
Calcio
Barletta Calcio, porte chiuse sul campo, porte aperte in società?
Squadra rintanata nel suo "fortino", si attendono chiarimenti definitivi dai vertici
Barletta - giovedì 3 gennaio 2013
0.34
Da un lato un organico che sta portando avanti la sua settimana di allenamenti a porte chiuse, con alle viste una sfida cruciale quale quella al Catanzaro, in programma domenica 6 gennaio al "Cosimo Puttilli". Dall'altro una società per la quale si rincorrono voci a "porte aperte" in merito a fidejussioni, passaggi di quote societarie, programmi di mercato "bi-fronte" e organigrammi in fermento. E' questa la realtà che attraversa oggi il Barletta Calcio: il club di via Veneto si divide in questi giorni tra il terreno di gioco, l'arena virtuale del calciomercato e quella delle trattative sull'asse Tatò-Di Cosola.
I passaggi precedenti
Gli abboccamenti, i contatti, le richieste di informazioni sono "vive" dallo scorso inverno, ma hanno subito una netta accelerazione a partire da fine ottobre 2012. Le diverse presenze di Di Cosola sugli spalti del "Puttilli", le interviste rilasciate agli organi di stampa nelle quali l'imprenditore barlettano 42enne figlio del più noto Francesco che tra il 1985 e il 1990, negli "storici" anni della serie B, ha detenuto la presidenza della S.S. Barletta Calcio, aveva a più riprese testimoniato la sua disponibilità a rilevare il club, avevano cozzato con le parole e la volontà del presidente biancorosso Tatò, il quale si era detto attraverso un comunicato ufficiale "disponibile a cedere la società a prezzo zero e senza alcun debito, a condizione di essere liberato dalla fideiussione depositata presso la Lega". La fidejussione, appunto: verte intorno a questo fattore il "domandone" sul futuro del Barletta Calcio, ad oggi alla ricerca di solide certezze e non di "bucce di banana", tanto per citare un'espressione cara al numero uno del sodalizio di via Veneto.
Trattativa morta, anzi no
Le ultime voci prima del match contro il Benevento raccontavano di una trattativa ormai a un passo dalla chiusura con una fumata grigia. Il Capodanno ha però portato in dote qualche novità: dopo un tentativo di prelevare la squadra a costo zero, Di Cosola avrebbe infatti preparato la fidejussione necessaria per l'acquisto del club, sottoponendolo anche all'entourage di Tatò. La palla passerebbe così in mano al presidente biancorosso Tatò: le parti si siederanno nuovamente al tavolo della trattativa o il numero uno del club di via Veneto ringrazierà per l'interessamento e congederà l'acquirente, confermando la volontà di detenere il comando del club almeno sino a giugno? L'ennesimo rinvio suonerebbe come definitivo nel "pour parler" tra le due parti, con Pasquale Di Cosola che già a marzo scorso aveva provato a entrare in società, con la squadra in lizza per i playoff, e il presidente del Barletta Calcio che decise di spostare l'appuntamento decisivo, che ancora oggi è lungi dallo svolgersi, a giugno. Una reazione insolita, se si pensa alla "richiesta d'aiuto" lanciata dal presidente Tatò in conferenza stampa a novembre: che il progetto proposto dalla controparte non l'abbia mai convinto? Interrogativi che sperano di trovare risposta molto presto;
Le programmazioni future
Ovviamente, dalla definizione dell'eventuale passaggio societario o dalla definitiva scelta di andare avanti con Roberto Tatò, dipenderà anche la programmazione del futuro societario. Con Di Cosola, è cosa risaputa, potremmo assistere a un completo "restyling" dal sapore di amarcord dello staff tecnico, con in pole i nomi di Marco Cari per la panchina, di Gianluca Torma per il ruolo di ds e Renzo Castagnini come direttore tecnico. Un programma che cozza con le recenti parole del ds Gabriele Martino, che ha ammesso di essere prossimo all'accordo con Tatò, ma resta comunque in stand-by da quasi due settimane. La situazione appare paradossale: Martino aspetta Barletta, il Barletta aspetta Martino per capire quale sarà il suo prossimo presidente. E chiudere le porte della società, in un modo o nell'altro, agli spifferi. In caso di fumata grigia con l'ex direttore sportivo di Reggina e Lazio, invece, potrebbe cambiare il vento in via Veneto.
(Twitter: @GuerraLuca88)
I passaggi precedenti
Gli abboccamenti, i contatti, le richieste di informazioni sono "vive" dallo scorso inverno, ma hanno subito una netta accelerazione a partire da fine ottobre 2012. Le diverse presenze di Di Cosola sugli spalti del "Puttilli", le interviste rilasciate agli organi di stampa nelle quali l'imprenditore barlettano 42enne figlio del più noto Francesco che tra il 1985 e il 1990, negli "storici" anni della serie B, ha detenuto la presidenza della S.S. Barletta Calcio, aveva a più riprese testimoniato la sua disponibilità a rilevare il club, avevano cozzato con le parole e la volontà del presidente biancorosso Tatò, il quale si era detto attraverso un comunicato ufficiale "disponibile a cedere la società a prezzo zero e senza alcun debito, a condizione di essere liberato dalla fideiussione depositata presso la Lega". La fidejussione, appunto: verte intorno a questo fattore il "domandone" sul futuro del Barletta Calcio, ad oggi alla ricerca di solide certezze e non di "bucce di banana", tanto per citare un'espressione cara al numero uno del sodalizio di via Veneto.
Trattativa morta, anzi no
Le ultime voci prima del match contro il Benevento raccontavano di una trattativa ormai a un passo dalla chiusura con una fumata grigia. Il Capodanno ha però portato in dote qualche novità: dopo un tentativo di prelevare la squadra a costo zero, Di Cosola avrebbe infatti preparato la fidejussione necessaria per l'acquisto del club, sottoponendolo anche all'entourage di Tatò. La palla passerebbe così in mano al presidente biancorosso Tatò: le parti si siederanno nuovamente al tavolo della trattativa o il numero uno del club di via Veneto ringrazierà per l'interessamento e congederà l'acquirente, confermando la volontà di detenere il comando del club almeno sino a giugno? L'ennesimo rinvio suonerebbe come definitivo nel "pour parler" tra le due parti, con Pasquale Di Cosola che già a marzo scorso aveva provato a entrare in società, con la squadra in lizza per i playoff, e il presidente del Barletta Calcio che decise di spostare l'appuntamento decisivo, che ancora oggi è lungi dallo svolgersi, a giugno. Una reazione insolita, se si pensa alla "richiesta d'aiuto" lanciata dal presidente Tatò in conferenza stampa a novembre: che il progetto proposto dalla controparte non l'abbia mai convinto? Interrogativi che sperano di trovare risposta molto presto;
Le programmazioni future
Ovviamente, dalla definizione dell'eventuale passaggio societario o dalla definitiva scelta di andare avanti con Roberto Tatò, dipenderà anche la programmazione del futuro societario. Con Di Cosola, è cosa risaputa, potremmo assistere a un completo "restyling" dal sapore di amarcord dello staff tecnico, con in pole i nomi di Marco Cari per la panchina, di Gianluca Torma per il ruolo di ds e Renzo Castagnini come direttore tecnico. Un programma che cozza con le recenti parole del ds Gabriele Martino, che ha ammesso di essere prossimo all'accordo con Tatò, ma resta comunque in stand-by da quasi due settimane. La situazione appare paradossale: Martino aspetta Barletta, il Barletta aspetta Martino per capire quale sarà il suo prossimo presidente. E chiudere le porte della società, in un modo o nell'altro, agli spifferi. In caso di fumata grigia con l'ex direttore sportivo di Reggina e Lazio, invece, potrebbe cambiare il vento in via Veneto.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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