Politica
La risorsa del rifiuto: un focus su Barletta
Pastore: «Nessuno pensi di poter fare business incenerendo i rifiuti»
Barletta - giovedì 21 maggio 2015
Informazione, senso civico e impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, impianti che non siano né discariche né inceneritori. Questi sono stati i punti di riflessione al centro del convegno Cicli e ricicli, da rifiuto a risorsa, promosso dal consigliere regionale uscente Franco Pastore, già componente della Commissione Ambiente, al quale hanno partecipato anche il vice presidente del consiglio di amministrazione della Bar.s.a., Paci Carpagnano, l'ingegnere Federico Cangialosi, fra coloro che hanno redatto il piano regionale dei rifiuti, esperto in politiche della gestione dei rifiuti, e Antonella Semeraro, giovane imprenditrice barlettana nel settore del riuso creativo dei rifiuti.
«Il sistema delle discariche ha messo in serie difficoltà la Puglia – ha spiegato Pastore – è un sistema che era destinato al collasso e così è stato, ma ciò non vuol dire che, approfittando dell'emergenza, qualcuno possa pensare di poter fare bussines sui rifiuti incenerendoli. I cittadini possono incidere con buone pratiche quotidiane, oltre a differenziare limitare, a monte, la produzione dei rifiuti. Ma molto dipende dagli impianti in cui, realmente, valorizzare i rifiuti. Bruciandoli manderemmo in fumo anche il nostro futuro». A tale proposito, Cangialosi ha spiegato come la percentuale di differenziata in sé non sia significativa ai fini della risoluzione del problema rifiuti. Bisogna capire come si differenzia e che tipo di impianti ci sono, nel territorio, per la valorizzazione di quei rifiuti differenziati. «Questo spiega perché nel resto d'Europa – ha spiegato – e in città come Berlino, non sappiano neppure quanto differenziano, ma hanno impostato le cose in modo tale da ottenere il massimo dalla raccolta, per esempio, di plastica e vetro».
Dell'impegno, in questo senso, dell'azienda Barsa, che si occupa in città della gestione dei rifiuti, ha parlato Paci Carpagnano, riferendo delle difficoltà affrontate e, a fronte di ciò, dei risultati ottenuti dopo un anno di raccolta "porta a porta". Antonella Semeraro, invece, ha raccontato come, una buona idea possa diventare un lavoro. Lei e la sua socia, Michela Rociola, hanno ottenuto un finanziamento regionale, nell'ambito di Principi attivi, con il quale hanno avviato una bottega di prodotti artigianali realizzati riutilizzando, in maniera creativa, quello che, di solito, si butta via.
«Il sistema delle discariche ha messo in serie difficoltà la Puglia – ha spiegato Pastore – è un sistema che era destinato al collasso e così è stato, ma ciò non vuol dire che, approfittando dell'emergenza, qualcuno possa pensare di poter fare bussines sui rifiuti incenerendoli. I cittadini possono incidere con buone pratiche quotidiane, oltre a differenziare limitare, a monte, la produzione dei rifiuti. Ma molto dipende dagli impianti in cui, realmente, valorizzare i rifiuti. Bruciandoli manderemmo in fumo anche il nostro futuro». A tale proposito, Cangialosi ha spiegato come la percentuale di differenziata in sé non sia significativa ai fini della risoluzione del problema rifiuti. Bisogna capire come si differenzia e che tipo di impianti ci sono, nel territorio, per la valorizzazione di quei rifiuti differenziati. «Questo spiega perché nel resto d'Europa – ha spiegato – e in città come Berlino, non sappiano neppure quanto differenziano, ma hanno impostato le cose in modo tale da ottenere il massimo dalla raccolta, per esempio, di plastica e vetro».
Dell'impegno, in questo senso, dell'azienda Barsa, che si occupa in città della gestione dei rifiuti, ha parlato Paci Carpagnano, riferendo delle difficoltà affrontate e, a fronte di ciò, dei risultati ottenuti dopo un anno di raccolta "porta a porta". Antonella Semeraro, invece, ha raccontato come, una buona idea possa diventare un lavoro. Lei e la sua socia, Michela Rociola, hanno ottenuto un finanziamento regionale, nell'ambito di Principi attivi, con il quale hanno avviato una bottega di prodotti artigianali realizzati riutilizzando, in maniera creativa, quello che, di solito, si butta via.