Cara Barletta ti scrivo
Una mamma barlettana dopo la morte di Claudio: «Menefreghismo dietro la tragedia»
«Alla famiglia di Claudio chiedo di combattere e di essere forte nell'esigere giustizia»
venerdì 5 novembre 2021
17.29
«Sono una mamma che ha un grande dolore e solo chi ha perso un figlio può capire. Il mio senso di vuoto, di amarezza e impotenza che ogni giorno mi attraversa, cercando di indossare sempre una nuova maschera per nascondere i segni del dolore che stanno lacerando il viso e soprattutto il cuore Sicuramente circostanze diverse, ma con un unico denominatore: la morte che solo pronunciarla come parola mette paura.
Ma non sono qua a giudicare, o a puntare il dito verso nessuno, non conosco né i ragazzi in stato di fermo, come non conoscevo Claudio, ma con molta umiltà e semplicità, vi apro la metà del mio cuore e vi esorto a non essere giudici e a riflettere e a capire che dietro questo gesto c'è un grande menefreghismo. Possiamo assistere a qualsiasi episodio e rimanere completamente impassibili (tanto che c'è ne importa non è successo a noi), ma non dobbiamo prendere sempre a modello i ragazzi perché il tutto parte da noi adulti che siamo cattivi, presuntuosi e arroganti con una consapevolezza così grande da sapere tutto e poi la domenica andiamo come bravi cristiani a messa per sentirci con la coscienza a posto, ma il Signore non ci insegna questo...
Abbiamo trasmesso noi adulti ai nostri figli con la fatidica frase "fatti i fatti tuoi" il senso di menefreghismo che si respira, provocando l'ennesima tragedia. Forse tante tragedie si potevano evitare, siamo noi che dobbiamo cercare di aiutare e capire chi si trova in difficoltà, sicuramente non facendo gli eroi, ma chiedendo aiuto forse qualcuno ci sentirà.
Alla famiglia di Claudio chiedo di combattere, perché fra qualche giorno i riflettori si spegneranno su questa tragedia e di essere forte nell'esigere giustizia. La strada sarà lunga, buia e piena di ostacoli, ma non perdete mai la forza di chiedere che giustizia sia fatta.
Non giudicate i genitori dei due ragazzi, perché i nostri figli una volta che chiudono la porta, non sai mai fino in fondo cosa combinano in giro, dobbiamo solo pregare che la riaprono ogni giorno quella porta e che diano ascolto ai nostri insegnamenti. Una mamma dal cuore a metà».
Lucia Manna
Ma non sono qua a giudicare, o a puntare il dito verso nessuno, non conosco né i ragazzi in stato di fermo, come non conoscevo Claudio, ma con molta umiltà e semplicità, vi apro la metà del mio cuore e vi esorto a non essere giudici e a riflettere e a capire che dietro questo gesto c'è un grande menefreghismo. Possiamo assistere a qualsiasi episodio e rimanere completamente impassibili (tanto che c'è ne importa non è successo a noi), ma non dobbiamo prendere sempre a modello i ragazzi perché il tutto parte da noi adulti che siamo cattivi, presuntuosi e arroganti con una consapevolezza così grande da sapere tutto e poi la domenica andiamo come bravi cristiani a messa per sentirci con la coscienza a posto, ma il Signore non ci insegna questo...
Abbiamo trasmesso noi adulti ai nostri figli con la fatidica frase "fatti i fatti tuoi" il senso di menefreghismo che si respira, provocando l'ennesima tragedia. Forse tante tragedie si potevano evitare, siamo noi che dobbiamo cercare di aiutare e capire chi si trova in difficoltà, sicuramente non facendo gli eroi, ma chiedendo aiuto forse qualcuno ci sentirà.
Alla famiglia di Claudio chiedo di combattere, perché fra qualche giorno i riflettori si spegneranno su questa tragedia e di essere forte nell'esigere giustizia. La strada sarà lunga, buia e piena di ostacoli, ma non perdete mai la forza di chiedere che giustizia sia fatta.
Non giudicate i genitori dei due ragazzi, perché i nostri figli una volta che chiudono la porta, non sai mai fino in fondo cosa combinano in giro, dobbiamo solo pregare che la riaprono ogni giorno quella porta e che diano ascolto ai nostri insegnamenti. Una mamma dal cuore a metà».
Lucia Manna