Piazza Federico di Svevia
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Botti e petardi in Piazza Federico II di Svevia: «Ridateci il silenzio»

Una lettera rivolta al Primo cittadino

È giunta all'attenzione della Redazione una lettera scritta da una nostra lettrice rivolta al Primo cittadino.

«Gentile Sindaco, sono appena tornata da un vano tentativo di dissuadere i bambini che giocano in Piazza Federico II e nei dintorni dallo sparare petardi funestando con scoppi continui l'intera giornata. Ho vissuto per studio e per lavoro in diverse città italiane e penso con nostalgia alla qualità civica di certe piazze. Del resto la piazza, l'agorà, è sempre stata lo specchio dei cittadini tutti, dal primo all'ultimo. La piazza si guarda e si ascolta e guardando e ascoltando Piazza Federico ne ricavo un racconto assai poco lusinghiero: aiuole sporche, cestini utilizzati come cassonetti, giochi per bambini spesso vandalizzati e i citati, ripetuti scoppi di petardi che affliggono bestiole e persone. Certo la responsabilità è di tutti, ma i cittadini virtuosi poco possono fare se non sostenuti, sistematicamente, dall'amministrazione.

Leggo sui social che il Sindaco si chiede perché l'autore di un post sul degrado della piazza, invece di postare la foto, non abbia pensato d'intervenire. So che è la sua risposta standard, visto che è stata reiterata più volte. Una risposta poco responsabile e, per certi versi, avvilente per gli scenari che apre di disimpegno da parte delle Istituzioni sul fronte della cultura civica. Un cittadino qualsiasi non può sempre affrontare i comportamenti scorretti di altri, non ha certo l'autorità di un rappresentante istituzionale e, quando s'arrischia a farlo, non di rado suscita una reazione d'indifferenza se non di aggressività. Senza il sistematico sostegno delle Istituzioni la battaglia è già persa in partenza. Il sostegno al civismo si fa nelle strade, quotidianamente, non sui social, la nuova frontiera dell'autocelebrazione politica quando la realtà vissuta dai cittadini racconta ben altro.

Oggi ho dovuto per due volte interrompere il mio lavoro e scendere in strada a parlare con i bambini che giocavano facendo scoppiare petardi nei cestini di metallo, perché così il botto viene amplificato, provocando il coro dei cani dai balconi. Altre volte li ho sorpresi a farli scoppiare nei buchi delle panchine annerendole. Esercitazioni per una propensione al vandalismo della cosa pubblica destinato a condannare ancora per generazioni questo Sud così civicamente malmesso. Credo che in un'allegoria del Buono e del Cattivo Governo, come nel mirabile affresco di Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, dalla piazza di Barletta si trarrebbero molti spunti d'ispirazione per quella del Malgoverno. Si sa che i comportamenti incivili, in tutte le latitudini, si alimentano con il senso d'impunità contro il quale, il cittadino comune può fare ben poco. Ho nostalgia di amministrazioni che si spendono per innalzare la qualità civica delle città, che si schierano dalla parte dei cittadini che rispettano le regole e che non finiscono, con la loro ormai sistemica incuranza, col supportare ogni tipo di comportamento lesivo della collettività. Amministrazioni come quella di Lecce in cui i vigili hanno multato i genitori di ragazzi sorpresi a sparare petardi in una piazzetta. È recente una sentenza del tribunale di Brescia che obbliga il Comune al risarcimento dei cittadini danneggiati nella quotidianità dal mancato intervento dello stesso contro i rumori molesti: cinquanta euro per ogni giorno in cui il diritto a vivere in casa dignitosamente è stato negato dal chiasso e dai rumori. Sono anni che a piazza Federico, comprese le zone limitrofe, tutto avviene nell'indifferenza delle Istituzioni e dei preposti al controllo, a cominciare dalla caserma lì a due passi.

Nella speranza che la lettera possa suscitare almeno una riflessione sul disagio dei residenti, porgo cordiali saluti.

P.S. Stanotte, alle 00.30, ancora una raffica prolungata di botti, stamattina alle ore 10.00 sono ricominciati».

​Paola
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