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Politica

Bar.S.A. e raccolta porta a porta: scelte in sospeso a causa della crisi politica

Riunione congiunta delle commissioni Ambiente, Affari Generali e Bilancio

Nel pieno di una nuova palude politica, dalla quale vedremo quando metteremo i piedi fuori, si sono riunite ieri congiuntamente le commissioni consiliari Ambiente, Affari Generali e Bilancio, con all'ordine del giorno il tema dell'assetto societario di Bar.S.A., una delle questioni politiche più calde.

Presenti i consiglieri Cascella, Basile, Campese, Losappio, per la commissione Ambiente (assente la presidente del Consiglio comunale Peschechera, che ne fa parte); presenti per la commissione Affari Generali, il consigliere Bruno, oltre ai consiglieri Cascella e Campese, che sono anche membri della commissione Ambiente (assenti i consiglieri Piazzolla e Salvemini); per la commissione Bilancio, erano presenti i consiglieri Dicataldo, Cannito, Damiani, Mazzarisi (assente il consigliere Caracciolo). Assente l'assessora Rizzi Francabandiera, invitata alla seduta, in quanto detiene la delega alle società partecipate.

Le commissioni riunite hanno indirizzato una duplice richiesta al sindaco Cascella, chiedendo: un parere legale all'Avvocatura comunale sulla delibera n. 38, del 26 marzo 2013, firmata dal Commissario prefettizio, che indicava una spending review per Bar. S.A., che giungesse, tramite modifica dello statuto, a poter prevedere un consiglio di amministrazione ridotto a tre componenti, o alla nomina di un amministratore unico, questione di cui eravamo tornati a parlare nel novembre scorso; l'entità economica della liquidazione del socio privato Manutencoop, che da parte sua avrebbe già chiesto circa 800mila euro, ricevendo come risposta dall'amministrazione l'ipotesi di una cifra attorno massimo ai 450mila euro. Due richieste che sono state ritenute inevitabili, prima che si possa parlare concretamente dell'assetto societario e quindi del futuro di Bar.S.A.

Il dibattito:

«Il Commissario prefettizio, con la sua delibera, ha detto che ci deve essere un amministratore unico per Bar.S.A., quindi prima di ogni altro ragionamento, bisogna dire se quella delibera è ancora valida, e se è tale bisogna darle seguito, oppure l'amministrazione deve fare una nuova delibera per annullarla - così il consigliere Damiani - L'amministrazione ha i soldi per liquidare il socio privato? Quanto è legittimo oggi questo Cda, che continua a dare consulenze?»

«La delibera del Commissario parla del futuro, del nuovo Cda, e le norme sulla spending review sono state in parte abrogate, per cui è necessaria una verifica - ha affermato il consigliere Dicataldo – Se non arriviamo in tempo ad attuare la normativa regionale che prevede che le società che si occupano dell'igiene urbana siano in house, rischiamo che Bar.S.A. venga inglobata da altre società sul territorio, come l'Amiu di Trani (che è in house)».

«Manutencoop non ha più i requisiti per occuparsi di igiene urbana. Sappiamo che la società che deve occuparsi dell'igiene urbana deve essere totalmente pubblica, secondo quanto previsto dalla Regione. Anche per il ramo del global service, sono per evitare una spa – è intervenuta la consigliera Campese - La mia posizione è: un'unica società in house, che comprenda igiene urbana e global service, con un amministratore unico. La delibera di indirizzo del 31 dicembre è insufficiente. Ciò che è certo è che la Bar.S.A. così com'è non può più essere: bisogna fare al più presto una scelta. Se è necessario, per un'organizzazione a livello di Aro, una settorializzazione, sono per due società entrambe a capitale pubblico. Ora però c'è un avvitamento da risolvere: Bar.S.A. chiede l'ok per partire con la raccolta porta a porta, il Comune rileva delle lacune nel progetto, e si pone la questione dell'assetto societario».

«E' tutta una questione di volontà politica, con la quale si può far dimettere il Cda. Come PSI siamo disposti a far dimettere Carpagnano (attuale vicepresidente del Cda Bar.S.A. ndr) - così ha affermato il consigliere Cannito, in merito alla delibera del Commissario, per poi andare sul tema dell'assetto societario - Voglio una gestione totalmente privatizzata, con la quale non pagheremmo il servizio se non venisse effettuato, non pagheremmo noi gli amministratori, non avremmo clientela politica, poiché così non ci sarebbe più tutela politica per i dipendenti. Invece fare una società in house significa fare un nuovo protettorato»

«Condivido la posizione della consigliera Campese. I primi 6 anni di Bar.S.A. li ha gestiti Manutencoop, ma è dal 2006, con una diversa gestione, che ci sono stati degli utili - ha detto il consigliere Mazzarisi - Bisogna fare richiesta alla società di un bilancio per centri di costo»

Il futuro di Bar.S.A. ancora da definire, lascia di fatto in sospeso il progetto della raccolta differenziata porta a porta (che sarebbe comunque da migliorare ed integrare nella sua formulazione, come ricordato dalla consigliera Cascella, in quanto emerso in una recente riunione della commissione Ambiente, alla presenza del sindaco), che secondo i vari annunci dei mesi scorsi sarebbe dovuto partire nella prossima primavera, ma che ora sarebbe già un miracolo se partisse in autunno. Protagonista sullo sfondo, è però la crisi politica, che ha congelato per il momento scelte politiche importanti per la città come queste. Uno stallo che, con l'andare del tempo, se non risolto, rischia seriamente di diventare paralisi politica, come già scritto sabato scorso. Una nuova palude politica dalla quale è doveroso uscire al più presto, poiché in essa a lungo andare non si può che affondare.
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