
La città
In piazza Federico II di Svevia alberi potati per liberare i corpi illuminanti, la denuncia di Legambiente
La nota firmata del presidente Raffaele Corvasce
Barletta - domenica 6 luglio 2025
12.02
«È successo di nuovo in Piazza Federico II di Svevia, dove gli olmi — alberi adulti e preziosi — sono stati potati su ordine diretto del sindaco. In una città sempre più calda e soffocante, lui ordina di tagliare anche quel poco di ombra rimasta. L'obiettivo dichiarato è quello di liberare i corpi illuminanti, ma il risultato reale è l'ennesimo atto di incuria e incompetenza istituzionalizzata». Così il presidente di Legambiente Barletta, Raffaele Corvasce.
«Come sempre, si agisce sul sintomo e non sulla causa; è la strada più semplice e più facile, che richiede il minimo impegno gestionale della città. Invece di ripensare ad un sistema di illuminazione pubblica ormai obsoleto, adeguato più ad una tangenziale che a un tessuto urbano, si sceglie di mutilare gli alberi che "osano" crescere e fare il loro mestiere — ombreggiare, raffrescare, assorbire CO₂ e rendere più vivibili gli spazi urbani. Non è solo una questione di estetica o di verde ornamentale. In un'estate rovente, segnata da ondate di calore sempre più violente e da picchi termici costanti, le alberature urbane rappresentano l'ultima difesa naturale contro l'effetto "isola di calore". Togliere chiome in pieno luglio equivale ad alzare la temperatura percepita in città, a danno soprattutto dei più fragili: anziani, bambini, lavoratori esposti e a danno anche delle stesse piante. Da queste azioni si evince inconfutabilmente la totale mancanza di una visione climatica e di una cultura ambientale minima. Il Regolamento del Verde Urbano esiste, anche a Barletta, ma viene calpestato, ignorato, aggirato, come se non avesse alcun valore normativo, come se il verde fosse un fastidio da eliminare e non un bene comune da preservare.
Queste azioni confermano, ancora una volta, la mancanza di pianificazione, di ascolto e di rispetto per la città. Si interviene con piglio autoritario, senza alcuna trasparenza, senza coinvolgere i tecnici e soprattutto senza un progetto complessivo. Ogni decisione sul verde appare estemporanea, dettata più da umori personali che da criteri tecnici. Il verde a Barletta rappresenta un costo, un problema e ogni pretesto è valido per eliminarne un pezzo per volta. Barletta continua a perdere alberi, ombra, vivibilità. Si creano piazze assolate in presunti "parchi" con panchine deserte che nessuno mai si sognerebbe di utilizzare con le temperature attuali; si "plastificano" le aiuole con bellissimi rivestimenti di prato sintetico e così via.
Non è questa la città che vogliamo. Sindaco Cannito, il verde urbano non è un ostacolo da rimuovere al suo comando. È una ricchezza che non Le appartiene, ma che, al contrario, è di tutti e va amorevolmente curata e sviluppata».
«Come sempre, si agisce sul sintomo e non sulla causa; è la strada più semplice e più facile, che richiede il minimo impegno gestionale della città. Invece di ripensare ad un sistema di illuminazione pubblica ormai obsoleto, adeguato più ad una tangenziale che a un tessuto urbano, si sceglie di mutilare gli alberi che "osano" crescere e fare il loro mestiere — ombreggiare, raffrescare, assorbire CO₂ e rendere più vivibili gli spazi urbani. Non è solo una questione di estetica o di verde ornamentale. In un'estate rovente, segnata da ondate di calore sempre più violente e da picchi termici costanti, le alberature urbane rappresentano l'ultima difesa naturale contro l'effetto "isola di calore". Togliere chiome in pieno luglio equivale ad alzare la temperatura percepita in città, a danno soprattutto dei più fragili: anziani, bambini, lavoratori esposti e a danno anche delle stesse piante. Da queste azioni si evince inconfutabilmente la totale mancanza di una visione climatica e di una cultura ambientale minima. Il Regolamento del Verde Urbano esiste, anche a Barletta, ma viene calpestato, ignorato, aggirato, come se non avesse alcun valore normativo, come se il verde fosse un fastidio da eliminare e non un bene comune da preservare.
Queste azioni confermano, ancora una volta, la mancanza di pianificazione, di ascolto e di rispetto per la città. Si interviene con piglio autoritario, senza alcuna trasparenza, senza coinvolgere i tecnici e soprattutto senza un progetto complessivo. Ogni decisione sul verde appare estemporanea, dettata più da umori personali che da criteri tecnici. Il verde a Barletta rappresenta un costo, un problema e ogni pretesto è valido per eliminarne un pezzo per volta. Barletta continua a perdere alberi, ombra, vivibilità. Si creano piazze assolate in presunti "parchi" con panchine deserte che nessuno mai si sognerebbe di utilizzare con le temperature attuali; si "plastificano" le aiuole con bellissimi rivestimenti di prato sintetico e così via.
Non è questa la città che vogliamo. Sindaco Cannito, il verde urbano non è un ostacolo da rimuovere al suo comando. È una ricchezza che non Le appartiene, ma che, al contrario, è di tutti e va amorevolmente curata e sviluppata».