
Calcio
Cascella: «A Barletta progetto triennale, vorremmo anche Sfrecola in società»
Il direttore generale biancorosso traccia la via per l'annata 2014/2015
Barletta - martedì 8 luglio 2014
16.54
Nel nuovo Barletta di Giuseppe Perpignano uno dei volti nuovi, nonché maggiori artefici della trattativa che ha portato alla cessione del club dalle mani di Roberto Tatò all'immobiliarista ligure, è Davide Cascella, 38enne avvocato barlettano, braccio destro del neo-patron biancorosso e nuovo direttore generale dell'S.S. Barletta calcio. Tra i ricordi per «un tifo maturato sin da bambino», un acquisto nato quasi per una battuta e un ruolo oneroso da assolvere, Cascella ha tracciato un primo bilancio e obiettivi biancorossi ai microfoni di Sveva Sport.
Il rapporto con Perpignano- «Perpignano lo conosco ormai da alcuni anni: abbiamo avuto tanti rapporti di natura lavorativa, tanto da arrivare alla famosa battuta che ha ingenerato l'acquisto del Barletta da parte sua. Il presidente è un innamorato di calcio, era alla ricerca di una realtà importante in cui provare a portare avanti un progetto e si è creata questa possibilità con Barletta. Io garante dell'operazione? C'è grande passione, ho un ruolo importante in un progetto importante. L'operazione-Barletta è stata attentamente ponderata: tutto lo staff del Barletta ha un contratto triennale e sicuramente c'è programmazione. Quando ci siamo avvicinati al club, Tatò aveva più volte ribadito che avrebbe voluto vendere: il Barletta l'anno prossimo disputerà un campionato di Lega Pro, torneo che tante altre realtà che vivono giorni di difficoltà vorrebbero disputare».
Legame con la storia- Giorni frenetici in via Vittorio Veneto:«In questo periodo stiamo lavorando tanto: 40 ore al giorno non sarebbero sufficienti. Siamo ripartiti tentando di recuperare a livello di organigramma tutte le figure già presenti in società per dare un segno di continuità, legare la figura del presidente Perpignano al territorio e promuovere quella di Roberto Tatò come presidente onorario. Vorremmo con noi anche Francesco Sfrecola, anche lui ha fatto la storia e quello che hanno fatto non può essere dimenticato. Per noi averli in società entrambi sarebbe motivo di orgoglio».
Obiettivi- Cascella mantiene il profilo basso:«Il nostro obiettivo è quello della salvezza, magari togliendoci qualche soddisfazione. E' inutile fare voli pindarici perché poi si cade male. Indipendentemente dai soldi che si spendono, abbiamo un capitale come la Lega Pro. Il nostro progetto è triennale, voliamo bassi e faremo bene. In programma non mancano le iniziative per riconciliare pubblico e società: Avremo un occhio molto attento al sociale, alla cittadinanza, ma per problemi contingenti e priorità ora lavoriamo su altro. Se qualcuno ha proposte per riavvicinare il Barletta a associazioni e gruppi cittadini, è libero di fare proposte. A breve avremo anche il club "I Biancorossi" in società: appena il club sarà pronto, lo accoglieremo in società».
Stadio e settore giovanile- Due temi caldi oltre al mercato sono lo stadio "Puttilli", con annessi lavori di restyling, e il settore giovanile. « Al momento stiamo entrando sulla questione-spiega Cascella sul "Puttilli"-prima abbiamo avuto altre incombenze da sbrigare. Io però credo che tutti quanti se lavoriamo nell'interesse della città possiamo trovare una soluzione. Al momento abbiamo delle date: il ritiro di Cascia durerà dal 17 al 30 luglio, il 16 abbiamo le visite mediche. Quando si parte si pensa sempre di essere completi, ma stiamo cercando di allestire una squadra già completa per il ritiro: in linea di massima saremo quasi completi per la partenza». Qualche polemica è nata con lo spostamento del settore giovanile a Ruvo di Puglia: «Il presidente Perpignano viene dal settore giovanile, dove a Bogliasco ha avuto 800 ragazzi; io stesso ho giocato nel settore giovanile del Barletta. A Ruvo, però, abbiamo una struttura esclusiva: è un miglioramento, non è una delocalizzazione. Abbiamo scelto una persona che negli anni si è contraddistinta con Andria, Bisceglie e Bari. Vogliamo realizzare altri risultati come quello raggiunto con la cessione in prestito di Guglielmi al Verona».
Calciomercato e simboli- «Sul mercato nessuna difficoltà, Barletta è ancora molto apprezzata dagli addetti ai lavori. Rizzieri è plenipotenziario, sul mercato cerchiamo gente che lotti, esca dal campo con la maglia strappata, sputi sangue fino all'ultimo minuto. Stiamo cercando un attaccante importante, un centrale difensivo importante: siamo vicini alla chiusura, ma non voglio fare nomi. Abbiamo assi attivi con Verona e Sampdoria. Vogliamo ricreare un clima familiare: il Barletta non è una semplice azienda. Ci lavori, ma se non hai passione non vai lontano. Il nostro compito è riconnettere la squadra al tessuto sociale, farlo diventare un simbolo al pari di Eraclio e della Disfida. Sentiamo i nostri tifosi vicini, te ne accorgi anche camminando per strada, con pacche, saluti, abbracci: è un motivo di orgoglio per me avere questo ruolo e per noi rappresentare il Barletta. Siamo contenti dell'accoglienza ricevuta, ringraziamo i tifosi l'affetto che ci stanno dimostrando e soprattutto per l'attaccamento alla maglia che hanno sempre avuto sin dal primo momento. Siamo sicuri che ci rimarranno vicini, ne abbiamo bisogno».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il rapporto con Perpignano- «Perpignano lo conosco ormai da alcuni anni: abbiamo avuto tanti rapporti di natura lavorativa, tanto da arrivare alla famosa battuta che ha ingenerato l'acquisto del Barletta da parte sua. Il presidente è un innamorato di calcio, era alla ricerca di una realtà importante in cui provare a portare avanti un progetto e si è creata questa possibilità con Barletta. Io garante dell'operazione? C'è grande passione, ho un ruolo importante in un progetto importante. L'operazione-Barletta è stata attentamente ponderata: tutto lo staff del Barletta ha un contratto triennale e sicuramente c'è programmazione. Quando ci siamo avvicinati al club, Tatò aveva più volte ribadito che avrebbe voluto vendere: il Barletta l'anno prossimo disputerà un campionato di Lega Pro, torneo che tante altre realtà che vivono giorni di difficoltà vorrebbero disputare».
Legame con la storia- Giorni frenetici in via Vittorio Veneto:«In questo periodo stiamo lavorando tanto: 40 ore al giorno non sarebbero sufficienti. Siamo ripartiti tentando di recuperare a livello di organigramma tutte le figure già presenti in società per dare un segno di continuità, legare la figura del presidente Perpignano al territorio e promuovere quella di Roberto Tatò come presidente onorario. Vorremmo con noi anche Francesco Sfrecola, anche lui ha fatto la storia e quello che hanno fatto non può essere dimenticato. Per noi averli in società entrambi sarebbe motivo di orgoglio».
Obiettivi- Cascella mantiene il profilo basso:«Il nostro obiettivo è quello della salvezza, magari togliendoci qualche soddisfazione. E' inutile fare voli pindarici perché poi si cade male. Indipendentemente dai soldi che si spendono, abbiamo un capitale come la Lega Pro. Il nostro progetto è triennale, voliamo bassi e faremo bene. In programma non mancano le iniziative per riconciliare pubblico e società: Avremo un occhio molto attento al sociale, alla cittadinanza, ma per problemi contingenti e priorità ora lavoriamo su altro. Se qualcuno ha proposte per riavvicinare il Barletta a associazioni e gruppi cittadini, è libero di fare proposte. A breve avremo anche il club "I Biancorossi" in società: appena il club sarà pronto, lo accoglieremo in società».
Stadio e settore giovanile- Due temi caldi oltre al mercato sono lo stadio "Puttilli", con annessi lavori di restyling, e il settore giovanile. « Al momento stiamo entrando sulla questione-spiega Cascella sul "Puttilli"-prima abbiamo avuto altre incombenze da sbrigare. Io però credo che tutti quanti se lavoriamo nell'interesse della città possiamo trovare una soluzione. Al momento abbiamo delle date: il ritiro di Cascia durerà dal 17 al 30 luglio, il 16 abbiamo le visite mediche. Quando si parte si pensa sempre di essere completi, ma stiamo cercando di allestire una squadra già completa per il ritiro: in linea di massima saremo quasi completi per la partenza». Qualche polemica è nata con lo spostamento del settore giovanile a Ruvo di Puglia: «Il presidente Perpignano viene dal settore giovanile, dove a Bogliasco ha avuto 800 ragazzi; io stesso ho giocato nel settore giovanile del Barletta. A Ruvo, però, abbiamo una struttura esclusiva: è un miglioramento, non è una delocalizzazione. Abbiamo scelto una persona che negli anni si è contraddistinta con Andria, Bisceglie e Bari. Vogliamo realizzare altri risultati come quello raggiunto con la cessione in prestito di Guglielmi al Verona».
Calciomercato e simboli- «Sul mercato nessuna difficoltà, Barletta è ancora molto apprezzata dagli addetti ai lavori. Rizzieri è plenipotenziario, sul mercato cerchiamo gente che lotti, esca dal campo con la maglia strappata, sputi sangue fino all'ultimo minuto. Stiamo cercando un attaccante importante, un centrale difensivo importante: siamo vicini alla chiusura, ma non voglio fare nomi. Abbiamo assi attivi con Verona e Sampdoria. Vogliamo ricreare un clima familiare: il Barletta non è una semplice azienda. Ci lavori, ma se non hai passione non vai lontano. Il nostro compito è riconnettere la squadra al tessuto sociale, farlo diventare un simbolo al pari di Eraclio e della Disfida. Sentiamo i nostri tifosi vicini, te ne accorgi anche camminando per strada, con pacche, saluti, abbracci: è un motivo di orgoglio per me avere questo ruolo e per noi rappresentare il Barletta. Siamo contenti dell'accoglienza ricevuta, ringraziamo i tifosi l'affetto che ci stanno dimostrando e soprattutto per l'attaccamento alla maglia che hanno sempre avuto sin dal primo momento. Siamo sicuri che ci rimarranno vicini, ne abbiamo bisogno».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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