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Calcio
Calcio, Pavone e il Barletta al passo d'addio
Il ds dei giovani ripercorre vecchi errori
Barletta - lunedì 10 dicembre 2012
1.22
"Nessuno è profeta in patria". Con questa frase Giuseppe Pavone, detto Peppino dai concittadini barlettani e non solo, si presentò a Barletta all'alba di quello che si presentava come uno scintillante (sulla carta) "progetto-giovani" votato a una tranquilla salvezza, con queste parole potrebbe aver salutato la piazza. Il rapporto tra il direttore sportivo biancorosso e il Barletta Calcio sembra arrivato al passo finale, o perlomeno a un momentaneo "congelamento": la decisione è maturata dopo il fischio finale di Barletta-Carrarese, match terminato con un amarissimo 2-2, con la doppia rimonta lunigiana successiva alle marcature di Molina e Burzigotti. Prima Pavone ha incontrato i gruppi organizzati della tifoseria biancorossa all'esterno del "Puttiilli", per cercare di chiarire una situazione deficitaria come quella che la classifica presenta oggi al Barletta Calcio, poi ha confermato la decisione in un'intervista rilasciata a tuttolegapro.com (perché non parlare attraverso il sito ufficiale, ci chiediamo), spiegando di essere "in stand-by" e ammettendo di soffrire la contestazione dei suoi cittadini. Manca solo l'incontro definitivo con il presidente biancorosso Roberto Tatò per metter nero su bianco la separazione definitiva, a meno di imprevisti e imprevedibili dietro-front.
Il progetto imbastito dal ds biancorosso è fallito. Lo dicono la classifica, l'avvicendamento fra allenatori e soprattutto il clima creatosi intorno alla squadra biancorossa. Già l'ormai "celebre" lettera aperta dell'ex tecnico biancorosso Raffaele Novelli svelava interessanti retroscena di mercato: il ds aveva ricevuto l'esplicita richiesta dal Mister di esaurire il rafforzamento della squadra entro l'inizio della preparazione estiva. Così non fu, i nuovi acquisti giunsero solamente- e in parte- nell'ultima settimana di mercato e Novelli rassegnò le dimissioni, prontamente respinte da Pavone, ma che sancivano una prima rottura fra le parti. Il presente vede traballare anche la panchina di mister Paolo Stringara: nonostante i miglioramenti sul piano del gioco visti ieri, anche l'allenatore di Orbetello (4 punti in 5 partite a Barletta) potrebbe pagare i saluti finali con il ds Pavone, con il quale aveva già lavorato a Foggia e Cava dei Tirreni.
Già nelle ultime settimane,la presenza di Pavone, dai post-partita alle conferenze settimanali, si era sensibilmente ridotta in casa biancorossa. L'ultimo intervento del direttore risaliva al 22 novembre, un'intervista sul calciomercato trasmessa dal sito ufficiale del Barletta Calcio, a fronte di un Tatò maggiormente "accentratore" nelle scelte, come l'arrivo di Allegretti, un "over 30", aveva recentemente confermato, e un ds leggermente meno presente: curiose similitudini con quanto avvenne nell'ultima fase della gestione-Castagnini, esattamente un anno fa di questi tempi, con l'allora ds toscano lentamente messo ai margini della gestione societaria. Inizi di separazione già in atto, che potrebbero trovare definizione prestissimo. Era il 6 luglio quando Pavone veniva presentato ufficialmente come direttore sportivo del Barletta: cinque mesi dopo è tempo di bilanci, ed il lavoro svolto non può lasciare soddisfatti. Un progetto-giovani non andato in porto, nè con il contributo del calciomercato, nè per quanto concerne il lavoro svolto con chi già militava in squadra. Ora lo "stand-by", preludio di addio:
La politica dello "state tranquilli, che questa squadra esploderà" (ipse dixit) non ha pagato, e i dati sono davanti a tutti: 7 punti in 13 partite, tanti "under" che stanno pagando sin troppo lo scotto della categoria e soprattutto la sensazione che per il ds biancorosso fosse arrivato il momento di fare "mea culpa. Nessuno gli disconosce il complesso compito avuto in partenza, quello di costruire una squadra in clima di spending review, ma certo non sono mancati gli errori. Era mancato sin qui in pubblico un gesto che sicuramente gli renderebbe merito: fare marcia indietro davanti a delle scelte sbagliate è sinonimo di intelligenza, proseguire ostinatamente per la propria via è carenza di lungimiranza. Ieri queste parole sono arrivate, sebbene tra le righe, e porteranno con ogni probabilità alla separazione tra le parti. Pavone o meno, a Barletta deve passare un messaggio. Occorre rimboccarsi le maniche e adoperarsi al meglio sin dalla prossima finestra di mercato: dai sogni playoff di Piacenza all'incubo retrocessione a maggio il passo è breve.
Luca Guerra
Orazio Rotunno
Il progetto imbastito dal ds biancorosso è fallito. Lo dicono la classifica, l'avvicendamento fra allenatori e soprattutto il clima creatosi intorno alla squadra biancorossa. Già l'ormai "celebre" lettera aperta dell'ex tecnico biancorosso Raffaele Novelli svelava interessanti retroscena di mercato: il ds aveva ricevuto l'esplicita richiesta dal Mister di esaurire il rafforzamento della squadra entro l'inizio della preparazione estiva. Così non fu, i nuovi acquisti giunsero solamente- e in parte- nell'ultima settimana di mercato e Novelli rassegnò le dimissioni, prontamente respinte da Pavone, ma che sancivano una prima rottura fra le parti. Il presente vede traballare anche la panchina di mister Paolo Stringara: nonostante i miglioramenti sul piano del gioco visti ieri, anche l'allenatore di Orbetello (4 punti in 5 partite a Barletta) potrebbe pagare i saluti finali con il ds Pavone, con il quale aveva già lavorato a Foggia e Cava dei Tirreni.
Già nelle ultime settimane,la presenza di Pavone, dai post-partita alle conferenze settimanali, si era sensibilmente ridotta in casa biancorossa. L'ultimo intervento del direttore risaliva al 22 novembre, un'intervista sul calciomercato trasmessa dal sito ufficiale del Barletta Calcio, a fronte di un Tatò maggiormente "accentratore" nelle scelte, come l'arrivo di Allegretti, un "over 30", aveva recentemente confermato, e un ds leggermente meno presente: curiose similitudini con quanto avvenne nell'ultima fase della gestione-Castagnini, esattamente un anno fa di questi tempi, con l'allora ds toscano lentamente messo ai margini della gestione societaria. Inizi di separazione già in atto, che potrebbero trovare definizione prestissimo. Era il 6 luglio quando Pavone veniva presentato ufficialmente come direttore sportivo del Barletta: cinque mesi dopo è tempo di bilanci, ed il lavoro svolto non può lasciare soddisfatti. Un progetto-giovani non andato in porto, nè con il contributo del calciomercato, nè per quanto concerne il lavoro svolto con chi già militava in squadra. Ora lo "stand-by", preludio di addio:
La politica dello "state tranquilli, che questa squadra esploderà" (ipse dixit) non ha pagato, e i dati sono davanti a tutti: 7 punti in 13 partite, tanti "under" che stanno pagando sin troppo lo scotto della categoria e soprattutto la sensazione che per il ds biancorosso fosse arrivato il momento di fare "mea culpa. Nessuno gli disconosce il complesso compito avuto in partenza, quello di costruire una squadra in clima di spending review, ma certo non sono mancati gli errori. Era mancato sin qui in pubblico un gesto che sicuramente gli renderebbe merito: fare marcia indietro davanti a delle scelte sbagliate è sinonimo di intelligenza, proseguire ostinatamente per la propria via è carenza di lungimiranza. Ieri queste parole sono arrivate, sebbene tra le righe, e porteranno con ogni probabilità alla separazione tra le parti. Pavone o meno, a Barletta deve passare un messaggio. Occorre rimboccarsi le maniche e adoperarsi al meglio sin dalla prossima finestra di mercato: dai sogni playoff di Piacenza all'incubo retrocessione a maggio il passo è breve.
Luca Guerra
Orazio Rotunno
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