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Calcio
Barletta 2014/2015, che fine hai fatto?
Ieri calciatori a colloquio con l'Aic, i tifosi cercano soluzioni per il futuro
Barletta - giovedì 19 febbraio 2015
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Otto mesi fa, il Barletta Calcio era una società economicamente sana. In vendita a costo zero, ma priva di debiti: il 19 giugno 2014 avvenne il passaggio dalle mani di Roberto Tatò a quelle di Giuseppe Perpignano, presentatosi da Genova alle porte di via Vittorio Veneto con tutte le "garanzie necessarie"-come spiegato illo tempore dall'allora numero 1 biancorosso-aveva portato nella Città della Disfida volti nuovi, ambizioni di "progettazione triennale" (Perpignano dixit), uno staff rinnovato e una rosa allestita con tanti volti di esperienza e qualche giovane affamato per la categoria, con un ventaglio di addii tra gli elementi in rosa nella scorsa stagione e appena tre conferme. Tutto bene, almeno sulla carta: oggi, a otto mesi di distanza, di quel Barletta non c'è più nulla, o quasi. Al di là della classifica positiva, la gestione-Perpignano ha sin qui prodotto punti di penalizzazione-per la seconda volta nella storia del Barletta Calcio-una situazione economica in corso di valutazione e un futuro da disegnare, con il club biancorosso che vive una situazione economica poco chiara, nella quale le uniche certezze sono rappresentate dagli emolumenti non percepiti dai tesserati tra i contributi del trimestre settembre-ottobre-novembre e gli stipendi e i contributi di dicembre (discorso a parte per Biancolino e Dell'Agnello, il cui ultimo stipendio saldato risale a settembre).
Addii-Del presidente biancorosso, ancora oggi in carica seppure con la concessione della procura a vendere l'80% di quote societarie in suo possesso, si sa solo che si trova a Genova dalla mattinata di ieri. Nella giornata di ieri sono arrivati due atti attesi quanto dovuti: le dimissioni, sebbene non irrevocabili, del segretario generale Domenico Damato e del direttore generale Davide Cascella. Due addii che suggellano le nubi sul progetto-Perpignano, e di fatto attestano una società che perde pezzi e vive un senso di spaesamento che coinvolge tutti i suoi tesserati. A tenere in mano le redini biancorosse oggi sono il dt Gennaro Delvecchio e il ds Marco Rizzieri, accompagnati dagli operatori della segreteria e sostenuti da una encomiabile tifoseria: forze alle quali compete la gestione del quotidiano, l'organizzazione del cammino verso la partita di domenica e la gestione del gruppo e dello staff tecnico.
Messa in mora-Ieri in società hanno fatto capolino l'Associazione Italiana Calciatori, che con i suoi rappresentanti ha sostenuto dei colloqui con i calciatori biancorossi: un modo per comprendere da parte dei tesserati come potersi cautelare per il futuro e capire come comportarsi in maniera legale. Non è da escludere, nei prossimi giorni, la messa in mora da parte di tutti i tesserati nei confronti della società: si tratterebbe però solo di un'azione cautelativa da parte dei giocatori risolvibile se in futuro si trovasse una nuova proprietà. Il tutto mentre tra le mura di via Vittorio Veneto i responsabili della tifoseria organizzata erano intenti nel tentativo di organizzare forme di sostegno percorribili per calciatori e tesserati, a partire dal prossimo match interno contro la Lupa Roma, programmato sabato alle 16, importante in chiave-salvezza e per il morale. Ieri intanto Riccardo Regno e Alessandro Radi, su Instagram, si sono fotografati con cartelloni recitanti l'hashtag #SalviamoilBarletta.
Solidarietà-Il tam-tam della tifoseria e della piazza procede incessante: l'obiettivo è chiaro, far sentire il calore a squadra e staff in un momento delicato dal punto di vista finanziario, con un monte debitorio ancora da definire e un futuro da delineare. Ai gruppi organizzati si affianca anche l'azione del Barletta Club "I Biancorossi", portatore in estate del progetto di azionariato popolare mai decollato con Perpignano alla presidenza: la direzione è quella di una "colletta" o una raccolta di beni da realizzare nelle ore precedenti la sfida di sabato o direttamente in coincidenza con essa. Un atto di amore, che serva a saldare le spese primarie come vitto e alloggio e a permettere che si svoga regolarmente l'attività agonistica in casa e in trasferta, in attesa che qualche imprenditore si affacci alle porte di una società dall'elevato capitale umano, con una piazza unita e remante in un'unica direzione alle spalle.
Libri in tribunale?- Alla via della cessione delle quote, al momento complicata dall'"indice di gradimento" in possesso di Perpignano e da voci debitorie in fase ancora di conteggio (stime iniziali parlano di circa 700mila euro), c'è un'alternativa, al momento percorribile in tempi estremamente ridotti: il fallimento pilotato, strada già seguita da Bari e Ascoli nel recente passato. Sarebbe però necessario in tal caso che sia l'immobiliarista ligure a portare i libri in tribunale e aprire di fatto l'iter burocratico che conduce all'auto-fallimento. Tante ipotesi, tra le quali vigono due certezze: l'amore spassionato di Barletta per questi colori da un lato e la delicatezza di una situazione che rischia di portare il calcio biancorosso in una delle sue più brutte pagine dall'altra.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Addii-Del presidente biancorosso, ancora oggi in carica seppure con la concessione della procura a vendere l'80% di quote societarie in suo possesso, si sa solo che si trova a Genova dalla mattinata di ieri. Nella giornata di ieri sono arrivati due atti attesi quanto dovuti: le dimissioni, sebbene non irrevocabili, del segretario generale Domenico Damato e del direttore generale Davide Cascella. Due addii che suggellano le nubi sul progetto-Perpignano, e di fatto attestano una società che perde pezzi e vive un senso di spaesamento che coinvolge tutti i suoi tesserati. A tenere in mano le redini biancorosse oggi sono il dt Gennaro Delvecchio e il ds Marco Rizzieri, accompagnati dagli operatori della segreteria e sostenuti da una encomiabile tifoseria: forze alle quali compete la gestione del quotidiano, l'organizzazione del cammino verso la partita di domenica e la gestione del gruppo e dello staff tecnico.
Messa in mora-Ieri in società hanno fatto capolino l'Associazione Italiana Calciatori, che con i suoi rappresentanti ha sostenuto dei colloqui con i calciatori biancorossi: un modo per comprendere da parte dei tesserati come potersi cautelare per il futuro e capire come comportarsi in maniera legale. Non è da escludere, nei prossimi giorni, la messa in mora da parte di tutti i tesserati nei confronti della società: si tratterebbe però solo di un'azione cautelativa da parte dei giocatori risolvibile se in futuro si trovasse una nuova proprietà. Il tutto mentre tra le mura di via Vittorio Veneto i responsabili della tifoseria organizzata erano intenti nel tentativo di organizzare forme di sostegno percorribili per calciatori e tesserati, a partire dal prossimo match interno contro la Lupa Roma, programmato sabato alle 16, importante in chiave-salvezza e per il morale. Ieri intanto Riccardo Regno e Alessandro Radi, su Instagram, si sono fotografati con cartelloni recitanti l'hashtag #SalviamoilBarletta.
Solidarietà-Il tam-tam della tifoseria e della piazza procede incessante: l'obiettivo è chiaro, far sentire il calore a squadra e staff in un momento delicato dal punto di vista finanziario, con un monte debitorio ancora da definire e un futuro da delineare. Ai gruppi organizzati si affianca anche l'azione del Barletta Club "I Biancorossi", portatore in estate del progetto di azionariato popolare mai decollato con Perpignano alla presidenza: la direzione è quella di una "colletta" o una raccolta di beni da realizzare nelle ore precedenti la sfida di sabato o direttamente in coincidenza con essa. Un atto di amore, che serva a saldare le spese primarie come vitto e alloggio e a permettere che si svoga regolarmente l'attività agonistica in casa e in trasferta, in attesa che qualche imprenditore si affacci alle porte di una società dall'elevato capitale umano, con una piazza unita e remante in un'unica direzione alle spalle.
Libri in tribunale?- Alla via della cessione delle quote, al momento complicata dall'"indice di gradimento" in possesso di Perpignano e da voci debitorie in fase ancora di conteggio (stime iniziali parlano di circa 700mila euro), c'è un'alternativa, al momento percorribile in tempi estremamente ridotti: il fallimento pilotato, strada già seguita da Bari e Ascoli nel recente passato. Sarebbe però necessario in tal caso che sia l'immobiliarista ligure a portare i libri in tribunale e aprire di fatto l'iter burocratico che conduce all'auto-fallimento. Tante ipotesi, tra le quali vigono due certezze: l'amore spassionato di Barletta per questi colori da un lato e la delicatezza di una situazione che rischia di portare il calcio biancorosso in una delle sue più brutte pagine dall'altra.
(Twitter: @GuerraLuca88)

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