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Calcio
"Dirty Soccer", revocato lo stato di detenzione per Ninni Corda
"Non sussistono particolari esigenze cautelari" per l'allenatore del Barletta
Barletta - venerdì 22 maggio 2015
15.18
Revocato lo stato di detenzione per l'allenatore del Barletta Ninni Corda, il cui nome era inserito in "Dirty Soccer", inchiesta della Dda di Catanzaro che martedì ha portato all'arresto di oltre 50 persone legate al mondo del calcio tra Serie D e Lega Pro. Ieri il 41enne sardo è stato interrogato dal gip Francesco Meloni nel carcere di Savona: a Corda, accusato di frode sportiva in concorso, è contestata la partecipazione alla combine per alterare il risultato delle partite Barletta-Catanzaro 1-1; Aversa-Barletta 0-1 e Barletta-Vigor Lamezia 3-3 (solo l'ultima è finita con il risultato concordato).
Nell'interrogatorio di ieri, Corda aveva respinto ogni accusa: oggi il Gip ha accolto l'istanza degli avvocati Alain Barbera e Paolo Lavagnino che avevano chiesto la revoca dello stato di detenzione. Soddisfatto l'avvocato Lavagnino sulle colonne di SavonaNews: «Corda nell'interrogatorio si è dichiarato innocente e ha dimostrato la sua estraneità alle tre contestazioni. Soddisfazione per la decisione del giudice, infatti gli indizi erano insussistenti dal punto di vista tecnico». Resta invece in carcere l'albanese Edmond Nerjaku, accusato di frode sportiva e estorsione: in questo caso il Gip ha convalidato il fermo e confermato la misura della custodia cautelare in carcere. Dall'indagine è emerso che l'albanese sarebbe uno dei finanziatori delle combine.
Nell'interrogatorio di ieri, Corda aveva respinto ogni accusa: oggi il Gip ha accolto l'istanza degli avvocati Alain Barbera e Paolo Lavagnino che avevano chiesto la revoca dello stato di detenzione. Soddisfatto l'avvocato Lavagnino sulle colonne di SavonaNews: «Corda nell'interrogatorio si è dichiarato innocente e ha dimostrato la sua estraneità alle tre contestazioni. Soddisfazione per la decisione del giudice, infatti gli indizi erano insussistenti dal punto di vista tecnico». Resta invece in carcere l'albanese Edmond Nerjaku, accusato di frode sportiva e estorsione: in questo caso il Gip ha convalidato il fermo e confermato la misura della custodia cautelare in carcere. Dall'indagine è emerso che l'albanese sarebbe uno dei finanziatori delle combine.
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