Industria in via Trani
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Politica

Caso Timac, Barletta Cinque Stelle incalza: «Occorre voltare pagina»

Salvemini: «Incomprensibile l'immobilismo dell'amministrazione

«"Occhi che bruciano e irritazioni sospette della pelle. A Barletta negli ultimi mesi erano partite molte denunce di cittadini preoccupati da strani fenomeni, riconducibili verosimilmente all' inquinamento atmosferico. Dopo le indagini, ieri è arrivato il sequestro della Timac Italia S.P.A., azienda sita sulla strada per Trani, che produce concimi chimici e fertilizzanti…" così scriveva la Repubblica già a Giugno del 2002. Da quell'articolo sono trascorsi ben 14 anni, ma la Timac, che nel frattempo ha continuato ad "inquinare a norma di legge", infatti ha ottenuto il rilascio dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), in queste settimane torna agli onori della cronaca con un nuovo provvedimento della Procura firmato questa volta dal pm dott.ssa Silvia Curione, convalidato dal gip dr.ssa Angela Schiraldi. Si tratta di un ulteriore sequestro preventivo con facoltà d'uso dello stabilimento al quale si attribuisce anche l'inquinamento della falda come descritto nella relazione tecnica di IRSA CNR e ARPA Puglia». Scrive così in una nota stampa Angelo Salvemini del gruppo Barletta Cinque Stelle.

«Nelle 48 pagine del decreto di sequestro e contestuale convalida si legge, tra l'altro, che la Timac non ha ottemperato agli obblighi di bonifica dello stabilimento dichiarato contaminato nel 2014 a tal punto da cagionare la compromissione dell'acqua, dell'aria e del suolo ove insiste lo stabilimento stesso. Sicuramente, illustra il decreto, l'ipotesi avanzata dalla Timac, secondo la quale la contaminazione della falda non sia ascrivibile allo stabilimento, ma provenga da monte o per intrusione marina, non è attendibile. E' stata accertata la presenza di nitrati, nitriti, cromo esavalente, tetracloroetano, dicloroetilene, solfati, che se si considera l'ubicazione dell'azienda che sorge in prossimità della riviera e di tutte quelle attività ad essa collegate quali bar, ristoranti, hotel, lidi, fa apparire ancora più incomprensibile e colpevole il prolungato immobilismo dell' amministrazione comunale. Ad oggi il Protocollo d'intesa sottoscritto nel Dicembre scorso da Regione Puglia, Provincia di Barletta - Andria - Trani, Comune di Barletta, Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) Puglia, Azienda Sanitaria Locale Bat e IRSA- CNR ha prodotto evidenze che come dato incontrovertibile rilevano l'elevato tasso d'inquinamento della nostra città, ma le uniche azioni poste in essere a tutela della salute dei cittadini provengono dalla Procura.

Anche a carico della Buzzi Unicem, che ricordiamo incenerisce CSS, è stato avviata a Gennaio un'inchiesta della Procura per disastro ambientale. Senza considerare che in qualità di rappresentante in Regione, Barletta potrebbe contare addirittura, e per la seconda legislatura, sul Presidente della commissione Ecologia - Filippo Caracciolo al quale va ascritto il "merito" di aver ottenuto, con l'appoggio del consigliere Ruggiero Mennea, 100mila euro aggiuntivi di soldi dei contribuenti stanziati dal bilancio della Regione, per effettuare il monitoraggio ambientale integrato della città.

Evidenziamo che, tra l'altro, in linea col principio secondo il quale ''chi inquina paga'' proprio in questi giorni è stato approvato dalla Camera in via definitiva la proposta di legge sulla riforma delle agenzie ambientali. La legge istituisce il Sistema nazionale delle agenzie ambientali al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica, ovvero le Arpa regionali lavoreranno con standard conformi su tutto il territorio nazionale. Il testo di legge prevede anche che le spese relative al rilascio dei pareri sulle domande di autorizzazione ambientale e lo svolgimento dei successivi controlli programmati relativi ad impianti e opere sottoposti alle vigenti procedure di valutazione ambientale, nonché le convalide delle indagini analitiche prodotte dai soggetti tenuti alle procedure di bonifica e di messa in sicurezza di siti inquinati ''sono poste a carico dei gestori stessi, sulla base di tariffe nazionali approvate con decreto del ministro dell''Ambiente…"

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur: preso atto ormai da anni che l'emergenza ambientale rappresenta una grave realtà quali le misure concrete, urgenti e risolutive da adottare per risolverla nelle more di effettuare ulteriori monitoraggi? Questa la domanda rivolta dall'attivista di Barletta Cinque Stelle, avv. Marco Pedico, nel corso dell'incontro pubblico tematico svoltosi a Palazzo di Città, che non ha trovato risposta da parte del Sindaco e dell'assessore Divincenzo ivi convenuto, accolta invece dal relatore del CNR che ha suggerito la clorazione delle acque al fine di eliminarne gli elementi tossici.

Denunciamo che il rilancio del turismo quale volano dell'economia cittadina tanto sponsorizzato durante la campagna elettorale di questa amministrazione è rimasto un mero slogan, infatti è dovuta intervenire la Procura a notificare al Sindaco Cascella di adottare quei provvedimenti in materia di balneazione volti a tutelare la salute dei cittadini qualora la Timac non dovesse attenersi alle disposizioni previste dal provvedimento di sequestro, ossia l'obbligo di bonificare entro 90 giorni.

Il dramma dell'Ilva a Taranto è il prodotto di un modello di sviluppo economico sbagliato, ma anche di cattive pratiche della politica, che se non è direttamente colpevole, certamente è risultata incapace di gestire e tutelare il Bene Comune. Anche a Barletta, pertanto, occorre voltare pagina trasformando in azione politica l'attenzione che la cittadinanza, le associazioni e i comitati hanno mostrato per l'impatto ambientale e sulla salute, prodotto dalle aziende insalubri».
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  • Barletta Cinque Stelle
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