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Calcio
Pontedera-Barletta 3-1, Di Bella a terra e l'eco di quel "devi morire"
Storie di ordinarie follie domenicali e di assoli mediatici
Barletta - lunedì 7 aprile 2014
19.52
Minuto 52 di Pontedera-Barletta, punteggio di 3-0 per i padroni di casa, storia purtroppo trita e ritrita in questo campionato biancorosso: il capitano biancorosso Fabrizio Di Bella insegue l'attaccante toscano Arrighini su una palla profonda e nel tentativo di salvare la rete si scontra con il portiere Luca Liverani. Impatto molto duro, attimi di paura per il centrale difensivo romano, che perde anche temporaneamente i sensi, resta a terra ed è costretto al cambio con Campagna: ricoverato presso il pronto soccorso locale, Di Bella è stato sottoposto agli esami del caso accompagnato da medico sociale e fisioterapista, salvo poi rientrare a casa con la squadra.
Fin qui è la storia di un brutto infortunio finito bene: però poi al fatto si aggiunge il "contorno", in questo caso rappresentato da un video diffuso oggi dalla redazione online de "Il Tirreno", in cui si sente un brutto coro, inneggiante alla morte del calciatore ("Devi morire, devi morire") di quelli che purtroppo sentiamo troppo spesso sui campi di calcio italiani. Questa volta, però, stando a quanto riportato dal quotidiano toscano e da Leggo, dove si legge che "quando il giocatore è stato caricato in ambulanza il bersaglio degli insulti è diventata il resto della squadra «invitata» a seguirlo sull'ambulanza «perchè voi non siete il Barletta calcio». La cronaca, riportato poco dopo la fine della gara, cavalca presto l'onda dell'informazione e arriva anche sui canali nazionali, quasi un giorno dopo l'accaduto, con il Barletta che ha già ripreso gli allenamenti oggi pomeriggio al "Cosimo Puttilli".
Una storia di calcio che poco ha a che fare con la palla, ma anche di eccessivi echi mediatici: è vero, augurare di passare all'altro mondo a un calciatore che sta svolgendo, bene o male lo dice il campo, il suo lavoro, è sbagliato, condannabile ed esecrabile, sempre. Ma alimentare la questione, additando una rappresentanza di 10 appassionati che da agosto investono soldi e passione e sono delusi da una squadra che sta registrando un rendimento a dir poco deficitario, è sin troppo facile. I presenti ci assicurano di non essersi resi conto della gravità del colpo subito e soprattutto di aver cantato una sola volta il brutto coro in segno di delusione e scoramento di un'annata intera, senza volere offendere in maniera diretta uno dei pochi calciatori che ci hanno sempre messo l'anima. Di certo resta una brutta domenica, ora si attendono prese di posizione per reagire al moto mediatico che sta mettendo in discussione il nome loro e di una città intera. Di certo in una situazione già cupa non serve "conquistarsi" le prime pagine con certe sortite di cattivo gusto. Non è escluso a breve un comunicato del Barletta Calcio sulla vicenda.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fin qui è la storia di un brutto infortunio finito bene: però poi al fatto si aggiunge il "contorno", in questo caso rappresentato da un video diffuso oggi dalla redazione online de "Il Tirreno", in cui si sente un brutto coro, inneggiante alla morte del calciatore ("Devi morire, devi morire") di quelli che purtroppo sentiamo troppo spesso sui campi di calcio italiani. Questa volta, però, stando a quanto riportato dal quotidiano toscano e da Leggo, dove si legge che "quando il giocatore è stato caricato in ambulanza il bersaglio degli insulti è diventata il resto della squadra «invitata» a seguirlo sull'ambulanza «perchè voi non siete il Barletta calcio». La cronaca, riportato poco dopo la fine della gara, cavalca presto l'onda dell'informazione e arriva anche sui canali nazionali, quasi un giorno dopo l'accaduto, con il Barletta che ha già ripreso gli allenamenti oggi pomeriggio al "Cosimo Puttilli".
Una storia di calcio che poco ha a che fare con la palla, ma anche di eccessivi echi mediatici: è vero, augurare di passare all'altro mondo a un calciatore che sta svolgendo, bene o male lo dice il campo, il suo lavoro, è sbagliato, condannabile ed esecrabile, sempre. Ma alimentare la questione, additando una rappresentanza di 10 appassionati che da agosto investono soldi e passione e sono delusi da una squadra che sta registrando un rendimento a dir poco deficitario, è sin troppo facile. I presenti ci assicurano di non essersi resi conto della gravità del colpo subito e soprattutto di aver cantato una sola volta il brutto coro in segno di delusione e scoramento di un'annata intera, senza volere offendere in maniera diretta uno dei pochi calciatori che ci hanno sempre messo l'anima. Di certo resta una brutta domenica, ora si attendono prese di posizione per reagire al moto mediatico che sta mettendo in discussione il nome loro e di una città intera. Di certo in una situazione già cupa non serve "conquistarsi" le prime pagine con certe sortite di cattivo gusto. Non è escluso a breve un comunicato del Barletta Calcio sulla vicenda.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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