.jpg)
Cronaca
Omicidio Diviesti, verso il rinvio delle analisi sui reperti ritrovati
La difesa di uno degli indagati vuole la presenza di un perito terzo. La salma del 26enne è stata tumulata
Barletta - sabato 28 giugno 2025
11.03
Potrebbe slittare ad altra data l'accertamento tecnico irripetibile previsto per lunedì 1° luglio a Napoli nell'ambito delle indagini sull'omicidio aggravato dal metodo mafioso di Francesco Diviesti, il 26enne barlettano scomparso il 25 aprile e ritrovato quattro giorni dopo, carbonizzato, tra Canosa e Minervino Murge. A causare il possibile rinvio è la richiesta di incidente probatorio avanzata dall'avvocato Vincenzo Desiderio, difensore di uno dei cinque indagati (Nicola Dibendetto), con l'obiettivo di svolgere le analisi genetiche sotto la supervisione del giudice e alla presenza di un perito terzo.
L'accertamento – disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari – riguarda il confronto fra le tracce biologiche rinvenute in tre diversi sopralluoghi della polizia scientifica e i profili genetici della vittima e degli indagati: tra i reperti figurano cinque bicchierini trovati nella villa dell'indagato 55enne di Minervino (sottoposta a sequestro), campioni ematici e biologici prelevati nel rudere di campagna dove è stato ritrovato il corpo e numerose tracce repertate su una Renault Captur esaminata lo scorso 8 maggio.
A oggi, gli indagati sono cinque: tre barlettani di 21, 25 e 57 anni, un uomo di Minervino di 55 anni e un 40enne di origini albanesi, residente a Barletta, che risulta irreperibile da settimane. Tutti devono rispondere dell'ipotesi di omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Il corpo di Diviesti è stato identificato attraverso analisi del DNA, effettuate presso l'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. La salma è stata restituita alla famiglia a fine maggio e la sepoltura si è svolta in forma strettamente privata. i genitori di Diviesti, sono difesi dall'avvocato Michele Cianci.
L'accertamento – disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari – riguarda il confronto fra le tracce biologiche rinvenute in tre diversi sopralluoghi della polizia scientifica e i profili genetici della vittima e degli indagati: tra i reperti figurano cinque bicchierini trovati nella villa dell'indagato 55enne di Minervino (sottoposta a sequestro), campioni ematici e biologici prelevati nel rudere di campagna dove è stato ritrovato il corpo e numerose tracce repertate su una Renault Captur esaminata lo scorso 8 maggio.
A oggi, gli indagati sono cinque: tre barlettani di 21, 25 e 57 anni, un uomo di Minervino di 55 anni e un 40enne di origini albanesi, residente a Barletta, che risulta irreperibile da settimane. Tutti devono rispondere dell'ipotesi di omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Il corpo di Diviesti è stato identificato attraverso analisi del DNA, effettuate presso l'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. La salma è stata restituita alla famiglia a fine maggio e la sepoltura si è svolta in forma strettamente privata. i genitori di Diviesti, sono difesi dall'avvocato Michele Cianci.