
Calcio
Gennaro Delvecchio: «Questa è casa nostra, qui un grande ambiente»
Si presenta il nuovo responsabile dell'area tecnica del Barletta
Barletta - martedì 9 settembre 2014
17.20
Dopo un'estate che aveva visto il suo nome tra gli indiziati per conferire quantità e qualità al centrocampo biancorosso, l'approdo di Gennaro Delvecchio a Barletta, dove ha avuto radici geografiche e calcistiche, si è materializzato ad agosto in forma dirigenziale. Per il colosso classe 1978 si sono riaperte le porte di via Vittorio Veneto: addio agli scarpini, avanti con i panni di responsabile dell'area tecnica, atto che materializza un "salto" in scrivania inatteso per un calciatore che l'anno scorso aveva collezionato da gennaio a giugno 15 presenze e una rete nel Bari che ha sfiorato la promozione in serie A. Delvecchio è entrato nello staff biancorosso con un ruolo di responsabilità, collante tra dirigenza e staff tecnico e arricchisce così un organigramma che vede ai vertici, oltre a patron Perpignano, il direttore sportivo Marco Rizzieri e il direttore generale Davide Cascella. Oggi, a 15 giorni dalla precedente data fissata per la sua presentazione, il 23 agosto, sono arrivate in conferenza stampa le sue prime parole da dirigente biancorosso:
Come è maturato il ritorno a Barletta?
«Io innanzittutto voglio ringraziare il presidente Perpignano perchè prima di tutto ha avuto tanta fiducia in me dal punto di vista umano: inoltre lo staff tecnico mi ha accolto come se fossi qui dal primo giorno di ritiro. Ho trovato uno staff formidabile e ho raccolto sensazioni positive per quanto riguarda lo spogliatoio. C'è un gruppo serio che lavora bene e con grande affiatamento. Il cammino è diverso da quello che si faceva tre mesi fa, ora ho cambiato atteggiamento e devo continuare a farlo: a volte mi viene da entrare in tackle ancora».
La partita di Lecce
«C'è un pò di rammarico, avremmo potuto trovare il pareggio nel finale. Non siamo vittime sacrificali contro squadre sulla carta più forti, siamo sicuri dei nostri mezzi e andiamo avanti per la nostra strada. Peccato per il risultato, raccogliamo le cose negative per trasformarle in positive. Sabato abbiamo il nostro pane da portare a casa. Su Lecce siamo soddisfatti anche delle cose che abbiamo fatto. Ne faremo tesoro, i momenti di difficoltà non mancheranno come è fisiologico che sia ma pensiamo al prossimo ostacolo».
Quale appello ti senti di fare alla piazza?
«Questa è casa nostra, facciamoci rispettare: qui e ovunque andremo. Si dice spesso che i barlettani magari esagerino, ma nella mia carriera ovunque ho incontrato barlettani ho sempre notato un grande amore per la maglia biancorossa. Il più grande rammarico è stato quello di non giocare con la maglia del Barletta».
La lettura tattica dal "Via del Mare"
«Non ci sono vittorie di qualcuno e sconfitte di qualcun altro. Qui si vince e si perde tutti insieme. A Lecce abbiamo perso tutti, abbiamo fatto cose buone e si faceva qualcosina in più si tornava con il pareggio: stiamo capendo ancora questo campionato, siamo solo alla seconda giornata, e sono convinto che questo gruppo con le scelte di mister Marco Sesia non potrà che crescere».
Manca un "Gennaro Delvecchio" in mezzo al campo?
«Dovevamo fare due sforzi: un centrocampista con determinate caratteristiche ed è De Rose, che ci darà grandi soddisfazioni dal punto di vista umano e professionale. Avevamo dei ragazzi che probabilmente non avrebbero giocato come quelli partiti nell'ultimo giorno. Su D'Errico dico: se io invito qualcuno a casa mia e lui non vuole starci, io a casa mia non lo costringo a starci. Sapevamo che il ragazzo poteva darci qualcosa dal punto di vista tecnico, ma serve gente che fa gruppo, altrimenti non potranno fare parte del Barletta Calcio. Rappresentiamo 100mila abitanti, tutti orgogliosi di essere barlettani. Mi auguro che non ci siano mai problemi con la stampa, solo così potremo farci conoscere anche a livello nazionale».
Attacco: coperta corta?
«Non siamo pochi in avanti. In fascia abbiamo Venitucci, Floriano e anche Fall. Quando Dell'Agnello e Biancolino saranno al 100%, avremo un reparto al completo. La coperta corta io non la vedo, la cosa importante è che sia uno spogliatoio sereno che lavora professionalmente. Questa è Lega Pro, non stiamo giocando i mondiali e questi ragazzi sono preparati e daranno soddisfazioni».
Barletta e il pallone
«L'unico grande ricordo che mi è rimasto è che mio padre da bambino mi portava a vedere il Barletta: ricordo la promozione dalla C alla B, e la vittoria del campionato nazionale "Allievi"».
L'orgoglio per la tifoseria
«A Lecce sono stati meravigliosi, hanno risposto alla grande: ci hanno incitati per 90 e passa minuti, una cornice di pubblico davvero splendida. C'è un gruppo di persone che va oltre gli ostacoli: Barletta è una piazza che merita rispetto, accoglie tutti con il giusto affetto e il giusto rispetto».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Come è maturato il ritorno a Barletta?
«Io innanzittutto voglio ringraziare il presidente Perpignano perchè prima di tutto ha avuto tanta fiducia in me dal punto di vista umano: inoltre lo staff tecnico mi ha accolto come se fossi qui dal primo giorno di ritiro. Ho trovato uno staff formidabile e ho raccolto sensazioni positive per quanto riguarda lo spogliatoio. C'è un gruppo serio che lavora bene e con grande affiatamento. Il cammino è diverso da quello che si faceva tre mesi fa, ora ho cambiato atteggiamento e devo continuare a farlo: a volte mi viene da entrare in tackle ancora».
La partita di Lecce
«C'è un pò di rammarico, avremmo potuto trovare il pareggio nel finale. Non siamo vittime sacrificali contro squadre sulla carta più forti, siamo sicuri dei nostri mezzi e andiamo avanti per la nostra strada. Peccato per il risultato, raccogliamo le cose negative per trasformarle in positive. Sabato abbiamo il nostro pane da portare a casa. Su Lecce siamo soddisfatti anche delle cose che abbiamo fatto. Ne faremo tesoro, i momenti di difficoltà non mancheranno come è fisiologico che sia ma pensiamo al prossimo ostacolo».
Quale appello ti senti di fare alla piazza?
«Questa è casa nostra, facciamoci rispettare: qui e ovunque andremo. Si dice spesso che i barlettani magari esagerino, ma nella mia carriera ovunque ho incontrato barlettani ho sempre notato un grande amore per la maglia biancorossa. Il più grande rammarico è stato quello di non giocare con la maglia del Barletta».
La lettura tattica dal "Via del Mare"
«Non ci sono vittorie di qualcuno e sconfitte di qualcun altro. Qui si vince e si perde tutti insieme. A Lecce abbiamo perso tutti, abbiamo fatto cose buone e si faceva qualcosina in più si tornava con il pareggio: stiamo capendo ancora questo campionato, siamo solo alla seconda giornata, e sono convinto che questo gruppo con le scelte di mister Marco Sesia non potrà che crescere».
Manca un "Gennaro Delvecchio" in mezzo al campo?
«Dovevamo fare due sforzi: un centrocampista con determinate caratteristiche ed è De Rose, che ci darà grandi soddisfazioni dal punto di vista umano e professionale. Avevamo dei ragazzi che probabilmente non avrebbero giocato come quelli partiti nell'ultimo giorno. Su D'Errico dico: se io invito qualcuno a casa mia e lui non vuole starci, io a casa mia non lo costringo a starci. Sapevamo che il ragazzo poteva darci qualcosa dal punto di vista tecnico, ma serve gente che fa gruppo, altrimenti non potranno fare parte del Barletta Calcio. Rappresentiamo 100mila abitanti, tutti orgogliosi di essere barlettani. Mi auguro che non ci siano mai problemi con la stampa, solo così potremo farci conoscere anche a livello nazionale».
Attacco: coperta corta?
«Non siamo pochi in avanti. In fascia abbiamo Venitucci, Floriano e anche Fall. Quando Dell'Agnello e Biancolino saranno al 100%, avremo un reparto al completo. La coperta corta io non la vedo, la cosa importante è che sia uno spogliatoio sereno che lavora professionalmente. Questa è Lega Pro, non stiamo giocando i mondiali e questi ragazzi sono preparati e daranno soddisfazioni».
Barletta e il pallone
«L'unico grande ricordo che mi è rimasto è che mio padre da bambino mi portava a vedere il Barletta: ricordo la promozione dalla C alla B, e la vittoria del campionato nazionale "Allievi"».
L'orgoglio per la tifoseria
«A Lecce sono stati meravigliosi, hanno risposto alla grande: ci hanno incitati per 90 e passa minuti, una cornice di pubblico davvero splendida. C'è un gruppo di persone che va oltre gli ostacoli: Barletta è una piazza che merita rispetto, accoglie tutti con il giusto affetto e il giusto rispetto».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Ricevi aggiornamenti e contenuti da Barletta j.jpg)






.jpg)

.jpg)