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Cronaca
La strage dei pendolari: scatta il tempo delle responsabilità
Barletta, Andria, Corato e la Puglia intera si stringe nel lutto per le 23 vittime
Barletta - giovedì 14 luglio 2016
23 vittime, 23 vite spezzate, 23 storie diverse unite dal comune e fatale viaggio verso una fine straziante, apocalittica: non si è mai visto un disastro del genere in Puglia, e allo sconcerto iniziale subentra adesso tanto dolore e impotenza. Ma nel contempo arriva il tempo delle responsabilità e delle risposte. Su Barletta, Andria, Corato è calato il lutto, ma è l'intera Puglia a piangere i 23 morti di questo immane disastro.
Al cordoglio e all'abbraccio che tutta la Puglia stringe alle famiglie di vittime, scatta la richiesta di chiarezza. Prontamente è stata aperta un'inchiesta sull'accadimento e si indaga per i reati disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. I nomi di alcune persone - probabilmente dipendenti di Ferrotramviaria - sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Trani, che in un primo momento aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti. Nessuna ipotesi confermata sulle motivazioni all'origine del fatto: la causa dell'incidente potrebbe essere stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria. In quella breve tratta viene ancora usato il cosiddetto 'blocco telefonico', cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Probabilmente si tratta di un ritardo accumulato da un terzo treno, che ha così mandato in tilt la tabella di marcia degli altri convogli: la Ferrotramviaria avrebbe infatti deciso di sospendere dall'incarico i due capostazione interessati dai fatti.

Gloria Pasquini, presidente di Ferrotramviaria Spa, ha rotto il silenzio dell'azienda con poche parole: «Quanto accaduto sulla tratta tra Corato e Andria ha lasciato tutti noi attoniti e senza parole. In un momento in cui prevale inevitabilmente l'emotività vorrei esprimere a nome di Ferrotramviaria un profondo e sentito cordoglio ai familiari delle vittime ed un sentito pensiero ai feriti. Mi preme inoltre ringraziare tutti i soccorritori e tutte le forze dell'ordine che hanno lavorato incessantemente per ore in una giornata particolarmente torrida, proseguendo nel loro sforzo per tutta la notte con un impegno che non è quantificabile. Vorrei inoltre ringraziare anche tutto il personale della nostra Azienda, che come sempre, con dedizione, ha continuato a svolgere il proprio dovere per garantire il servizio in un momento che non avrebbe mai immaginato di dover vivere».
Ieri, nella sua informativa alle Camere, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha insistito sulla necessità di "fare chiarezza al più presto. Non è il momento di scaricare le responsabilità ma di stringerci insieme per accelerare sui ritardi accumulati nel trasporto pubblico locale", ha spiegato, sottolineando come la rete ferroviaria nazionale resti "tra le più sicure del mondo": purtroppo "la sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più rischiosi". Nei giorni scorsi, ha ricordato in conclusione il ministro, "abbiamo concordato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ulteriori 1,8 miliardi in più per le reti ferroviarie regionali".
"Chiedo formalmente al governo e al relatore del Dl Enti Locali, in corso di esame in commissione Bilancio, di sostenere la proposta in favore dei superstiti e dei familiari delle vittime del disastro ferroviario di Andria-Corato. Così come avvenne per le stragi di Viareggio, con la legge 106 del 2010, e di Linate, con la legge 33 del 2003, abbiamo il dovere di destinare immediatamente delle risorse alle famiglie delle persone coinvolte nella tragedia ferroviaria in Puglia. Per Viareggio furono stanziati 10 milioni di euro, con sostegni alle famiglie da aggiungersi agli altri risarcimenti che spetteranno per legge; per Linate si trattava di 12,5 milioni di euro. Non sta a me stabilire qui la cifra ma è evidente che serve un segnale immediato e unanime da Parlamento e governo. Adesso pensiamo ad aiutare le famiglie, subito dopo accertiamo tutte le responsabilità del caso". Così ha dichiarato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo nel corso dell'esame in commissione del Dl Enti Locali.
Al cordoglio e all'abbraccio che tutta la Puglia stringe alle famiglie di vittime, scatta la richiesta di chiarezza. Prontamente è stata aperta un'inchiesta sull'accadimento e si indaga per i reati disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. I nomi di alcune persone - probabilmente dipendenti di Ferrotramviaria - sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Trani, che in un primo momento aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti. Nessuna ipotesi confermata sulle motivazioni all'origine del fatto: la causa dell'incidente potrebbe essere stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria. In quella breve tratta viene ancora usato il cosiddetto 'blocco telefonico', cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Probabilmente si tratta di un ritardo accumulato da un terzo treno, che ha così mandato in tilt la tabella di marcia degli altri convogli: la Ferrotramviaria avrebbe infatti deciso di sospendere dall'incarico i due capostazione interessati dai fatti.

Gloria Pasquini, presidente di Ferrotramviaria Spa, ha rotto il silenzio dell'azienda con poche parole: «Quanto accaduto sulla tratta tra Corato e Andria ha lasciato tutti noi attoniti e senza parole. In un momento in cui prevale inevitabilmente l'emotività vorrei esprimere a nome di Ferrotramviaria un profondo e sentito cordoglio ai familiari delle vittime ed un sentito pensiero ai feriti. Mi preme inoltre ringraziare tutti i soccorritori e tutte le forze dell'ordine che hanno lavorato incessantemente per ore in una giornata particolarmente torrida, proseguendo nel loro sforzo per tutta la notte con un impegno che non è quantificabile. Vorrei inoltre ringraziare anche tutto il personale della nostra Azienda, che come sempre, con dedizione, ha continuato a svolgere il proprio dovere per garantire il servizio in un momento che non avrebbe mai immaginato di dover vivere».
Ieri, nella sua informativa alle Camere, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha insistito sulla necessità di "fare chiarezza al più presto. Non è il momento di scaricare le responsabilità ma di stringerci insieme per accelerare sui ritardi accumulati nel trasporto pubblico locale", ha spiegato, sottolineando come la rete ferroviaria nazionale resti "tra le più sicure del mondo": purtroppo "la sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più rischiosi". Nei giorni scorsi, ha ricordato in conclusione il ministro, "abbiamo concordato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ulteriori 1,8 miliardi in più per le reti ferroviarie regionali".
"Chiedo formalmente al governo e al relatore del Dl Enti Locali, in corso di esame in commissione Bilancio, di sostenere la proposta in favore dei superstiti e dei familiari delle vittime del disastro ferroviario di Andria-Corato. Così come avvenne per le stragi di Viareggio, con la legge 106 del 2010, e di Linate, con la legge 33 del 2003, abbiamo il dovere di destinare immediatamente delle risorse alle famiglie delle persone coinvolte nella tragedia ferroviaria in Puglia. Per Viareggio furono stanziati 10 milioni di euro, con sostegni alle famiglie da aggiungersi agli altri risarcimenti che spetteranno per legge; per Linate si trattava di 12,5 milioni di euro. Non sta a me stabilire qui la cifra ma è evidente che serve un segnale immediato e unanime da Parlamento e governo. Adesso pensiamo ad aiutare le famiglie, subito dopo accertiamo tutte le responsabilità del caso". Così ha dichiarato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo nel corso dell'esame in commissione del Dl Enti Locali.
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