene come abbiamo fatto nello scorso anno».
Che tipo di campionato è stato sin qui? La formula senza retrocessioni e con i playoff allargati sta influendo sulla ridotta qualità del gioco espresso?
«Non credo, ho visto belle partite e le prime 10-12 squadre del nostro girone sono tutte importanti e costruite per salire. Anzi penso che il livello del torneo si sia alzato: il fatto che non ci siano retrocessioni potrebbe influire nel finale sul morale di quelle squadre che non possono più puntare ai playoff.
E il Barletta può ancora mirare ai playoff? La classifica li vede distanti 12 punti.
«Credo di sì, sono raggiungibili. Certo dobbiamo invertire la rotta e proseguire il filotto positivo visto nelle ultime partite, così ce la possiamo fare.
A gennaio sarà tempo di calciomercato: il Barletta ha già perso Picci e Prutsch, ti attendi rinforzi in attacco considerando che la coperta è corta oggi? Mister Orlandi ha spesso addebitato alla tua assenza la scarsa vena offensiva della squadra.
«Queste sono scelte societarie, se arriverà qualcuno ne sarò contento. Le parole dell'allenatore mi hanno onorato, fanno sempre piacere: sono convinto però che non è mai facile far gol, non bisogna attaccare i miei compagni per questo. Spero di rientrare e riuscire a dare un buon contributo alla squadra».
Tu e Riccardo Allegretti avete lo stesso procuratore (Franco Zavaglia, ndr). Oggi Allegretti è fuori da un paio di mesi, quanto sarebbe importante il suo rientro per voi?
«Riccardo è sempre presente, anche quando non gioca. E' un elemento fondamentale, ora attendiamo che rientri dall'infortunio che ha avuto e possa spingerci a dare il meglio e darci una mano».
Ti senti di fissare un numero minimo di gol che vorresti fare fino a maggio?
«Ne vorrei fare 20 (ride, ndr). A parte gli scherzi, spero il più possibile: di dare numeri oggi non mi va, ma garantisco il massimo».
A parte la salvezza di Andria e il tuo ko al ginocchio, quali sono stati il momento più bello e quello più brutto del 2013 di Andrea La Mantia?
«Quello che vorrei dimenticare è il post-partita di Pagani, quando perdemmo 1-0 il 7 aprile: sbagliai un gol all'ultimo minuto ed ero stato male per quello, mentre il gol più importante fu quello contro il Prato una settimana dopo, mi aiutò a sbloccarmi».
Dopo un'annata opaca, è tempo di voltare pagina: che 2014 auguri ai tifosi del Barletta?
«Un augurio speciale per tutti i tifosi barlettani: spero che il 2014 sia un anno importante. Io sono fuori dal tunnel, ne verremo fuori alla grande».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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