Massimo D'Alema
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Politica

D'Alema a Barletta: «La litigiosità politica è caratteristica di questa città»

Il sostegno a Cascella : «La sua è stata una scelta coraggiosa». «Abbiamo proposto al M5S di governare insieme, e non hanno voluto»

Massimo D'Alema torna a Barletta. Dopo essere già stato nei mesi scorsi durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, ieri sera è arrivato per sostenere la candidatura a sindaco di Pasquale Cascella. I temi di discussione: dal governo nazionale, alla sfida locale, passando per i problemi del centrosinistra, e l'esperienza con Cascella.

Il governo e il M5S - «Questo governo nasce dal rifiuto del partito di Beppe Grillo, ad assumersi le proprie responsabilità. Si sono arrabbiati perché dicono che loro non sono un partito, ma un movimento. Tutti quelli che si presentano alle elezioni e vanno in Parlamento, si chiamano partiti, nei paesi democratici. Noi abbiamo proposto loro di governare insieme, e loro non hanno voluto. Il rifiuto ha fatto sì che necessariamente si sia dovuto fare un governo, che non era quello che volevamo, ma non c'era alternativa. Sarebbe stato disastroso tornare alle elezioni, con una legge elettorale che avrebbe riproposto la stessa situazione. Noi non potevamo esporre il paese ad un gioco al massacro. Ci siamo presi delle responsabilità, con obiettivi ben precisi. Primo obiettivo è realizzare una riforma della politica: cambiare la legge elettorale; riformare il finanziamento dei partiti per affidarlo ai cittadini; fare alcune riforma costituzionali, a cominciare dal superamento del bicameralismo perfetto alla riduzione dei parlamentari. Secondo obiettivo: rimettere in moto l'economia, promuovendo l'occupazione e lo sviluppo. Penso che due anni è il tempo giusto per fare queste cose, a meno che qualche processo di Berlusconi non stravolga il governo prima, il che può sempre accadere. E poi torneremo a competere. Il nostro destino non è governare col PdL. E' una condizione di necessità, che il nostro partito vive anche con una certa sofferenza».

L'inciucio - «Questa ossessione degli inciuci è una cosa davvero catastrofica. Io sono spesso vittima di questo tipo di polemiche e aggressioni. Sono grato a Berlusconi, perché qualche settimana fa, mentre c'era l'elezione del Presidente della Repubblica, mi ha telefonato (io non ho grandi rapporti personali con Berlusconi, non gli parlavo da anni) e mi ha detto: "Guarda, siccome ci sono diversi esponenti del mio gruppo che dicono che noi dovremmo votare per te, io volevo dirti che non lo possiamo fare, perché i nostri elettori ti considerano come uno degli avversari più accaniti e pericolosi del centrodestra". Gli ho detto: "Senti, mi fai una cortesia? Fai un'intervista a Repubblica e glielo dici anche a loro, così la smettono di rompermi le scatole"».

Barletta e il centrosinistra - «Sarebbe sbagliato dire che il centrosinistra di Barletta, viene da decenni di disastri ed errori. Sarebbe un giudizio sommario, che possiamo lasciare ai nostri competitori, che erano partiti molto caricati ed ora si rendono conto che la sfida è un po' più complicata di quanto non immaginavano. Conosco questa città da tanti anni, e ci sono stati momenti molto alti. Qualche compagno mi ha ricordato qui un amico che non c'è più, come Ciccio Salerno. Però, non c'è dubbio, che anche nei momenti più alti, una delle caratteristiche di questa città è stato un tasso di litigiosità politica, che davvero ne fanno un caso singolare. Una storia antica di grandi personalità e conflitti. Una delle poche città d'Italia dove mi è capitato di fare a seggiolate in una sezione del PCI, quando ero segretario regionale in Puglia. Questa conflittualità ha pesato e ha reso difficile la vita amministrativa di questa città in vari momenti. Credo che davvero c'è bisogno di una personalità con la forza del prestigio di Cascella, e col suo essere forte e mite».

Cascella e D'Alema - «Ha fatto 7 anni di scuola in un luogo dove ricucire i conflitti è un compito altissimo, come è la Presidenza della Repubblica. Ci conosciamo da tantissimi anni. Quando ero più giovane, sono stato suo direttore a L'Unità. La sua prima esperienza istituzionale di prestigio fu di essere portavoce del sottoscritto, Presidente del Consiglio». Sulla candidatura a sindaco: «E' stata la sua una scelta coraggiosa. Dopo la rielezione di Napolitano, un signore che lavora al Quirinale e che parte per venirsi a ficcare in una battaglia complicata, e per cercare di rimettere insieme un centrosinistra diviso, e che deve persino chiedere scusa alla sua città, non avendone colpa, è una persona che ha passione politica e ama la sua città».
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