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Calcio
Picci: «Daremo filo da torcere a tutti, questa è la mia grande chance»
Intervista al nuovo attaccante del Barletta Calcio
Barletta - sabato 20 luglio 2013
4.16
"Nel campo, come nella vita". L'antico adagio coniato da Nereo Rocco appare calzante a pennello per Antonio Giulio Picci, nuovo attaccante del Barletta Calcio, fresco di firma con il sodalizio di via Vittorio Veneto nella giornata di mercoledì. Classe 1985, una carriera spesa in serie D prima della chiamata in cadetteria con il Brescia lo scorso anno, il centravanti barese, a seguito della presentazione ufficiale tenuta ieri ha subito espresso a parole determinazione e spirito combattivo: in attesa di vederlo all'opera in campo, abbiamo raccolto ai nostri microfoni le sue impressioni dopo la firma con il club biancorosso.
Antonio, partiamo dal tuo arrivo. Sei entrato in un gruppo che già si conosce bene dallo scorso anno. Una marcia in più per il tuo inserimento?
«Sono convinto di sì. So che a Barletta il gruppo, nonostante le difficoltà incontrate all'inizio, è stato fondamentale per uscire da una situazione complicata: onore ai miei nuovi compagni e alla forza del gruppo, che ha dimostrato di avere basi solide. Ripartire da un nucleo unito non può che essere un vantaggio».
Quanto è durata la trattativa per arrivare a Barletta? Sei arrivato con l'obiettivo di restare a lungo?
«E' durata tanto, non è stata facile, l'essenziale è che si sia approdati a conclusione. Ho firmato un contratto annuale fino a giugno 2014, ma ci siamo promessi che se riuscirò a far bene ci siederemo a tavolino per rinnovare. E' una scommessa anche per me, ma so di essere di fronte a persone molto serie».
La tua carriera è un inno al sacrificio: tanti gol per i campi di serie D e C2, poi la chiamata del Brescia, dove non sei però stato titolare: Barletta è la tua grande opportunità?
«Hai detto benissimo: nonostante a Brescia sia stato benissimo e abbia avuto l'affetto dei tifosi, non avevo modo di giocare con continuità, ho giocato spesso scorci di partita di massimo 15 minuti. Barletta è la mia vera chance per dimostrare appieno le mie capacità. Non faccio promesse, darò il massimo impegno e terrò i piedi per terra, devo ancora dimostrare tanto ma ho una gran voglia di far bene e prendermi delle responsabilità in una piazza esigente come Barletta».
Nasci come prima punta, ma a Brescia hai giocato con Caracciolo e Corvia: la tua coesistenza con La Mantia è quindi possibile?
«Penso proprio di sì. In carriera ho fatto sia la prima che la seconda punta, a Brescia abbiamo giocato anche a 3 con me a destra. Preferisco fare la prima punta, ma posso agire anche da spalla: l'essenziale è stare sempre vicino alla porta».
Fino a qualche giorno fa sembravi destinato al Bari, soluzione a te gradita: quanto c'è stato di vero? Quali altri club hanno manifestato interesse per te?
«Ho avuto tante chiamate dalla Lega Pro, ma logicamente, voglio essere schietto, ho dato precedenza al Bari, perché è la squadra della mia città ed è in serie B. Con il Bari ho fatto 22 gol nel campionato Primavera, ma non ho mai avuto una vera chance con la Prima Squadra. Ho parlato con il ds Angelozzi, ma le vicende societarie hanno portato a rilento la trattativa: è poi sorta la possibilità di andare a Barletta, ho visto una società determinata, dove potevo recitare da protagonista e magari tornarci in serie B».
Cosa ti ha colpito del dg Martino e del presidente Tatò?
«Il direttore non lo scopro certo io: ha portato a Reggio calciatori del calibro di Nakamura, Pirlo, Kallon e ha fatto tante belle squadre sullo Stretto, ha fatto calcio ad altissimi livelli. Fino a due giorni fa conoscevo il presidente solo di nome, e devo dire che è una persona davvero per bene, di cuore, e tifoso della sua squadra di calcio, il che spesso non accade. Questa è un'arma a favore della squadra: se partiremo con il piede giusto e ci sarà da fare qualche sforzo, il presidente non si tirerà indietro».
Avete parlato di programmi?
«Rischi di retrocessione non ce ne sono (ride, ndr), ma a parte gli scherzi vogliamo fare un campionato dove daremo vita dura a tutti. Vogliamo entusiasmare i nostri tifosi, vediamo cosa succede dopo 10 partite e lì tireremo le prime somme: ora dobbiamo lavorare, amalgamare il gruppo e allora capiremo cosa possiamo fare. E' un campionato dove dovremo giocare senza paura e timori riverenziali, ma non siamo assolutamente i favoriti, ci mancherebbe».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Antonio, partiamo dal tuo arrivo. Sei entrato in un gruppo che già si conosce bene dallo scorso anno. Una marcia in più per il tuo inserimento?
«Sono convinto di sì. So che a Barletta il gruppo, nonostante le difficoltà incontrate all'inizio, è stato fondamentale per uscire da una situazione complicata: onore ai miei nuovi compagni e alla forza del gruppo, che ha dimostrato di avere basi solide. Ripartire da un nucleo unito non può che essere un vantaggio».
Quanto è durata la trattativa per arrivare a Barletta? Sei arrivato con l'obiettivo di restare a lungo?
«E' durata tanto, non è stata facile, l'essenziale è che si sia approdati a conclusione. Ho firmato un contratto annuale fino a giugno 2014, ma ci siamo promessi che se riuscirò a far bene ci siederemo a tavolino per rinnovare. E' una scommessa anche per me, ma so di essere di fronte a persone molto serie».
La tua carriera è un inno al sacrificio: tanti gol per i campi di serie D e C2, poi la chiamata del Brescia, dove non sei però stato titolare: Barletta è la tua grande opportunità?
«Hai detto benissimo: nonostante a Brescia sia stato benissimo e abbia avuto l'affetto dei tifosi, non avevo modo di giocare con continuità, ho giocato spesso scorci di partita di massimo 15 minuti. Barletta è la mia vera chance per dimostrare appieno le mie capacità. Non faccio promesse, darò il massimo impegno e terrò i piedi per terra, devo ancora dimostrare tanto ma ho una gran voglia di far bene e prendermi delle responsabilità in una piazza esigente come Barletta».
Nasci come prima punta, ma a Brescia hai giocato con Caracciolo e Corvia: la tua coesistenza con La Mantia è quindi possibile?
«Penso proprio di sì. In carriera ho fatto sia la prima che la seconda punta, a Brescia abbiamo giocato anche a 3 con me a destra. Preferisco fare la prima punta, ma posso agire anche da spalla: l'essenziale è stare sempre vicino alla porta».
Fino a qualche giorno fa sembravi destinato al Bari, soluzione a te gradita: quanto c'è stato di vero? Quali altri club hanno manifestato interesse per te?
«Ho avuto tante chiamate dalla Lega Pro, ma logicamente, voglio essere schietto, ho dato precedenza al Bari, perché è la squadra della mia città ed è in serie B. Con il Bari ho fatto 22 gol nel campionato Primavera, ma non ho mai avuto una vera chance con la Prima Squadra. Ho parlato con il ds Angelozzi, ma le vicende societarie hanno portato a rilento la trattativa: è poi sorta la possibilità di andare a Barletta, ho visto una società determinata, dove potevo recitare da protagonista e magari tornarci in serie B».
Cosa ti ha colpito del dg Martino e del presidente Tatò?
«Il direttore non lo scopro certo io: ha portato a Reggio calciatori del calibro di Nakamura, Pirlo, Kallon e ha fatto tante belle squadre sullo Stretto, ha fatto calcio ad altissimi livelli. Fino a due giorni fa conoscevo il presidente solo di nome, e devo dire che è una persona davvero per bene, di cuore, e tifoso della sua squadra di calcio, il che spesso non accade. Questa è un'arma a favore della squadra: se partiremo con il piede giusto e ci sarà da fare qualche sforzo, il presidente non si tirerà indietro».
Avete parlato di programmi?
«Rischi di retrocessione non ce ne sono (ride, ndr), ma a parte gli scherzi vogliamo fare un campionato dove daremo vita dura a tutti. Vogliamo entusiasmare i nostri tifosi, vediamo cosa succede dopo 10 partite e lì tireremo le prime somme: ora dobbiamo lavorare, amalgamare il gruppo e allora capiremo cosa possiamo fare. E' un campionato dove dovremo giocare senza paura e timori riverenziali, ma non siamo assolutamente i favoriti, ci mancherebbe».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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