Gaetano Depalo
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Scuola e Lavoro

"Assalto all'Anagrafe", risoluzione vicina?

Barlettalife torna sulla questione intervistando Gaetano Depalo. Nell'analisi del segretario aziendale CISL FP scaturiscono nuove perplessità

Un mese. Sono trascorsi 30 giorni dall'ennesima denuncia cittadina circa le insostenibili e interminabili file per ottenere un timbro, un solo e dannato timbro come passaporto per la vacanza perfetta o per chi la vacanza è un miraggio un estratto di famiglia per terminare la documentazione per le riduzioni delle bollette, unico modo per andare avanti in un periodo nero come la pece in cui si parla tanto di unna nazione che si rialza, ma dati e fatti alla mano è solo un'utopia.

Un mese di pausa e silenzio sulla questione, concepito quasi come una sfida o una pausa di riflessione per l'amministrazione, per poter tranquillamente muoversi, decidere, scrutare la situazione, una pausa nella speranza che qualcosa cambiasse, che diversamente da tutte le altre questioni in sospeso ragionare con tranquillità facesse bene allo spirito, e perché no anche alla cittadinanza barlettana che non sostiene più la situazione. Si sperava che non servisse la pedante attenzione mediatica per far cambiare qualcosa, che magari bastasse la presa di coscienza portata avanti un mese fa. Dato che settembre è alle porte e presto tornerà magicamente tutto alla normalità, i fatidici problemi tecnici che ogni anno portano alla puntuale chiusura delle altre sedi anagrafiche a favore dell'affluenza dei centomila barlettani presso la sede di viale Marconi, un'ultima parola vogliamo metterla.

Siamo tornati a chiacchierare con Gaetano Depalo, segretario aziendale CISL FP del Comune di Barletta per chiarire alcune delle sfaccettature della questione poco chiare a termine di questa "sperimentazione" di silenzio giornalistico.


Dott. Depalo, nella sua precedente presa di posizione dopo che Barlettalife ha sollevato il problema si era parlato delle condizioni nelle quali versa una città di centomila abitanti, come non bastasse capoluogo di provincia che ha a disposizione soli tre sportelli per le pratiche anagrafiche. Ora, quale breve introduzione alla situazione dal punto di vista di chi ci lavora, come vivono il connubio tutto barlettano di afa infernale e file interminabili gli impiegati?
La ringrazio innanzitutto per essere partita da questo punto che per me riveste fondamentale importanza. E' importante fare prima di qualsiasi cosa immedesimare l'utente con chi c'è dall'altra parte con cui condivide, per così dire, gioie e dolori in quell'interminabile attesa. Non è facile lavorare con orario continuato in locale in cui l'aria condizionata arriva di riflesso in quanto i pannelli sono presenti nella zona lavorativa destinata allo stato civile, con ovvi problemi di sofferenza e stress in considerazione delle temperature notevolmente elevate delle ultime settimane; gli addetti non possono, ma ne avrebbero diritto in base alle norme legislative e contrattuali vigenti, ad effettuare la pausa lavorativa (un quarto d'ora ogni due ore di lavoro) pena essere "abbaiati" dai cittadini presenti nel locale. Non si tratta di una situazione semplice come molti credono, chi è in front office deve soffrire in silenzio a differenza dei lavoratori più fortunati lavorano negli uffici. Per non tornare a lavorare in tali condizioni molti hanno minacciato di mettersi in malattia ad oltranza.


Vorremmo dare un'attenzione al cittadino, alla nota situazione cui è costretto non solo chi lavora ma chi si reca giornalmente presso la sede anagrafica. Qual è stato l'approccio da parte di chi di dovere?
Non si è fatto nulla e non si sta facendo nulla, questo lamento in questa situazione. Si continua ad alzare le mani per evitare di prendere posizione perché se si è andato due anni così tranquillamente, perché non continuare sull'onda. Non c'è due senza tre. Non è possibile la proporzione centomila abitanti per tre sportelli. Io ho notizia che in altri comuni nel caso in cui si decida il convoglio dell'utenza in un unico punto si allestiscono più di dieci postazioni e in tal modo si sarebbe sicuramente risolta prima e meglio l'emergenza. La situazione è veramente indecorosa e scandalosa, non si doveva arrivare a questo. L'amministrazione comunale potrebbe avere tutte le ragioni di questo mondo ma mi sembra che un servizio come quello dell'anagrafe, seppur dislocato, non debba essere interrotto per una semplice "razionalizzazione" (riduzione di personale o cos'altro?).


Gli avvisi affissi davanti alle sedi che per il periodo estivo hanno i battenti chiusi riferiscono di fantomatici problemi tecnici, problemi che per il terzo anno consecutivo si presentano per metà giugno e risolvono puntualmente per la prima metà di settembre. La puntualità di tali problemi chiaramente cela altro, importante a questo proposito la razionalizzazione, parola dietro cui si nascondono molte azioni in ambito amministrativo tra cui abbiamo motivo di credere anche questa ricordando gli eventi dello scorso 2010. Allora, dott. Depalo, potrebbe spiegarci cosa dovrebbe essere la razionalizzazione e quale invece è l'effettiva applicazione deleteria?
Razionalizzazione è sinonimo di ridistribuzione, un impiego diverso di personale, in modo da poter meglio rispondere alle esigenze dell'ufficio anagrafe per meglio soddisfare l'utenza, per un servizio che corrisponda a quello non solo desiderato ma consono alla situazione, consono a soddisfare le richieste di una popolazione di cento mila abitanti. Razionalizzazione non è, o quantomeno non dovrebbe rappresentare un termine che indichi taglio di personale ma migliore distribuzione delle competenze e delle mansioni per un radicato servizio che raggiunga l'intera utenza senza intoppi.

Partendo da questo presupposto, si dovrebbero coagulare in un unico punto dieci o più sportelli, non al massimo tre (uno aperto a settimane di distanza per via delle lamentele) come presso la sede attiva. L'altra cosa strana è che hanno spostato del personale, facendolo "emigrare" verso altri servizi, potrebbero avere ragione se si è arrivati ad un punto in cui non si può garantire un numero idoneo di personale per altri servizi e quindi traferire il surplus di personale a tali servizi. Sostanzialmente l'analisi potrebbe essere condotta anche da questo punto di vista, ma seguendo un rigor di logica non è possibile procedere in tal senso lasciando al settore di iniziale appartenenza del personale solo 2 – 3 sportelli. La situazione ideale in un periodo come quello estivo, ancor più tenendo a mente le nuove disposizioni introdotte dal Decreto Legge 13 Maggio 2011 che cancellano il vecchio limite di età per ottenere la carta di identità portandolo a 3 anni con i relativi aggiornamenti a seconda dell'età del cittadino da schedare.

Bisognerebbe capire perché hanno chiuso le circoscrizioni a prescindere dal concetto di razionalizzazione perché pare ci si voglia nascondere dietro questa pratica considerando il fatto che i locali vengono tenuti vuoti mentre si continua a pagare l'affitto. Allora perché? Andando avanti e scoprendo man mano i dettagli i dubbi aumentano .Che sia questa una razionalizzazione per far risparmiare? Siamo d'accordo che ci sono sprechi ben più grossi da debellare piuttosto che rendere difficile, anche impossibile la vita ai cittadini.


Quali, a suo parere, le possibili soluzioni per chiudere finalmente questa lunga diatriba?
Sicuramente secondo me potrebbe essere presa in considerazione l'apertura presso altre sedi, si potrebbe individuare un locale idoneo, possibilmente al pano terra posto nella zona centrale per venire in contro a tutta la cittadinanza anche dal punto di vista della posizione, non è possibile che l'intera cittadinanza debba convogliare in un unico punto quindi potrebbe essere il caso di "staccare" la città in due. Inoltre, come già sottolineato, è sorta l'esigenza delle carte di identità per i bambini a partire dai 3 anni, esigenza particolarmente contingente al periodo estivo e a maggior ragione si dovrebbe concepire una soluzione da adottare nel periodo di maggiore necessità per poi tornare da settembre alla normalità. Se c'è un'emergenza organizzativa in atto bisogna intervenire e razionalizzare di conseguenza. E' il presupposto stesso il punto fondamentale da rivedere.
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