Francesco Mazzarani
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Calcio

Barletta Calcio, parla Mazzarani: «Dobbiamo proprio cambiare rotta»

Il terzino biancorosso analizza il difficile momento della squadra

Schietto, aperto, diretto e senza fronzoli, sia in campo che fuori. È questo l'identikit perfetto di Francesco Mazzarani, uno dei "capitani" di questo Barletta. Il "roscio" terzino biancorosso è uno dei pochi veterani in questa rosa, uno dei pochi con un pizzico d'esperienza, elemento utile ad analizzare con più profondità un momento davvero complicato. Dopo aver rialzato la testa contro il Sorrento, il Barletta è nuovamente affondato in casa, vittima della Paganese. Ora la sosta precede il delicatissimo match di Prato. Ai nostri microfoni, Mazzarani ci svela come la squadra sta vivendo il momento e quale potrebbe essere la "medicina" giusta per uscire dal pantano della bassa classifica.

Francesco, sei uno dei veterani della squadra, uno dei giocatori con più esperienza. Questo è forse il primo momento difficile della tua carriera agonistica. Come lo stai vivendo e come si sta vivendo all'interno dello spogliatoio?
C'è un momento veramente di difficoltà. I punti sono lì, la classifica purtroppo dobbiamo guardarla. Oramai siamo alla sosta tra undicesima e dodicesima giornata: dobbiamo vivere il momento con la consapevolezza che dobbiamo migliorare questa situazione. Dobbiamo tirarci fuori, non possiamo accettare quello che succede anche la domenica. Magari delle volte l'approccio non è come dovrebbe essere, si va sotto e facciamo fatica a recuperare le partite.

Una stranezza caratterizza questa squadra. È un'inversione di tendenza rispetto alle squadre che solitamente sono costruite per salvarsi. Una squadra che naviga nei bassifondi della classifica di solito tende a fare più punti in casa che in trasferta. A voi accade l'esatto contrario. Ma cosa succede in casa? Avete un blocco psicologico? Siete meno sbarazzini? Scendete in campo più timorosi?
Potrebbe essere causato da un cattivo approccio alla partita. Quando subiamo gol non abbiamo la forza per rialzarci.

Secondo te questa squadra ha bisogno più di una scossa a livello psicologico, oppure manca qualcosa dal punto di vista tecnico?
Non posso giudicare il lato tecnico. Certo, se abbiamo questi punti, qualcosa non ha funzionato come doveva. A livello psicologico e per quel che riguarda il morale, la società ha provato a dare una scossa mandando via il mister (Novelli ndr) e chiamando un nuovo allenatore. Noi in campo dobbiamo cercare di dare qualcosa in più. A Sorrento siamo riusciti a farlo, abbiamo un attimo rialzato la testa. Anche con la Paganese abbiamo giocato bene, ma ci succede dall'inizio dell'anno: nessuna squadra ci ha messo sotto, tolti quei 20 minuti contro il Latina. Però ci manca quella scintilla che ci permette di dire "adesso ci siamo tolti da una situazione complicata".

Qual è la sconfitta che vi pesa di più, a parte il derby con l'Andria?
Quella con l'Andria pesa tantissimo, pesano anche tanto tutte quelle in casa. L'ultima, quella contro la Paganese brucia perché è la più recente. Quella con il Latina, ci metterei anche quella con il Frosinone, sono partite che potevano andare decisamente in modo diverso.

Una costante di questo inizio di campionato è il fatto che la squadra ha espresso bel gioco, mettendo gli avversari sotto per buona parte della partita, ma i risultati non arrivano anche per qualche errore individuale. Cosa c'è da migliorare secondo te?
L'impulso può darlo un migliore approccio alla partita, perché spesso ci capita di andare sotto nel primo tempo e poi dopo è dura rimontare, come spesso ci succede in casa. Invece altre volte giochi bene ma non riesci a sbloccare la partita, e ti puniscono alla prima occasione utile. Quindi ci serve portare gli episodi dalla nostra parte, perché il calcio è fatto di episodi, e lì magari sarebbe utile un pizzico di cattiveria in più, di furbizia…

Come avete vissuto all'interno dello spogliatoio il cambio di guida tecnica?
L'abbiamo vissuta come una grande sconfitta da parte nostra. Quando va via un allenatore, lui viene allontanato, ma i responsabili siamo noi che scendiamo in campo. L'abbiamo però presa anche come uno stimolo per fare qualcosa di meglio, perché la situazione era critica, e lo sta diventando sempre più.

Il cambio di guida tecnica ha portato anche un cambio di mentalità in campo. Con chi vi trovate meglio?
Questo è difficile da dirlo. Abbiamo iniziato da poco con il nuovo mister, con l'altro allenatore abbiamo affrontato delle squadre forti ma senza ottenere i risultati. Il giudice ultimo sarà sicuramente il campo.

Adesso vi aspetta una settimana di pausa in cui è possibile ricaricare le pile sia dal punto di vista numerico, visto che recupera qualche elemento infortunato, ma anche dal punto di vista psicologico. All'orizzonte, vi attende la delicata trasferta di Prato…
Stiamo vivendo questa settimana in maniera tranquilla, ma siamo concentrati sull'obiettivo. Bisogna andare a Prato per migliorare questa situazione. Ora dobbiamo andare a piccoli passi e dobbiamo cercare di uscire da queste acque.

Molti tra i componenti della rosa biancorossa sono alla prima esperienza tra i professionisti. Come si sentono in questo momento così delicato?
Siamo tutti nella stessa situazione, giovani e non. Dobbiamo un attimo scrollarci di dosso l'idea che la squadra è giovane. Dobbiamo capirlo tutti insieme che c'è una responsabilità: adesso dobbiamo proprio cambiare rotta. Era successo a Sorrento e anche domenica siamo stati un po' sfortunati.

Come state accogliendo Gilioli e Del Core che si stanno allenando con voi in questi giorni?
Bene, sono arrivati da poco, non hanno ancora firmato, ma sono due giocatori importanti. Parla per loro un curriculum importante, ben venga il loro innesto.

Credi che questa squadra abbia bisogno di un apporto di esperienza maggiore?
L'avevo già detto in precedenza: non sarebbe stato sgradito l'arrivo di qualche elemento con maggiore esperienza. Comunque è sempre meglio fare i conti con l'abbondanza.

Parlando un po' più del lato personale, hai avuto un inizio di stagione complicato, con qualche acciacco di troppo. Sei pronto per dare il massimo?
Certo, ora sto bene e sono pronto a dare il 100%. Ora poi i risultati non arrivano e non si riesce ad esprimere il gioco dell'anno scorso. Dobbiamo rimboccarci tutti le maniche per migliorare questa situazione.

Nonostante il momento complicato, tu sei uno dei beniamini della tifoseria, che nonostante il momento continua a starvi vicino. Una tifoseria che vi sta dando una serie di segnali forti. Come vivete questo rapporto con la tifoseria?
Abbiamo apprezzato tanto il gesto dei tifosi. I nostri sostenitori sono stati molto intelligenti. Se una situazione del genere fosse successa l'anno scorso, non so quanto avrebbero capito, e non avrebbero avuto tutti i torti. Quest'anno, invece, ci stanno vicini, e noi lo sentiamo. Il nostro tabù casalingo non è assolutamente riconducibile ai nostri tifosi. Anzi, loro ci danno uno stimolo in più per migliorare.

In chiusura, vorrei chiederti se, secondo te, la trasferta di Prato può essere considerata l'ultima spiaggia per il Barletta…
È uno scontro diretto importante. Non so se è l'ultima spiaggia, ma è una partita da cui dobbiamo uscire con un risultato positivo. E magari ci fosse proprio quello pieno, sarebbe l'ideale.

Chiudiamo con una battuta. Dezi durante la scorsa conferenza stampa ci disse che con 32-35 punti ci si può salvare. Bisogna cominciare a macinare se si vuole raggiungere questa soglia…
È certo, bisogna iniziare già da domenica. Adesso non serve fare calcoli a lungo termine. Bisogna guardare partita per partita, come se fosse una finale, e tirare fuori il massimo…

Questo è quanto chiedono anche i tifosi. Urge un'inversione di tendenza, bisogna uscire da una situazione che comincia ad essere drammatica...
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