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Calcio
Cicerelli, la (lunga e buia) noche del diez
Il "gioiellino" del Barletta Calcio e la ricerca di identità sul campo
Barletta - lunedì 6 gennaio 2014
17.15
Dal Pisa a Pisa, da settembre a gennaio: in soli quattro mesi la parabola di Emmanuele Pio Cicerelli, talentuoso attaccante esterno classe 1994 in forza al Barletta Calcio, ha subito un'inversione a U, mutando da "ascendente" in "discendente" nel giro di quattro mesi. Il rapporto causa-effetto tra le sorti dell'attaccante di San Giovanni Rotondo e quelle del team biancorosso è presto risolto: è lampante che non possa essere il singolo a trascinare una squadra che pullula di limiti, ma è altrettanto chiaro che non è da calciatore che aspira a lidi di caratura superiore affossare alla pari della squadra. Anche ieri sul terreno dell'"Arena Garibaldi-Romeo Anconetani" Cicerelli ha brillato ben poco, partendo dalla zolla che preferisce, sulla sinistra, e marcando il tabellino per un gol annullato su assist di Ilari e poco altro.
In estate il suo volto e i suoi piedi erano presenti quasi in ogni immagine riguardante il Barletta Calcio: lancio della campagna abbonamenti, riferimento della "linea verde che funziona", emblema della nuova vita biancorossa, dopo un'annata caratterizzata da tanti patemi e una sofferta salvezza. Un girone di campionato dopo anche lui, come tutti i suoi compagni, è alla ricerca del riscatto e di un'identità sul campo. Schierato per 13 volte dal primo minuto, accanto a La Mantia prima, Picci poi e infine Ilari o Zigon, in campionato ha rimediato una rete, in quel di Benevento, poche gioie, altrettante sufficienze e un cartellino rosso, nello 0-2 contro il Prato. Bottino migliore in Coppa Italia Lega Pro, dove su tre presenze è arrivato l'altro centro stagionale, un calcio di punizione deviato dalla barriera che ha permesso il sorpasso alla Paganese nell'over-time, nel match valevole per il Primo Turno eliminatorio poi chiuso sul 3-1 dal Barletta. Succedeva il 2 ottobre, tempi in cui la parola "crescita" era ancora di moda dalle parti di via Vittorio Veneto.
E' vero, parlare di calcio giocato sulle pagine di un biancorosso stinto ai giorni d'oggi, con le incertezze tecniche e societarie del caso, non è certo facile. Di fatto Cicerelli è l'emblema di come in casa-Barletta buona parte del patrimonio tecnico ed economico stia andando disperso, dato da non sottovalutare per una società sulla carta (?) in vendita. Accostato a club del calibro di Ternana, Cesena e Atalanta in estate, oggi il 19enne dauno appare la sbiadita copia di quel ragazzo sfrontato e geniale che sorprendeva gli addetti ai lavori, pur in un ambiente terribilmente depresso come quello biancorosso a marzo 2013, data di arrivo di Nevio Orlandi- suo mentore- in panchina. Sette presenze convincenti e un gol-gioiello siglato a Carrara nello scorcio finale della scorsa stagione valsero a Cicerelli il primo contratto da professionista, siglato con durata pluriennale a metà giugno. Ad oggi, quel numero 10 sulla maglia biancorossa, più che un premio al suo valore, appare un peso, una gabbia per il suo talento. Al ragazzo e al Barletta tutto liberarsi dalle catene della mediocrità.
(Twitter: @GuerraLuca88)
In estate il suo volto e i suoi piedi erano presenti quasi in ogni immagine riguardante il Barletta Calcio: lancio della campagna abbonamenti, riferimento della "linea verde che funziona", emblema della nuova vita biancorossa, dopo un'annata caratterizzata da tanti patemi e una sofferta salvezza. Un girone di campionato dopo anche lui, come tutti i suoi compagni, è alla ricerca del riscatto e di un'identità sul campo. Schierato per 13 volte dal primo minuto, accanto a La Mantia prima, Picci poi e infine Ilari o Zigon, in campionato ha rimediato una rete, in quel di Benevento, poche gioie, altrettante sufficienze e un cartellino rosso, nello 0-2 contro il Prato. Bottino migliore in Coppa Italia Lega Pro, dove su tre presenze è arrivato l'altro centro stagionale, un calcio di punizione deviato dalla barriera che ha permesso il sorpasso alla Paganese nell'over-time, nel match valevole per il Primo Turno eliminatorio poi chiuso sul 3-1 dal Barletta. Succedeva il 2 ottobre, tempi in cui la parola "crescita" era ancora di moda dalle parti di via Vittorio Veneto.
E' vero, parlare di calcio giocato sulle pagine di un biancorosso stinto ai giorni d'oggi, con le incertezze tecniche e societarie del caso, non è certo facile. Di fatto Cicerelli è l'emblema di come in casa-Barletta buona parte del patrimonio tecnico ed economico stia andando disperso, dato da non sottovalutare per una società sulla carta (?) in vendita. Accostato a club del calibro di Ternana, Cesena e Atalanta in estate, oggi il 19enne dauno appare la sbiadita copia di quel ragazzo sfrontato e geniale che sorprendeva gli addetti ai lavori, pur in un ambiente terribilmente depresso come quello biancorosso a marzo 2013, data di arrivo di Nevio Orlandi- suo mentore- in panchina. Sette presenze convincenti e un gol-gioiello siglato a Carrara nello scorcio finale della scorsa stagione valsero a Cicerelli il primo contratto da professionista, siglato con durata pluriennale a metà giugno. Ad oggi, quel numero 10 sulla maglia biancorossa, più che un premio al suo valore, appare un peso, una gabbia per il suo talento. Al ragazzo e al Barletta tutto liberarsi dalle catene della mediocrità.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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