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Confcommercio: per i liberi professionisti serve un compenso equo e welfare su misura

Interviene il presidente della Confcommercio Bari-Bat, Alessandro Ambrosi

Innanzitutto l'equo compenso e poi la rateizzazione straordinaria del complessivo debito fiscale accumulato. E poi politiche attive mirate per la riqualificazione professionale, un welfare su misura che permetta anche una maggiore conciliazione dei tempi vita-lavoro. Sono le richieste al Governo al centro di un convegno sulla ripartenza promosso dalla Confcommercio Professioni che si è svolto a Roma nei giorni scorsi e che ha riguardato appunto la vasta platea dei liberi professionisti, un esercito di 429.000 persone che, dal 2008 al 2019, è cresciuto dell'89%. Solo dal 2018 al 2019, in un anno, è cresciuto del 10%. Ma tale incremento è stato frenato dalla pandemia considerando che, tra liberi professionisti ordinistici e non ordinistici se ne sono persi per strada nell'ultimo anno almeno 40 mila. Tra le richiese emerse anche quella di consentire ai professionisti di creare "reti" dando attuazione alle "reti pure" tra i professionisti e per quanto riguarda almeno i professionisti non ordinistici, prevedere una forma di iscrizione alle Camere di Commercio, dando rilevanza alle informazioni contenute nelle attestazioni rilasciate dalle associazioni professionali, a garanzia della professionalità nel mercato.

Crescono quindi i numeri ma non i redditi e le tutele. E per questo la Confcommercio guarda alle libere professioni non ordinistiche nella convinzione che si possa e si debba aprire una discussione su riconoscimento del loro ruolo, delle competenze ed equo compenso. Stiamo parlando di professionisti del settore ambiente e sicurezza, amministratori di condominio, wedding planner, professionisti dell'ICT, designer, consulenti aziendali, formatori, professionisti del mondo del wellness, optometristi e guide turistiche.

«L'emergenza sanitaria della pandemia ci hanno messo di fronte al fatto che servono ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, anche per gli autonomi, soprattutto per quelli che sono iscritti alla gestione separata dell'Inps. In questa fase, inoltre, serve non solo una facilitazione dell'accesso al credito ma anche cambi di rotta sul fronte del welfare con coperture previdenziali e sanitarie integrative e nuove misure per la conciliazione vita-lavoro per i liberi professionisti», commenta Nicla Lombardi, coordinatrice di Confcommercio Professioni per le province di Bari e Bat.

«Le professioni stanno cambiando, si stanno evolvendo insieme all'intero sistema Paese. Purtroppo però anche i liberi professionisti hanno subito i contraccolpi del Covid, e per questo nella ripartenza Confcommercio Professioni ha deciso di coinvolgere sempre più associazioni nazionali e territoriali per migliorare il radicamento e offrire nuovi servizi. Cosa che stiamo facendo anche qui sul nostro territorio per effettuare una azione di rilancio della rappresentatività in tutti i comparti. Anche così proviamo a tornare alla normalità», aggiunge il presidente della Confcommercio Bari-Bat, Alessandro Ambrosi.

«Per ripartire dopo la pandemia occorrono innanzitutto politiche su misura per i professionisti che con le loro competenze sono protagonisti dell'attuazione del Pnrr. In particolare - spiega Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni - va introdotto l'equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e soprattutto nei confronti della Pubblica amministrazione, vanno previste più consistenti agevolazioni per la transizione 4.0. Nel breve termine occorre un intervento per la rateizzazione straordinaria del complessivo debito fiscale risultante alla data del 31 dicembre 2021».
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