
Calcio
Scontro calciatori-Lega Pro, in arrivo uno sciopero?
Secco “no” all’età media, a rischio la regolarità dei campionati
Barletta - martedì 16 luglio 2013
16.00
Spesso anche nel mondo del calcio si sente parlare di scioperi. Appena 2 stagioni fa, rischiava di fermarsi la Serie A per la firma sul nuovo accordo collettivo, ora a "mobilitarsi" sono i calciatori della Lega Pro. Da diversi mesi, infatti i principali protagonisti delle domeniche di migliaia di tifosi hanno espresso il loro malcontento per tutta una serie di regolamenti tesi a favorire la "linea verde". Da tempo ormai ogni squadra, per accedere ai contributi stanziati dalla Lega Pro, deve schierare giovani talenti lasciando a casa diversi giocatori di categoria che non rientrano più nei parametri "imposti" dalla Lega. Per questa nuova stagione, invece, il regolamento prevederà il rispetto dell'età media delle squadre, e questa clausola non è stata "digerita" dai tanti calciatori che ancora una volta rischiano di guardare i campionati davanti ad uno schermo e non sui campi di calcio. A seguito dell'indicazione dell'assemblea dei rappresentanti delle squadre della terza categoria italiana, è possibile che nei prossimi giorni venga programmato uno sciopero. Tale iniziativa nasce dalla preoccupazione dei calciatori sull'alto rischio sulla regolarità dei prossimi campionati.
L'idea dell'Associazione Italiana Calciatori è di sensibilizzare il Consiglio Federale in merito, puntando a "bloccare" gli incontri di Coppa Italia e probabilmente anche il primo turno di campionato. Alla base del malcontento dei giocatori resta un palese disaccordo con la Lega Pro, come ha confermato ai microfoni di Tuttomercatoweb il vice-presidente vicario dell'AIC Umberto Calcagno: «La Lega Pro non sembra rispettare i patti. Ci eravamo messi d'accordo per una serie di incentivi e disincentivi per mitigare il rischio che fisiologicamente una riforma come questa dava ai campionati. Invece, secondo quanto riferitoci dagli stessi dirigenti della Lega, tali somme verrano date addirittura a chi retrocederà in Serie D e non avrebbe perso la Lega Pro se non ci fosse stata la riforma. Al posto di salvaguardare la regolarità dei campionati diamo il contentino a chi tra due anni sarà tra i dilettanti. Noi non abbiamo mai parlato di tali paracadute e riteniamo incredibile che percepiscano somme per il minutaggio chi non ottiene un risultato sportivo».
Secondo il parere dell'Associazione Italiana Calciatori, la nuova riforma della Lega Pro non va a favorire i giovani, ma si illude gran parte di questi ragazzi che vengono "scelti" solo in base all'età, e non per il loro valore tecnico. Il pensiero dell'associazione guidata da Damiano Tommasi è che i club ormai siano costretti a "sfruttare" i giovani per provare a "fare cassa" in un momento difficile sia per il "carrozzone" del calcio che per il mondo in generale. Controbatte prontamente alla "protesta" dei calciatori il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'Ansa: «Le società possono esprimere la loro opinione con il voto e dire come utilizzare il 60% delle risorse; ma lo decidono loro, non la Lega Pro. La Lega non è abituata a mettere mano nelle tasche degli altri. Facciano pure sciopero, ma non dicano che non abbiamo mantenuto la parola». Il braccio di ferro tra la Lega Pro e i calciatori continua, ma la speranza del pubblico e degli addetti ai lavori è che questi screzi possano essere risanati quanto prima per non intaccare lo spettacolo e la magia che domenica dopo domenica vanno in scena sui campi di tutta l'Italia.
L'idea dell'Associazione Italiana Calciatori è di sensibilizzare il Consiglio Federale in merito, puntando a "bloccare" gli incontri di Coppa Italia e probabilmente anche il primo turno di campionato. Alla base del malcontento dei giocatori resta un palese disaccordo con la Lega Pro, come ha confermato ai microfoni di Tuttomercatoweb il vice-presidente vicario dell'AIC Umberto Calcagno: «La Lega Pro non sembra rispettare i patti. Ci eravamo messi d'accordo per una serie di incentivi e disincentivi per mitigare il rischio che fisiologicamente una riforma come questa dava ai campionati. Invece, secondo quanto riferitoci dagli stessi dirigenti della Lega, tali somme verrano date addirittura a chi retrocederà in Serie D e non avrebbe perso la Lega Pro se non ci fosse stata la riforma. Al posto di salvaguardare la regolarità dei campionati diamo il contentino a chi tra due anni sarà tra i dilettanti. Noi non abbiamo mai parlato di tali paracadute e riteniamo incredibile che percepiscano somme per il minutaggio chi non ottiene un risultato sportivo».
Secondo il parere dell'Associazione Italiana Calciatori, la nuova riforma della Lega Pro non va a favorire i giovani, ma si illude gran parte di questi ragazzi che vengono "scelti" solo in base all'età, e non per il loro valore tecnico. Il pensiero dell'associazione guidata da Damiano Tommasi è che i club ormai siano costretti a "sfruttare" i giovani per provare a "fare cassa" in un momento difficile sia per il "carrozzone" del calcio che per il mondo in generale. Controbatte prontamente alla "protesta" dei calciatori il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'Ansa: «Le società possono esprimere la loro opinione con il voto e dire come utilizzare il 60% delle risorse; ma lo decidono loro, non la Lega Pro. La Lega non è abituata a mettere mano nelle tasche degli altri. Facciano pure sciopero, ma non dicano che non abbiamo mantenuto la parola». Il braccio di ferro tra la Lega Pro e i calciatori continua, ma la speranza del pubblico e degli addetti ai lavori è che questi screzi possano essere risanati quanto prima per non intaccare lo spettacolo e la magia che domenica dopo domenica vanno in scena sui campi di tutta l'Italia.
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