Ripristinata l'aiuola per i due poliziotti barlettani
Ripristinata l'aiuola per i due poliziotti barlettani
La città

Morirono in servizio: ripristinata l'aiuola per i due poliziotti barlettani

Era il gennaio del 2018 quando il Comune intitolò agli agenti due strade, unite idealmente da due querce piantate per rafforzare il legame tra Barletta e i suoi figli

Il ricordo non ne era stato scalfito, ma il decoro dell'aiuola che ne ospita le targhe commemorative sì. Si è svolta questa mattina una cerimonia in occasione del ripristino della zona verde in cui sono posizionate le targhe che ricordano i due concittadini barlettani, Tommaso Capossele e Savino Antonucci, appartenenti al corpo della Polizia di Stato e morti nell'adempimento del proprio dovere.

Alla cerimonia, arricchita dalla toccante esibizione del Silenzio e dell'Inno di Mameli da parte degli studenti del Liceo Casardi di Barletta, hanno preso parte il Prefetto della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Maurizio Valiante, il Questore di Bari, dott. Giuseppe Bisogno, il dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Barletta, Luciano Di Prisco e i familiari dei due giovani poliziotti.

«È un momento di raccoglimento solidale, doveroso e riconoscente, nei confronti dei familiari – ha detto il Prefetto ValianteÈ allo stesso tempo un riconoscimento di gratitudine agli appartenenti alle forze dell'ordine e, in particolar modo, alla Polizia di Stato che quotidianamente si impegna per garantire la nostra sicurezza. Quella di oggi – ha aggiunto Valiante – è anche un'occasione importante per maturare e rafforzare una coscienza civile all'insegna dei valori della legalità, della democrazie e della libertà che riusciamo a garantire attraverso il lavoro delle forze di Polizia».

Presente anche l'amministrazione comunale, rappresentata dalla presidente della Commissione consiliare Cultura, Stella Mele che ha deposto un mazzo di fiori ai piedi delle targhe, dal presidente del Consiglio, Sabino Dicataldo, e dal comandante della Polizia Locale Col.Savino Filannino.

«Con la cerimonia di oggi – ha detto la consigliera comunale Stella Meleabbiamo celebrato il ripristino del decoro di quell'area dedicata ai due agenti di Polizia. Un momento commemorativo che voleva essere soprattutto un ripristino dei valori di legalità e di impegno nei confronti della legalità, così come ebbe a dire la moglie dell'agente Tommaso Capossele il 25 gennaio 2018, in occasione dell'intitolazione delle due strade ai due concittadini barlettani».
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Era il gennaio del 2018, infatti, quando il Comune intitolò agli agenti due strade nella zona periferica della città, unite idealmente da due querce piantate proprio per rafforzare il legame tra Barletta e i suoi figli, rendendo loro omaggio. Lo stato di degrado e abbandono in cui, a distanza di due anni, versava l'aiuola che ne ospitava il ricordo, ha indotto la Bar.S.A., presente questa mattina con il suo amministratore unico, Michele Cianci, ad occuparsi del ripristino dell'area.

«Non può esserci legalità se alla base non c'è una educazione e una formazione culturale. È questo il senso che l'amministrazione ha voluto dare al ricordo di queste due figure – ha proseguito Stella MeleAbbiamo ricordato due accadimenti, generoso esempio di vita di due servitori dello Stato».

Aveva solo 24 anni Savino Antonucci quando, il 20 luglio del 1988, perse la vita a causa di un incidente avvenuto in provincia di Cuneo, mentre tornava al proprio reparto. Il sacrificio dell'agente di origini barlettane fu premiato, dall'allora Capo della Polizia, con il conferimento della Medaglia d'argento. Fu travolto da un'auto ad alta velocità, invece, l'agente Tommaso Capossele, mentre prestava servizio sull'autostrada A/14. Era il 9 luglio del 2000 quando il 30enne perse la vita, lasciando la moglie e due figli. Appena un anno dopo, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli avrebbe conferito la Medaglia d'oro al Valor Civile.

«Ho avuto modo di parlare con la moglie e i due figli di Tommaso Capossele, anche loro in divisaha aggiunto Stella Mele – È bello pensare che il papà possa aver trasferito ai suoi figli il sentimento di appartenenza alla divisa e il valore della legalità che li ha indotti a mettersi a servizio dello Stato seguendo le orme paterne. Tommaso Capossele sarebbe stato orgoglioso di loro».

«Come è doveroso ricordare chi ha dato la vita per tutti noi – ha affermato Sabino Dicataldo - dobbiamo altresì avere presente che le forze dell'ordine ogni giorno rischiano tanto per proteggere le nostre famiglie e di questo dobbiamo essere sempre riconoscenti».
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