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Calcio
Saveriano Infantino, accoglienza da bomber al ritorno a Barletta
Il centravanti di Tolve accolto calorosamente dal "Puttilli"
Barletta - lunedì 21 ottobre 2013
17.00
Un tuffo al cuore: questo doveva essere e tale è stato il ritorno al "Cosimo Puttilli" per Saveriano Infantino. Ieri pomeriggio, al 28' del secondo tempo, quando Barletta e L'Aquila erano sull'1-1 di un match combattuto e in bilico, il tempo si è fermato per un attimo nell'impianto sportivo barlettano. Il bomber di Tolve, messo alla porta nell'estate 2012 a scadenza di contratto dal club di via Vittorio Veneto dopo tre stagioni, 66 presenze e 18 reti tra Seconda e Prima Divisione, ha raccolto il virtuale abbraccio di quello che un tempo è stato il "suo" pubblico: il tutto davanti agli occhi di Michele Menicozzo e Fidele Muwana, suoi compagni di squadra in quel Barletta dei "ragazzi terribili" di Sciannimanico nella stagione 2009/2010.
Un applauso interrotto dalla voglia di vincere una partita poi terminata con un pareggio al cardiopalma, nel mezzo qualche sfottò dalla tribuna all'indirizzo del centravanti lucano, frutto probabilmente più della trance agonistica che da una reale acredine. Un appuntamento vissuto con tensione emotiva "sin dalla mattina" ha spiegato Infantino nel dopo-partita. "Tornare a Barletta è davvero emozionante- ha spiegato Infantino- i tifosi sono sempre fantastici e caldissimi. Certamente per me è stata una partita molto particolare: sono stato tre anni a Barletta, sono stati tre anni bellissimi". Parole da grande ex, apprezzato tanto per la grinta messa in campo che per l'umiltà, parole da grande innamorato di una piazza, come quella barlettana, che spesso e volentieri è capace di dare tanto e rendersi indimenticabile.
Un amore non sopito, quello tra Saveriano e il pubblico biancorosso, ribadito dall'abbraccio finale con la curva ospitante il tifo barlettano, inneggiante il celebre coro "Saveriano Infantino, Saveriano Infantino, Saveriano Infantino alè". Qualcuno gli ricorda ancora la corsa di Brindisi, di quell'indimenticabile 2-2 al "Fanuzzi", e lui sorride. Oggi Infantino è in maglia abruzzese, dove sin qui ha collezionato sei presenze e un gol, e sta bene in Abruzzo, dove sente il buon odore delle zone alte della classifica: "Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano" cantava Antonello Venditti, chissà che nel lontano, lontanissimo futuro non avvenga per Infantino e il Barletta.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Un applauso interrotto dalla voglia di vincere una partita poi terminata con un pareggio al cardiopalma, nel mezzo qualche sfottò dalla tribuna all'indirizzo del centravanti lucano, frutto probabilmente più della trance agonistica che da una reale acredine. Un appuntamento vissuto con tensione emotiva "sin dalla mattina" ha spiegato Infantino nel dopo-partita. "Tornare a Barletta è davvero emozionante- ha spiegato Infantino- i tifosi sono sempre fantastici e caldissimi. Certamente per me è stata una partita molto particolare: sono stato tre anni a Barletta, sono stati tre anni bellissimi". Parole da grande ex, apprezzato tanto per la grinta messa in campo che per l'umiltà, parole da grande innamorato di una piazza, come quella barlettana, che spesso e volentieri è capace di dare tanto e rendersi indimenticabile.
Un amore non sopito, quello tra Saveriano e il pubblico biancorosso, ribadito dall'abbraccio finale con la curva ospitante il tifo barlettano, inneggiante il celebre coro "Saveriano Infantino, Saveriano Infantino, Saveriano Infantino alè". Qualcuno gli ricorda ancora la corsa di Brindisi, di quell'indimenticabile 2-2 al "Fanuzzi", e lui sorride. Oggi Infantino è in maglia abruzzese, dove sin qui ha collezionato sei presenze e un gol, e sta bene in Abruzzo, dove sente il buon odore delle zone alte della classifica: "Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano" cantava Antonello Venditti, chissà che nel lontano, lontanissimo futuro non avvenga per Infantino e il Barletta.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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