
Turismo
Musei e Cantina aperti, ma per chi?
De Nittis poteva permettersi l'en plein air, Barletta no
Barletta - giovedì 14 agosto 2014
Statica estate quella vissuta dai barlettani in fuga in questo anomalo 2014. E mentre la città si svuota, il Comune ha pensato di aprire, a Ferragosto, le porte della Pinacoteca "De Nittis", del Castello-Museo Civico (dalle 10 alle 20) e della Cantina della Sfida (10-14/16-20). Ma per chi? "Per favorire la valorizzazione del patrimonio cittadino di rilevante richiamo turistico" cita il comunicato ufficiale del Comune.
Un richiamo che sa' di ripiego, visto il Ferragosto afoso che si prospetta… della serie accontentatevi del brodo perché la carne è troppo cara. Di certo, sarebbe stato meglio un richiamo marittimo ma è proprio il mare il brodo che ci costa tanto. Ed ecco che facciamo leva sull'eredità federiciana, sulla cantina medievale e sul talento di un Peppino che ci aveva visto lungo andandosene in Francia. Un patrimonio culturale amato, difeso e promosso dal barlettano all'estero; pietre che però vanno rianimate, riqualificate, ripensate. La notte di Ferragosto, piazza Castello potrà ballare a ritmo di musica a partire dalle ore 22 con Senor Coconut, icona internazionale della filosofia elettronica. E se martedì 5 agosto c'è stato Calici di Stelle a Trani e domenica 10 Battiti Live a Bisceglie, venerdì 15 agosto ci saranno quadri e giavellotti a Barletta. Eppure vino e musica non ci mancano. Del trio adriatico della Bat siamo sicuramente il vertice meno di spicco; le nostre cugine riescono a far danzare gli scogli. Da noi si punta sulla musica tedesca, con occhio alla rivisitazione latino-americana, sperando nell'innovazione del Signor Cocco. Le piccole voci hanno sempre una buona eco.
Ambizioso pretendere i tempi dell'estate barlettana, del Barletta Jazz Festival, della Notte Bianca se i conti sono in rosso. Tuttavia, se la selezione dei programmi interculturali da tenere in considerazione per la programmazione estiva viene presentata il 3 luglio, è difficile chiedere un fossato, un anfiteatro o un Palazzo San Domenico gremiti di gente. Tutto sta. E ci si riduce a pagare lo straordinario a pochi dipendenti per tenere aperti i luoghi della cultura a Ferragosto, senza poter avere l'orgoglio di consigliare al turista un bagno in mare.
Si potrebbe obiettare dicendo che Barletta sta seguendo una rotta turistica di tutt'altro tipo rispetto alle località di mare, ma difficile non pensare che sia la via più facile. Perché non dare fiducia ai privati? Perché non puntare su una direzione artistica per uno spettacolo che coinvolga l'intera cittadinanza? Perché non prendere esempio dalla Festa della musica per convincere i giovani alla condivisone degli spazi della loro città? Perché non installare un palco a disposizione delle band barlettane e creare un'attrazione fresca e snella? Perché non patrocinare l'enogastronomia privata, valorizzando il nostro pane quotidiano? Perché costa impegno, esattamente quanto pensare. Il turista ha bisogno della conciliazione tra mare e monumento, tra arte e pancia, tra aria e insenatura. Le grandi assenti di questa stagione sono le idee; resta solo un'estate silenziosa.
Un richiamo che sa' di ripiego, visto il Ferragosto afoso che si prospetta… della serie accontentatevi del brodo perché la carne è troppo cara. Di certo, sarebbe stato meglio un richiamo marittimo ma è proprio il mare il brodo che ci costa tanto. Ed ecco che facciamo leva sull'eredità federiciana, sulla cantina medievale e sul talento di un Peppino che ci aveva visto lungo andandosene in Francia. Un patrimonio culturale amato, difeso e promosso dal barlettano all'estero; pietre che però vanno rianimate, riqualificate, ripensate. La notte di Ferragosto, piazza Castello potrà ballare a ritmo di musica a partire dalle ore 22 con Senor Coconut, icona internazionale della filosofia elettronica. E se martedì 5 agosto c'è stato Calici di Stelle a Trani e domenica 10 Battiti Live a Bisceglie, venerdì 15 agosto ci saranno quadri e giavellotti a Barletta. Eppure vino e musica non ci mancano. Del trio adriatico della Bat siamo sicuramente il vertice meno di spicco; le nostre cugine riescono a far danzare gli scogli. Da noi si punta sulla musica tedesca, con occhio alla rivisitazione latino-americana, sperando nell'innovazione del Signor Cocco. Le piccole voci hanno sempre una buona eco.
Ambizioso pretendere i tempi dell'estate barlettana, del Barletta Jazz Festival, della Notte Bianca se i conti sono in rosso. Tuttavia, se la selezione dei programmi interculturali da tenere in considerazione per la programmazione estiva viene presentata il 3 luglio, è difficile chiedere un fossato, un anfiteatro o un Palazzo San Domenico gremiti di gente. Tutto sta. E ci si riduce a pagare lo straordinario a pochi dipendenti per tenere aperti i luoghi della cultura a Ferragosto, senza poter avere l'orgoglio di consigliare al turista un bagno in mare.
Si potrebbe obiettare dicendo che Barletta sta seguendo una rotta turistica di tutt'altro tipo rispetto alle località di mare, ma difficile non pensare che sia la via più facile. Perché non dare fiducia ai privati? Perché non puntare su una direzione artistica per uno spettacolo che coinvolga l'intera cittadinanza? Perché non prendere esempio dalla Festa della musica per convincere i giovani alla condivisone degli spazi della loro città? Perché non installare un palco a disposizione delle band barlettane e creare un'attrazione fresca e snella? Perché non patrocinare l'enogastronomia privata, valorizzando il nostro pane quotidiano? Perché costa impegno, esattamente quanto pensare. Il turista ha bisogno della conciliazione tra mare e monumento, tra arte e pancia, tra aria e insenatura. Le grandi assenti di questa stagione sono le idee; resta solo un'estate silenziosa.
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