
Calcio
Carrara: «Ciao Barletta, grazie di tutto»
I saluti dell'allenatore biancorosso arrivano attraverso Facebook
Barletta - venerdì 9 maggio 2014
13.31
Dopo Fabrizio Di Bella e Fabio Romeo, congedatisi dalla piazza barlettana con affettuosi messaggi di saluti sui propri profili Facebook, tocca anche a Marco Carrara, secondo allenatore della maledetta annata sportiva 2013/2014, salutare attraverso un post sul social network: una foto con lo stemma della città è accompagnata dalla scritta "Grazie di tutto" in caratteri maiuscoli. Un messaggio chiaro e semplice, quello dell'allenatore veneto, che ha chiuso con 50 giorni di anticipo un addio datato 30 giugno 2014, data ormai celebre in casa biancorossa, per scadenza naturale del contratto. Al pari di quasi tutti gli uomini di staff, segreteria e dirigenza, anche l'ex centrocampista biancorosso ha salutato anzitempo.
Centrocampista di quantità e qualità negli anni '80 e '90, in biancorosso nella stagione 1990-91 in serie B e in Calabria dal 1993 al 1995 con il dg Martino, Carrara era arrivato all'ombra di Eraclio in estate come "vice" di Nevio Orlandi, ruolo già ricoperto nel 2009. Nove mesi nell'ombra, senza nemmeno una presentazione ufficiale alla stampa, e poi il 4 aprile la chance aperta con le porte della Prima Squadra per le ultime tre partite di un insignificante torneo. Non ha portato modifiche nel gioco, fattore difficile da concretizzare per limiti tecnici e di tempo, ma perlomeno ha provato a dare una scossa all'ambiente, dividendo anche i pareri all'interno dello spogliatoio biancorosso.
Un'avventura fugace, quella di Carrara in sella alla panchina della Prima Squadra biancorossa. Tre partite, un punto, due reti fatte e sette incassate in un contesto ormai più vicino a quello dei tornei parrocchiali che alla terza serie del calcio professionistico italiano. «Per essere un calciatore professionista le tre C devi averle tutte, non puoi averne solo una o due» aveva spesso spiegato nel suo breve interregno, sottolineando come "Corazon, cabeza e cojones", tre caratteristiche fondamentali senza le quali non si può essere calciatori, non fossero proprio all'ordine del giorno in via Vittorio Veneto. Ora il suo addio lascia un piccolo post-it da affiggere sugli armadietti del "Cosimo Puttilli": chiunque rileverà il Barletta dovrà conoscere e pesare i tanti errori che sono stati commessi in questa stagione, costruendo una squadra ricca di tre C, requisito senza il quale non è nemmeno consigliabile prendere parte ad un campionato professionistico.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Centrocampista di quantità e qualità negli anni '80 e '90, in biancorosso nella stagione 1990-91 in serie B e in Calabria dal 1993 al 1995 con il dg Martino, Carrara era arrivato all'ombra di Eraclio in estate come "vice" di Nevio Orlandi, ruolo già ricoperto nel 2009. Nove mesi nell'ombra, senza nemmeno una presentazione ufficiale alla stampa, e poi il 4 aprile la chance aperta con le porte della Prima Squadra per le ultime tre partite di un insignificante torneo. Non ha portato modifiche nel gioco, fattore difficile da concretizzare per limiti tecnici e di tempo, ma perlomeno ha provato a dare una scossa all'ambiente, dividendo anche i pareri all'interno dello spogliatoio biancorosso.
Un'avventura fugace, quella di Carrara in sella alla panchina della Prima Squadra biancorossa. Tre partite, un punto, due reti fatte e sette incassate in un contesto ormai più vicino a quello dei tornei parrocchiali che alla terza serie del calcio professionistico italiano. «Per essere un calciatore professionista le tre C devi averle tutte, non puoi averne solo una o due» aveva spesso spiegato nel suo breve interregno, sottolineando come "Corazon, cabeza e cojones", tre caratteristiche fondamentali senza le quali non si può essere calciatori, non fossero proprio all'ordine del giorno in via Vittorio Veneto. Ora il suo addio lascia un piccolo post-it da affiggere sugli armadietti del "Cosimo Puttilli": chiunque rileverà il Barletta dovrà conoscere e pesare i tanti errori che sono stati commessi in questa stagione, costruendo una squadra ricca di tre C, requisito senza il quale non è nemmeno consigliabile prendere parte ad un campionato professionistico.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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