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Cervicalgia e smartworking: un binomio sempre più attuale
Consigli per prevenire eventuali errori posturali
Barletta - martedì 14 giugno 2022
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Negli ultimi due anni, la nostra vita è stata interessata da cambiamenti mai visti prima. Nell'elenco spicca senza dubbio l'introduzione dello smartworking. Fino al mese di febbraio 2020, erano relativamente poche le persone abituate a passare la giornata davanti a uno schermo. Nel momento in cui questa modalità di lavoro si è diffusa, sono emersi anche diversi aspetti problematici di forte rilevanza. Tra questi, rientra l'aumento del numero di persone, anche molto giovani, che soffrono di cervicalgia.
Il dolore alle prime vertebre della colonna ha diverse cause alla base, in primis la sedentarietà. Con l'avvento dello smartworking, tantissime persone si sono abituate a ridurre i movimenti durante la giornata. Il nostro corpo non è progettato per stare fermo e, nel momento in cui è costretto a farlo, prova una sensazione di forte fastidio.
Manifesta quanto appena specificato attraverso messaggi specifici che arrivano dal cervello e che hanno un solo scopo: quello di arrivare a un cambiamento di posizione, scegliendo, per esempio, di alzarsi in piedi.
Tornando al nodo del lavoro, facciamo presente che l'optimum prevede il fatto di ricorrere alla sedia ergonomica. Se non se ne ha una a casa, prima di comprarla è opportuno, qualora la seduta che si utilizza non dovesse essere imbottita, procurarsi un cuscino da tenere sotto le natiche durante le ore passate davanti allo schermo.
Un aspetto a cui molte persone che lavorano in smartworking non fanno attenzione riguarda l'appoggio dei piedi. Fondamentale è che siano ben ancorati e saldi a terra. In questo modo, infatti, è possibile apprezzare un allineamento ottimale della colonna vertebrale.
Una soluzione ancora più intelligente oltre a quella che abbiamo appena citato prevede il fatto di acquistare un poggiapiedi ad hoc da posizionare sotto la scrivania.
Inoltre, sia a scopo preventivo sia quando si tratta di intervenire rimediando una situazione ostica, è possibile ricorrere a soluzioni naturali come gli unguenti in vendita sul sito Cervicalix.it.
Questi approcci fai da te sono importantissimi - un altro degno di nota riguarda il focus sulla meditazione - ma non possono, in molti casi, sostituire il lavoro dei professionisti. Se ci si accorge, per esempio, che le strategie adottate non portano a risultati, è bene rivolgersi a figure come i fisioterapisti. Questi professionisti agiscono in diversi modi. Nell'elenco dei dettagli del loro lavoro è possibile citare, per esempio, la tendenza a praticare massaggi decontratturanti. In alcuni frangenti, può essere necessario ricorrere ad approcci come la terapia a infrarossi e le onde d'urto.
Una cosa molto importante in tutti i casi è intervenire in tempo. Se trascurato, infatti, il dolore cervicale causato dallo smartworking può peggiorare e trasformarsi in mal di testa. Non dimentichiamo infatti che la tensione che si crea attorno al cranio contribuisce all'insorgere di una sensazione di compressione che, a lungo andare, può evolversi in cefalea. Nei casi peggiori vengono colpiti anche gli occhi che, di base, sono già interessati da uno sforzo non indifferente.
Il dolore alle prime vertebre della colonna ha diverse cause alla base, in primis la sedentarietà. Con l'avvento dello smartworking, tantissime persone si sono abituate a ridurre i movimenti durante la giornata. Il nostro corpo non è progettato per stare fermo e, nel momento in cui è costretto a farlo, prova una sensazione di forte fastidio.
Manifesta quanto appena specificato attraverso messaggi specifici che arrivano dal cervello e che hanno un solo scopo: quello di arrivare a un cambiamento di posizione, scegliendo, per esempio, di alzarsi in piedi.
Come affrontare la cervicale da smartworking
A questo punto, è naturale chiedersi quali siano gli accorgimenti migliori da adottare per affrontare la cervicale da smartworking. Prima di tutto, è il caso di alzarsi in piedi ogni ora e di dedicarsi a piccoli esercizi di rotazione del collo. In secondo luogo, è bene fare attenzione, per esempio, al tipo di cuscino che si utilizza quando si dorme. Quest'ultimo dovrebbe essere caratterizzato da un'altezza media.Tornando al nodo del lavoro, facciamo presente che l'optimum prevede il fatto di ricorrere alla sedia ergonomica. Se non se ne ha una a casa, prima di comprarla è opportuno, qualora la seduta che si utilizza non dovesse essere imbottita, procurarsi un cuscino da tenere sotto le natiche durante le ore passate davanti allo schermo.
Un aspetto a cui molte persone che lavorano in smartworking non fanno attenzione riguarda l'appoggio dei piedi. Fondamentale è che siano ben ancorati e saldi a terra. In questo modo, infatti, è possibile apprezzare un allineamento ottimale della colonna vertebrale.
Una soluzione ancora più intelligente oltre a quella che abbiamo appena citato prevede il fatto di acquistare un poggiapiedi ad hoc da posizionare sotto la scrivania.
Inoltre, sia a scopo preventivo sia quando si tratta di intervenire rimediando una situazione ostica, è possibile ricorrere a soluzioni naturali come gli unguenti in vendita sul sito Cervicalix.it.
Altri consigli
Si potrebbe andare avanti ancora molto a elencare i consigli per affrontare la cervicale da smartworking. Oltre ai suggerimenti appena ricordati, citiamo l'accorgimento, semplice ma efficace, che prevede il fatto di tenere monitorato il tempo che passa dall'inizio del lavoro all'insorgenza dei disturbi. Così facendo, infatti, si ha un'idea più chiara in merito al momento giusto per fermarsi.Questi approcci fai da te sono importantissimi - un altro degno di nota riguarda il focus sulla meditazione - ma non possono, in molti casi, sostituire il lavoro dei professionisti. Se ci si accorge, per esempio, che le strategie adottate non portano a risultati, è bene rivolgersi a figure come i fisioterapisti. Questi professionisti agiscono in diversi modi. Nell'elenco dei dettagli del loro lavoro è possibile citare, per esempio, la tendenza a praticare massaggi decontratturanti. In alcuni frangenti, può essere necessario ricorrere ad approcci come la terapia a infrarossi e le onde d'urto.
Una cosa molto importante in tutti i casi è intervenire in tempo. Se trascurato, infatti, il dolore cervicale causato dallo smartworking può peggiorare e trasformarsi in mal di testa. Non dimentichiamo infatti che la tensione che si crea attorno al cranio contribuisce all'insorgere di una sensazione di compressione che, a lungo andare, può evolversi in cefalea. Nei casi peggiori vengono colpiti anche gli occhi che, di base, sono già interessati da uno sforzo non indifferente.