
Calcio
Federico Cerone, la sua storia una favola a lieto fine
Dopo i problemi fisici, l’ex Barletta torna tra i “pro” a Savona
Barletta - martedì 5 agosto 2014
Ci sono storie che vanno oltre i risultati del campo, ci sono storie di uomini che diventano favole. È davvero una favola quella che sta vivendo in questi giorni Federico Cerone. Il centrocampista, che ha vestito per due stagioni la maglia del Barletta collezionando 30 presenze e 5 gol, ha finalmente potuto realizzare il suo happy ending, dopo alcune vicende che nel 2013 l'hanno tenuto lontano dai campi di gioco. Il 26 gennaio 2013, Cerone era infatti stato ricoverato presso il reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Civili di Brescia, in seguito ad un angioma cavernoso sanguinante. Dopo pochi giorni, il giocatore fu operato dall'equipe del prof. Fontanella. La prima tappa del suo sogno si è avverata il 12 maggio 2013, quando Cerone è tornato in campo con la maglia del Mantova ed un caschetto in testa in ricordo di quei brutti momenti. Ma il lieto fine è arrivato ieri per lui. Dopo un anno trascorso in Eccellenza con la maglia della Viterbese, Cerone tornerà tra i professionisti, indossando la maglia del Savona. Ai microfoni di Barlettaviva, Cerone esprime tutta la sua felicità per questa storia che, fortunatamente, può essere scritta con un finale da favola.
Federico, la tua sembra una favola a lieto fine. Dopo i tuoi problemi fisici e un'ottima stagione a Viterbo, finalmente il ritorno tra i professionisti. Quali emozioni stai vivendo in questi giorni?
«Si, fortunatamente si può parlare di una favola, e per questo devo solo ringraziare qualcuno dal cielo! Per quanto riguarda la passata stagione, sono stato molto contento con la vittoria del campionato condita anche da 15 gol. Sono molto soddisfatto di essere tornato nelle categorie importanti, spero di restarci per parecchi anni!»
Barletta è stata una delle tappe importanti della tua carriera, stai seguendo ancora le vicende dei biancorossi?
«Barletta è stata una tappa fondamentale per la mia crescita e la ricordo sempre con grande affetto, tant'è che sento ancora svariate persone, sia dentro che fuori dal campo, soprattutto il dottor Massimo De Prezzo. Ti dico la verità: se ci fosse stata la possibilità ad inizio mercato sarei anche tornato volentieri, perché sono ancora dispiaciuto di come si è conclusa quell'annata: senza l'esonero di cari ora saremmo al posto del Lanciano».
Dopo il Barletta, hai vestito la maglia del Mantova, e poi l'esperienza alla Viterbese. Nel periodo in cui sei stato lontano dai campi di gioco, quanto ti è servita la voglia di tornare a lottare e ad esultare?
«Dopo Barletta ho avuto la fortuna di andare a Mantova, una grande piazza e con un buon gruppo. Poi mi è capitato quell'infortunio e devo ringraziare i medici per come hanno gestito la situazione delicata. Per tornare ad essere quel Federico che si conosce ho dovuto faticare parecchio, ma se ci sono riuscito lo devo alla mia futura moglie Alessia, a mia mamma, agli amici e sopratutto al mio cagnone Gildo».
Federico, la tua sembra una favola a lieto fine. Dopo i tuoi problemi fisici e un'ottima stagione a Viterbo, finalmente il ritorno tra i professionisti. Quali emozioni stai vivendo in questi giorni?
«Si, fortunatamente si può parlare di una favola, e per questo devo solo ringraziare qualcuno dal cielo! Per quanto riguarda la passata stagione, sono stato molto contento con la vittoria del campionato condita anche da 15 gol. Sono molto soddisfatto di essere tornato nelle categorie importanti, spero di restarci per parecchi anni!»
Barletta è stata una delle tappe importanti della tua carriera, stai seguendo ancora le vicende dei biancorossi?
«Barletta è stata una tappa fondamentale per la mia crescita e la ricordo sempre con grande affetto, tant'è che sento ancora svariate persone, sia dentro che fuori dal campo, soprattutto il dottor Massimo De Prezzo. Ti dico la verità: se ci fosse stata la possibilità ad inizio mercato sarei anche tornato volentieri, perché sono ancora dispiaciuto di come si è conclusa quell'annata: senza l'esonero di cari ora saremmo al posto del Lanciano».
Dopo il Barletta, hai vestito la maglia del Mantova, e poi l'esperienza alla Viterbese. Nel periodo in cui sei stato lontano dai campi di gioco, quanto ti è servita la voglia di tornare a lottare e ad esultare?
«Dopo Barletta ho avuto la fortuna di andare a Mantova, una grande piazza e con un buon gruppo. Poi mi è capitato quell'infortunio e devo ringraziare i medici per come hanno gestito la situazione delicata. Per tornare ad essere quel Federico che si conosce ho dovuto faticare parecchio, ma se ci sono riuscito lo devo alla mia futura moglie Alessia, a mia mamma, agli amici e sopratutto al mio cagnone Gildo».
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