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25 aprile, la festa della Liberazione: conoscere per ricordare

La riflessione dello scrittore e storico Dott. Giuseppe Dicuonzo Sansa

Il 25 aprile, "Festa della Librazione", l'Italia ricorda la liberazione dal nazismo e dal fascismo e il sottoscritto, con le Associazioni degli Esuli che rappresenta, è vicino a tutti coloro che difesero la Patria per liberare l'Italia da tutti i regimi ma condanna, invece, chi cercò di imporre al Paese un nuovo regime che avrebbe negato questa libertà. E' il caso degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia.

Nello specifico il 25 aprile la guerra termina in gran parte dell'Italia ma non nella Venezia Giulia e Dalmazia (Regione dell'Italia). Infatti all'occupazione nazista con il possesso del Litorale Adriatico, seguì un'altra occupazione quella delle truppe partigiane comuniste dove la guerra continuava con la brutale occupazione delle truppe comuniste del maresciallo Tito che portò a mirati infoibamenti a deportazioni a danno di tutti gli italiani che furono considerati oppositori alle loro mire annessionistiche e, successivamente, alla necessità per gli italiani di fuggire esuli raminghi per il mondo.

Fu lo stesso Tito, peraltro, a dichiarare la volontà di annettere alla Jugoslavia tutto quel territorio italiano che egli chiamava Slavia Veneta, ovvero il Friuli Venezia Giulia sino al Tagliamento.

Tito fu aiutato dall'allora segretario del P.C.I. Palmiro Togliatti che fece affiggere a Trieste un manifesto e che diceva: "Lavoratori di Trieste, il vostro dovere è di accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con esse nel modo più assoluto". Ciò agevolò l'entrata dei partigiani comunisti di Tito della IV Armata e del IX Corpus jugoslavo e che al grido di "Trst je nas" Trieste è nostra" dettero inizio all'occupazione della Città e di tutta l'Istria compiendo nei 40 giorni dell'occupazione la più efferata tragedia contro gli italiani oltre 10.000 innocenti massacrati e gettati vivi o morti e senza alcun processo nelle Foibe.

L'occupazione fu stroncata solo dall'arrivo degli Alleati il 12 giugno che misero tutto il territorio sotto la propria egida e fino al 10 Febbraio del 1947 quando fu stipulato a Parigi un Trattato che fu imposto ad una potenza debellata con motivazioni del tutto semplicistiche: voi avete condotto una guerra d'aggressione e dovete essere puniti –dovete cedere alla Jugoslavia una fetta del territorio nazionale e pagare i danni di guerra con milioni di Lire e cessione delle case degli italiani-.

Ora, il 25 aprile, è bene ricordare come un popolo che non ha una coscienza completa della propria storia non esiste come popolo ed il suo territorio rimane solo una semplice espressione geografica che può essere mutilata senza che nessuno ricordi tutta la sua storia o si rammarichi. Pertanto è giusto che noi tutti dobbiamo essere consapevoli che gli esuli giuliano-dalmati hanno pagato da soli il prezzo della sconfitta dell'Italia ed in questa ricorrenza è doveroso rendere giustizia.

In questa giornata voglio rendere onore e ricordare tutti i martiri pugliesi che per difendere l'italianità di quelle terre in quei 40 giorni sacrificarono con la propria vita la loro tanto amata Patria di tutti gli esuli 350.000 che furono accolti nella nostra regione e dei quali mi rendo personalmente portavoce nelle vesti di rappresentante nazionale di quella numerosa comunità ormai ridotta al lumicino e della quale sono parte integrante.

Voglio rendere onore ai 364 dipendenti -dato fornito dal Ministero dell'Interno per il personale di Pubblica Sicurezza- catturati in quei 40 giorni nella Venezia Giulia ed infoibati ed uccisi da elementi partigiani slavo-comunisti.

Voglio rendere onore ai 348 militi dell'arma dei Carabinieri secondo i dati a suo tempo pubblicati dal Comando Generale dei Carabinieri.
Voglio rendere onore ai 256 finanzieri infoibati secondo un elenco esistente presso l'Albo d'Oro del Museo Storico della Guardia di Finanza ed ai 97 finanzieri catturati, torturati, uccisi che erano in servizio presso la Caserma di Campo Marzio a Trieste.

In conclusione, in questa giornata, non ho voluto dimenticare quella pulizia etnica definita da un Presidente della Repubblica: "Oscar Luigi Scalfaro" una montagna di sofferenze.
  • 25 aprile
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