Scarichi in mare
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Territorio

Il triste diario di uno scarico lungo la spiaggia di Barletta

L'intervento preoccupato del professor Ruggiero Quarto. Bagnanti e bambini a pochi metri dalla schiuma

«Domenica 31 Luglio, litorale di Ponente, Barletta.

Parcheggio l'auto e mi dirigo verso la riva. Lungo il tragitto pedonale incontro uno scarico di acqua che sgorga dalla sabbia e si dirige a mare. Come geofisico so bene che potrebbe anche trattarsi di acqua sorgiva della falda acquifera superficiale, che permea il sottosuolo di Barletta. Ma, sempre come geofisico, mi sono imbattuto in tanti fenomeni d'inquinamento del territorio, da nutrire qualche legittimo sospetto ogni volta che vedo acque "sorgive".

Il rigagnolo in questione si trova in prossimità di un impianto di sollevamento della fogna costiera, laddove spesso si sente un fastidioso olezzo. Lungo il breve rigagnolo era presente una schiuma densa e giallo-marroncina. Non mi risulta che acque sorgive naturali producano una tale schiuma. È doveroso aggiungere che, come ogni domenica di Luglio e Agosto, c'erano tantissimi bagnanti. Addirittura, alcuni bambini riempivano i loro secchielli con la sabbia umida del rigagnolo per costruire castelli più solidi!

Nella convinzione che l'acqua del mare è la prima e fondamentale risorsa per il benessere dei bagnanti e per un auspicabile sviluppo turistico ecocompatibile e duraturo, penso sia doveroso controllare tali "sorgenti". E tali "sorgenti" sono numerose lungo il fronte mare barlettano. Bastano poche ed economiche analisi chimico-fisiche-batteriologiche. Se tutto è a posto, si può anche tranquillizzare la gente, esponendo in una bacheca i risultati (in Costa Azzurra fanno così!). Se, invece, i risultati dovessero mostrare inquinamenti, si possono prendere i dovuti provvedimenti a tutela della salute pubblica, cercare le cause e porre rimedio.

Invito l'Amministrazione Comunale, la Capitaneria di Porto, gli enti di controllo e tutti i cittadini ad evidenziare ogni possibile anomalia ambientale ed attivarsi al meglio, anche oltre le competenze ad ognuno affidate, perché questo incommensurabile e prezioso tesoro di cui potremmo godere non sia deturpato.

Martedì 2 Agosto. Passando con l'auto lungo la litoranea nei pressi del punto sospetto citato sento puzza di fogna alquanto persistente!

Giovedì 4 Agosto. La "sorgente" è sempre viva. Intanto ho appreso che il 5 Agosto si riunisce il Consiglio Comunale per approvare il Bilancio di previsione 2011. Siccome è prassi approvare un contestuale maxiemendamento, che completa lo schema di bilancio fornito dai dirigenti al settore, propongo di prevedere una posta di bilancio molto risicata per compiere analisi fisico-chimiche e batteriologice sia delle acque di scolo da me denunciate, sia di quelle che sgorgano sempre a valle dell'altro impianto di sollevamento posto lungo la litoranea di Ponente, in prossimità di via Dicuonzo, e sia di altri punti sospetti dei nostri litorali. Alcune indicative analisi potrebbero essere eseguite finanche a riva, con condizioni meteo-climatiche e marine differenti, per ottenere una panoramica significativa dello stato di salute del nostro mare. Basteranno poche migliaia di euro. Il Dirigente all'Ambiente potrebbe ben quantificare la spesa, in breve tempo. Penso che i cittadini e tutti i bagnanti abbiano il sacrosanto diritto di sapere in quali acque si bagnano. Anche al di là delle routinarie analisi compiute dall'Agenzia Regionale all'Ambiente (ARPA), in ottemperanza alle leggi esistenti in tema di acque di balneazione.

Penso che tale volontà ci farebbe capire che il Comune ci è vicino e ben qualificherebbe l'Assessore all'Ambiente, sicuramente molto sensibile a tale problema, anche in qualità di stimato medico.

Poche migliaia di euro che si possono prelevare dal fortemente opinabile aumento della TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani) di ben trecentomila euro! Tale aumento è stato giustificato dall'incremento della raccolta differenziata dell'umido. E tutto ciò che si risparmia dal mancato conferimento in discarica indifferenziata dell'umido dove va a finire? Se ai cittadini non si dà il chiaro messaggio che i rifiuti sono una risorsa e che differenziare comporta una diminuzione della TARSU, tale raccolta non decollerà mai.

Allora, almeno che si addolcisca la pillola amara delle maggiori tasse con una doverosa ed efficace conoscenza dello stato di salute delle acque di balneazione!»

Prof. Ruggiero Quarto
(Docente di Geofisica – Università di Bari)
  • Lungomare di Ponente
  • Inquinamento
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