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Giomi: «Onore a Mennea, uno dei più grandi dello sport italiano»
Il presidente nazionale Fidal ricorda la "Freccia del Sud" a un anno dalla scomparsa
Barletta - venerdì 21 marzo 2014
13.06
Un anno di parole, emozioni, ricordi, rimorsi e rimpianti. Tanto è passato da quel triste 21 marzo 2013, quando all'età di 60 anni Pietro Mennea spiccò il volo, strappato alla vita da un brutto male. Oggi Barletta celebrerà il ricordo del suo figlio più celebre con sport e commemorazioni con epicentro nella Litoranea di Ponente. La giornata scorrerà tra corsa campestre dilettantistica, esibizioni di "top runners" locali, scopriture di targhe e busti. A ricordare la "Freccia del "Sud" è intervenuto in una nota ufficiale il presidente nazionale della FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) Alfio Giomi:
«"Appena posso ti chiamo". Con queste parole Pietro Mennea mi salutò quando, appena eletto, l'avevo chiamato per salutarlo. Avrei voluto incontrarlo per vedere cosa potevamo fare insieme per l'Italia dell'Atletica. Quell'"appena posso", purtroppo, aveva ben altro significato di quanto potessi immaginare in quel momento. Domani (oggi, ndr) sarà un anno dalla sua scomparsa. In tutta Italia sono state moltissime le iniziative per ricordarlo. La FIDAL da subito decise e realizzò due momenti: l'intitolazione del Golden Gala da allora "Golden Gala - Pietro Mennea" e il Mennea Day il 12 settembre, in memoria del 19.72 che per 17 anni è stato il record del mondo e rappresenta tuttora il primato europeo dei 200 metri.
Il 12 settembre sarà anche quest'anno un momento di celebrazione e, al tempo stesso, di promozione per l'Atletica. Stiamo cercando di renderlo un avvenimento di portata continentale attraverso il progetto "Erasmus plus". Senza dimenticare la maglia azzurra che Mennea ha onorato per ben cinquantadue volte in carriera e che nel 2013, ai Mondiali di Mosca, ha portato impresso il suo nome.
Ma per tutta I 'Italia, non solo quella dell'Atletica, Mennea è vivo. Le sue imprese, immense, hanno lasciato segni impossibili da cancellare. scintillante. E poi, le sue cinquantadue presenze in Nazionale, pura testimonianza di un amore per , quella maglia azzurra che, lo scorso anno, ne ha portato impresso il nome. Con orgoglio infinito. Menne° che del Sud è stato il figlio e la Freccia, e che proprio da Barletta ha iniziato la corsa della sua vita. Un'esistenza che ci ha lasciato una lezione da tramandare alle giovani generazioni, perché fondata sull 'amore per il lavoro e sul rispetto delle regole. Pietro l'uomo, non il personaggio, che con la sua umanità sincera e discreta ha saputo andare oltre i confini dello sport. In quella dimensione che appartiene solo a pochi, ai più grandi. La storia.
Siamo, però, altresì convinti che le persone vadano soprattutto rispettate da vive e poi ricordate dopo la scomparsa. Riteniamo di averlo fatto e continueremo a farlo con l'equilibrio ed il rispetto dovuto ad ogni individuo. Nel caso di Pietro, ad uno dei più grandi atleti della storia dello sport italiano».
500 gare, 2 primati mondiali, 8 primati europei, 33 record nazionali, una corsa cominciata a 14 anni per guadagnare 500 lire, sfidando di sera le Alfa e le Porsche su viale Giannone, e sempre finendo davanti a loro, e passata attraverso cinque olimpiadi, quattro lauree e 23 libri. Numeri mostruosi, numeri da Pietro Mennea, che ricordiamo nel vido realizzato dalla Fidal per la recente Convention Nazionale dell'Atletica di Formia.
«"Appena posso ti chiamo". Con queste parole Pietro Mennea mi salutò quando, appena eletto, l'avevo chiamato per salutarlo. Avrei voluto incontrarlo per vedere cosa potevamo fare insieme per l'Italia dell'Atletica. Quell'"appena posso", purtroppo, aveva ben altro significato di quanto potessi immaginare in quel momento. Domani (oggi, ndr) sarà un anno dalla sua scomparsa. In tutta Italia sono state moltissime le iniziative per ricordarlo. La FIDAL da subito decise e realizzò due momenti: l'intitolazione del Golden Gala da allora "Golden Gala - Pietro Mennea" e il Mennea Day il 12 settembre, in memoria del 19.72 che per 17 anni è stato il record del mondo e rappresenta tuttora il primato europeo dei 200 metri.
Il 12 settembre sarà anche quest'anno un momento di celebrazione e, al tempo stesso, di promozione per l'Atletica. Stiamo cercando di renderlo un avvenimento di portata continentale attraverso il progetto "Erasmus plus". Senza dimenticare la maglia azzurra che Mennea ha onorato per ben cinquantadue volte in carriera e che nel 2013, ai Mondiali di Mosca, ha portato impresso il suo nome.
Ma per tutta I 'Italia, non solo quella dell'Atletica, Mennea è vivo. Le sue imprese, immense, hanno lasciato segni impossibili da cancellare. scintillante. E poi, le sue cinquantadue presenze in Nazionale, pura testimonianza di un amore per , quella maglia azzurra che, lo scorso anno, ne ha portato impresso il nome. Con orgoglio infinito. Menne° che del Sud è stato il figlio e la Freccia, e che proprio da Barletta ha iniziato la corsa della sua vita. Un'esistenza che ci ha lasciato una lezione da tramandare alle giovani generazioni, perché fondata sull 'amore per il lavoro e sul rispetto delle regole. Pietro l'uomo, non il personaggio, che con la sua umanità sincera e discreta ha saputo andare oltre i confini dello sport. In quella dimensione che appartiene solo a pochi, ai più grandi. La storia.
Siamo, però, altresì convinti che le persone vadano soprattutto rispettate da vive e poi ricordate dopo la scomparsa. Riteniamo di averlo fatto e continueremo a farlo con l'equilibrio ed il rispetto dovuto ad ogni individuo. Nel caso di Pietro, ad uno dei più grandi atleti della storia dello sport italiano».
500 gare, 2 primati mondiali, 8 primati europei, 33 record nazionali, una corsa cominciata a 14 anni per guadagnare 500 lire, sfidando di sera le Alfa e le Porsche su viale Giannone, e sempre finendo davanti a loro, e passata attraverso cinque olimpiadi, quattro lauree e 23 libri. Numeri mostruosi, numeri da Pietro Mennea, che ricordiamo nel vido realizzato dalla Fidal per la recente Convention Nazionale dell'Atletica di Formia.
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