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Cronaca

Agroalimentare e criminalità, 48 arresti tra cui un agronomo di Barletta

È accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai fondi comunitari

I carabinieri del Ros e del comando per la tutela agroalimentare hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari emessa dal tribunale di Bari, su richiesta della locale procura distrettuale, a carico di 48 persone indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle Ue) ed altri delitti, tutti aggravati dall'articolo 416 bis, "per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa".

Tra gli arrestati nella maxi operazione denominata "Grande Carro" è coinvolto anche un barlettano: si tratta di Manlio Livio Cassandro, 61 anni, agronomo e titolare dell'omonimo studio di Barletta. L'uomo è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai fondi comunitari: secondo la Procura di Bari avrebbe redatto una serie di documentazioni "al fine di procurare ai propri patrocinati un illecito profitto rinveniente dalla percezione di provvidenze comunitarie". La truffa ai fondi comunitari europei erogati dalla Regione ammonterebbe a circa 16 milioni.

I provvedimenti scaturiscono da un'indagine avviata dal ROS che si è concentrata sulle dinamiche criminali riconducibili alla "Batteria" Sinesi-Francavilla della Società foggiana, organizzazione mafiosa sviluppatasi alla fine degli anni '80 nella provincia di Foggia, la cui esistenza è stata giudiziariamente accertata da numerose sentenze passate in giudicato. Strutturata in "batterie", nel corso degli anni, il sodalizio ha subito un fenomeno di modernizzazione criminale che lo ha portato ad orientarsi verso un più evoluto modello di "mafia degli affari". Le complesse indagini, che hanno a lungo impegnato la Procura Distrettuale e le varie articolazioni del ROS presenti sul territorio nazionale, hanno consentito di documentare l'esistenza ed operatività di una articolazione della suddetta "Batteria" attiva a Foggia, Orta Nova (FG), Ascoli Satriano (FG) e Cerignola (FG), con interessi su Rimini e l'alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca; nonché ruoli e funzioni degli affiliati all'interno della consorteria, rispondente a Francesco Delli Carri, storico esponente della Società foggiana e a suo fratello Donato. In tale contesto sono emerse le varie attività di reinvestimento dei proventi illeciti nel settore immobiliare e nelle truffe per l'indebita percezione di contributi per l'agricoltura erogati dall'UE e dalla Regione Puglia.

Nell'ampia attività dei Carabinieri sono state interessate le province di Avellino, Bari, Brescia, Brindisi, Chieti, Foggia, Forlì Cesena, Imperia, Lecce, Napoli, Rimini, Salerno e Teramo. Gli approfondimenti svolti nello specifico ambito hanno evidenziato come gli indagati, anche con la connivenza di alcuni funzionari pubblici compiacenti, sono riusciti a percepire indebitamente, tra il 2013 ed il 2018, contributi per complessivi 13,5 milioni di euro, veicolati attraverso i "PIF - progetti integrati di filiera".

L'odierna operazione costituisce per le forze dell'ordine una ulteriore progressione della manovra investigativa e giudiziaria finalizzata a contrastare le attività mafiose nel comprensorio foggiano.
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