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Calcio
Parla Tatò, il futuro biancorosso su Barlettalife.it
Il presidente del Barletta Calcio fa chiarezza sul futuro
Barletta - giovedì 21 novembre 2013
16.20
Cresce l'attesa per conoscere le sorti del Barletta Calcio. Il presidente biancorosso Roberto Tatò ha parlato in conferenza "a porte aperte" presso "La Terrazza" alle 16.30: sul piatto il futuro biancorosso, dall'organico passando per lo staff, e dello stesso numero 1 di via Vittorio Veneto, dimissionario a partire da luglio 2014 ma con preavviso risalente al 27 ottobre. Tanti gli interrogativi e i presenti attesi, dai tifosi a esponenti dell'amministrazione comunale. Barlettalife.it ha seguito in diretta la conferenza stampa, anche su Twitter con l'hashtag #ParlaTatò. Esito dell'incontro? Il presidente ha rassegnato dimissioni irrevocabili a partire da luglio 2014, ma al tempo stesso ha assicurato massimo sostegno alla squadra fino a quella data e si è detto pronto a sedersi a un tavolo con le forze che eventualmente si presenteranno. Riviviamo la conferenza attraverso i passaggi cronologici nel dettaglio.
Ore 16.41
Il presidente Tatò arriva in sala conferenze.
Ore 16:45
La conferenza inizierà in ritardo di 15 minuti.
Ore 17:00
Circa 150 i presenti. Non ci sono rappresentanti delle istituzioni comunali.
Ore 17.05
Ha il via la conferenza stampa del presidente Roberto Tatò.
Tatò: "Il Barletta Calcio è il mio amore, ma l'amore è eterno finchè dura. In questi tre anni ho commesso errori, spesso per buona fede, magari per indulgenza e amore verso il Barletta: mi risulta intollerabile che mi siano date colpe che non ho commesso che mi siano imputate scelte, fatte sempre per costruire una società solida e raggiungere traguardi sportivi. Ma il calcio non è una macchina perfetta: sfugge a logiche imprenditoriali che hanno sempre caratterizzato il mio lavoro. Si può parlare di fortuna e sfortuna, infortuni, errori sotto porta, e con tutto questo ci siamo confrontati: eppure veniamo da campionati da brividi, con emozioni forti. Due anni fa la corsa-playoff interrotta per un solo, maledetto punto, inflitto da una ingiusta penalizzazione".
Tatò ritorna sulla penalizzazione del maggio 2012: "E' stata un'ingiustizia, c'era la Cremonese che all'epoca era sottoposta a un procedimento di tipo penale. Al Tnas avevo chiesto di unificare le cose: i fatti successivi li conoscete in parte. Avevo chiesto che fossero sospesi i playoff per consentire il processo a carico della Cremonese: i fatti sono che la Cremonese ha giocato i playoff, e in udienza la Cremonese ha chiesto il patteggiamento. In primo grado ebbe un punto di penalità".
Tatò parla della stagione 2012/2013: "La scorsa è stata una stagione sfortunata, con tanti giovani che non crescevano, eppure una salvezza ottenuta sul fil di lana, con gli spareggi, una salvezza ad Andria che ci ha dato gioia e voglia di fare bene. A giugno avevo dichiarato che volevamo fare un campionato dignitoso, ma non volevamo vivacchiare. Sarebbe stato mio desiderio entrare nella griglia-playoff: questo doveva essere un campionato di passaggio e costruzione, è stato un anno di castrazione. Senza retrocessione pensavo si potesse lavorare con tranquillità: invece no. I risultati sono deludenti, ma ancor di più lo è l'impazienza della tifoseria che vuole tutto e subito. Mi sono sentito accusato e isolato. Tifoseria organizzata e stampa locale hanno scelto la via della critica feroce, a un passo dall'insulto. Il giocattolo si è rotto: c'è l'indifferenza, per non dire la masochistica soddisfazione della città".
"La crisi e la mia cattiva salute sono altri motivi che mi portano a lasciare: se si affacceranno persone che vorranno garantire la continuità dell'esistenza del club non mi sottrarrò. Ho sempre cercato il coinvolgimento di altre forze personali della città, ma senza risultati: il presidente è solo. Questi sono i motivi principali della mia resa. Vedremo se qualcuno si farò avanti, però voglio una proposta seria: il Barletta ha bisogno di continuità e solidità economica, senza avventure. Ho sempre garantito l'esistenza del Barletta: ho investito tanto del patrimonio personale, sono stato ripagato da esaltanti ed emozionanti avventure sportive. Ho deciso di fare squadra e continuare a fare il tifoso".
Intervengono i tifosi. Il primo sottolinea il disaccordo con le colpe attribuite alla tifoseria dalle parole del presidente e critica l'operato del duo Martino-Orlandi, sin qui ampiamente insufficiente. Questa la risposta di Tatò: "Ogni anno abbiamo avuto difficoltà nella programmazione, sin dal primo anno. I cambiamenti sono stati anche spinti, e non dai fischi, ma soprattutto dagli insulti, e ne ho ricevuti".
Viene chiesto a Tatò se le dimissioni sono irrevocabili: "Quando ho chiamato Martino a gennaio 2013, abbiamo provato a salvare la squadra, ci siamo riusciti e abbiamo parlato di un progetto pluriennale. Per portare avanti un progetto servono le basi giuste: non abbiamo avuto continuità, non si è mai consentito a un uomo di restare a Barletta per più di sei mesi. Qualcuno l'ha tenuta là, io ho fatto tutto quello che sapevo e potevo fare".
Sul passaggio di quote societarie, viene chiesto a Tatò se in caso di nessuna offerta come agirebbe: "Intanto mancano 5-6 mesi all'eventuale passaggio societario: con i se e con i ma non si scrive niente. Se nessuno esprimerà niente, dovremo prendere tutti atto del fatto che ci sono difficoltà serie, pesanti: il mio disimpegno è definitivo, se la mia persona è di ostacolo a un gruppo, mi toglierò da parte. Se invece mi viene chiesto di fare squadra, e ci saranno i presupposti, ne farò parte".
Capitolo-amministrazione comunale: "Per quanto mi riguarda, ho chiesto un appuntamento al sindaco e fisserò a breve un appuntamento, per parlare del futuro del Barletta Calcio e capire cosa si può costruire".
Capitolo tecnico: "L'altroieri ho parlato con i miei primari collaboratori- spiega il presidente- ieri sera invece ho parlato con la squadra. Gli ho detto di essere degni del loro lavoro e della maglia che indossano: io che sono presidente ho provato vergogna in varie occasioni. Ho fatto appello a chi c'era l'anno scorso. A marzo 2013 c'è stata una svolta, e la decisione è venuta da loro. La svolta l'hanno decisa all'interno dello spogliatoio, perchè da un punto di vista tecnico sono ragazzi di prospettiva, che devono crescere e hanno bisogno di tranquillità. Ho chiesto ai più grandi di portarli per mano: ho chiesto loro uno scatto d'orgoglio, un'assunzione di responsabilità. Ho chiesto loro di portare la squadra a una degna prosecuzione". Acquisti a gennaio? "Nella riunione con direttore e mister ho fatto loro la stessa domanda: se vi saranno entrate e uscite lo vedremo verso dicembre, io voglio che non ci siano più perdite, ogni movimento dovrà essere a saldo zero".
Le parole di Orlandi dopo il Viareggio hanno delegittimato la squadra? "E' una annotazione che si può capire, lui mi ha assicurato che ha ancora tanta rabbia e vuole dimostrare che il gruppo che ha creato non è così scarso. Non ho sfiduciato Orlandi, non ho intenzione di farlo: abbiamo per caso dimenticato lo scorso anno? A marzo i calciatori hanno deciso di salvarsi. Si sono chiusi nello spogliatoio e hanno deciso di giocare". Martino resta? "Mi sembra di aver già risposto: il progetto di Martino è il mio, l'ho sposato io. Non c'è alcuna volontà da parte mia di modificare un progetto iniziale, non solo economico: sarebbe stato traumatico per l'ambiente interno. Ricordo esperienze negative di questo genere, vedi Stringara. Martino resta fino a quando ci sono io. Non tocca a me dire se è simpatico o meno: è un mio collaboratore primario, lo vedo ogni giorno".
Sui rapporti con la stampa: "Quest'anno si è creato un vulnus nella società- spiega Tatò- non ho voluto favorire nessun giornalista rispetto ad altri. Nella vostra onestà intellettuale, cercavo qualcuno che non fosse di Barletta, estraneo alle vicende di ogni giorno e il più obiettivo possibile. Non l'ho trovato. Martino è una persona eccezionale, ha dovuto ricostruire tutto il settore giovanile: ha fatto staff, partecipiamo agli Allievi Regionali, ha costruito una squadra. Chi non sbaglia? Sia concesso a tutti di farlo. Il problema è che rifare tutto di sana pianta in un anno è una tragedia. Se quest'anno non avessi voluto fare niente, avrei messo in campo la Berretti". Smentisce problemi con Allegretti? "Un capitano non fa quello che ha fatto, andare a parlare sotto la curva e dire certe cose. Gli ho detto che ha sbagliato alla grande, non è corretto sportivamente".
Sugli eventuali acquirenti. Sarebbero accette anche trattative con persone senza esperienze sportive, ma con una base economica solida? "Ci sediamo al tavolo e parliamo. Non posso precludere certe porte". Perché l'anno scorso la squadra ha cambiato marcia a marzo? "Non lo so, non ne conosco i motivi: di sicuro c'è che hanno cambiato marcia. Mi aspetto una svolta della squadra anche ora".
Ore 18.05
Termina la conferenza stampa di Roberto Tatò.
Ore 16.41
Il presidente Tatò arriva in sala conferenze.
Ore 16:45
La conferenza inizierà in ritardo di 15 minuti.
Ore 17:00
Circa 150 i presenti. Non ci sono rappresentanti delle istituzioni comunali.
Ore 17.05
Ha il via la conferenza stampa del presidente Roberto Tatò.
Tatò: "Il Barletta Calcio è il mio amore, ma l'amore è eterno finchè dura. In questi tre anni ho commesso errori, spesso per buona fede, magari per indulgenza e amore verso il Barletta: mi risulta intollerabile che mi siano date colpe che non ho commesso che mi siano imputate scelte, fatte sempre per costruire una società solida e raggiungere traguardi sportivi. Ma il calcio non è una macchina perfetta: sfugge a logiche imprenditoriali che hanno sempre caratterizzato il mio lavoro. Si può parlare di fortuna e sfortuna, infortuni, errori sotto porta, e con tutto questo ci siamo confrontati: eppure veniamo da campionati da brividi, con emozioni forti. Due anni fa la corsa-playoff interrotta per un solo, maledetto punto, inflitto da una ingiusta penalizzazione".
Tatò ritorna sulla penalizzazione del maggio 2012: "E' stata un'ingiustizia, c'era la Cremonese che all'epoca era sottoposta a un procedimento di tipo penale. Al Tnas avevo chiesto di unificare le cose: i fatti successivi li conoscete in parte. Avevo chiesto che fossero sospesi i playoff per consentire il processo a carico della Cremonese: i fatti sono che la Cremonese ha giocato i playoff, e in udienza la Cremonese ha chiesto il patteggiamento. In primo grado ebbe un punto di penalità".
Tatò parla della stagione 2012/2013: "La scorsa è stata una stagione sfortunata, con tanti giovani che non crescevano, eppure una salvezza ottenuta sul fil di lana, con gli spareggi, una salvezza ad Andria che ci ha dato gioia e voglia di fare bene. A giugno avevo dichiarato che volevamo fare un campionato dignitoso, ma non volevamo vivacchiare. Sarebbe stato mio desiderio entrare nella griglia-playoff: questo doveva essere un campionato di passaggio e costruzione, è stato un anno di castrazione. Senza retrocessione pensavo si potesse lavorare con tranquillità: invece no. I risultati sono deludenti, ma ancor di più lo è l'impazienza della tifoseria che vuole tutto e subito. Mi sono sentito accusato e isolato. Tifoseria organizzata e stampa locale hanno scelto la via della critica feroce, a un passo dall'insulto. Il giocattolo si è rotto: c'è l'indifferenza, per non dire la masochistica soddisfazione della città".
"La crisi e la mia cattiva salute sono altri motivi che mi portano a lasciare: se si affacceranno persone che vorranno garantire la continuità dell'esistenza del club non mi sottrarrò. Ho sempre cercato il coinvolgimento di altre forze personali della città, ma senza risultati: il presidente è solo. Questi sono i motivi principali della mia resa. Vedremo se qualcuno si farò avanti, però voglio una proposta seria: il Barletta ha bisogno di continuità e solidità economica, senza avventure. Ho sempre garantito l'esistenza del Barletta: ho investito tanto del patrimonio personale, sono stato ripagato da esaltanti ed emozionanti avventure sportive. Ho deciso di fare squadra e continuare a fare il tifoso".
Intervengono i tifosi. Il primo sottolinea il disaccordo con le colpe attribuite alla tifoseria dalle parole del presidente e critica l'operato del duo Martino-Orlandi, sin qui ampiamente insufficiente. Questa la risposta di Tatò: "Ogni anno abbiamo avuto difficoltà nella programmazione, sin dal primo anno. I cambiamenti sono stati anche spinti, e non dai fischi, ma soprattutto dagli insulti, e ne ho ricevuti".
Viene chiesto a Tatò se le dimissioni sono irrevocabili: "Quando ho chiamato Martino a gennaio 2013, abbiamo provato a salvare la squadra, ci siamo riusciti e abbiamo parlato di un progetto pluriennale. Per portare avanti un progetto servono le basi giuste: non abbiamo avuto continuità, non si è mai consentito a un uomo di restare a Barletta per più di sei mesi. Qualcuno l'ha tenuta là, io ho fatto tutto quello che sapevo e potevo fare".
Sul passaggio di quote societarie, viene chiesto a Tatò se in caso di nessuna offerta come agirebbe: "Intanto mancano 5-6 mesi all'eventuale passaggio societario: con i se e con i ma non si scrive niente. Se nessuno esprimerà niente, dovremo prendere tutti atto del fatto che ci sono difficoltà serie, pesanti: il mio disimpegno è definitivo, se la mia persona è di ostacolo a un gruppo, mi toglierò da parte. Se invece mi viene chiesto di fare squadra, e ci saranno i presupposti, ne farò parte".
Capitolo-amministrazione comunale: "Per quanto mi riguarda, ho chiesto un appuntamento al sindaco e fisserò a breve un appuntamento, per parlare del futuro del Barletta Calcio e capire cosa si può costruire".
Capitolo tecnico: "L'altroieri ho parlato con i miei primari collaboratori- spiega il presidente- ieri sera invece ho parlato con la squadra. Gli ho detto di essere degni del loro lavoro e della maglia che indossano: io che sono presidente ho provato vergogna in varie occasioni. Ho fatto appello a chi c'era l'anno scorso. A marzo 2013 c'è stata una svolta, e la decisione è venuta da loro. La svolta l'hanno decisa all'interno dello spogliatoio, perchè da un punto di vista tecnico sono ragazzi di prospettiva, che devono crescere e hanno bisogno di tranquillità. Ho chiesto ai più grandi di portarli per mano: ho chiesto loro uno scatto d'orgoglio, un'assunzione di responsabilità. Ho chiesto loro di portare la squadra a una degna prosecuzione". Acquisti a gennaio? "Nella riunione con direttore e mister ho fatto loro la stessa domanda: se vi saranno entrate e uscite lo vedremo verso dicembre, io voglio che non ci siano più perdite, ogni movimento dovrà essere a saldo zero".
Le parole di Orlandi dopo il Viareggio hanno delegittimato la squadra? "E' una annotazione che si può capire, lui mi ha assicurato che ha ancora tanta rabbia e vuole dimostrare che il gruppo che ha creato non è così scarso. Non ho sfiduciato Orlandi, non ho intenzione di farlo: abbiamo per caso dimenticato lo scorso anno? A marzo i calciatori hanno deciso di salvarsi. Si sono chiusi nello spogliatoio e hanno deciso di giocare". Martino resta? "Mi sembra di aver già risposto: il progetto di Martino è il mio, l'ho sposato io. Non c'è alcuna volontà da parte mia di modificare un progetto iniziale, non solo economico: sarebbe stato traumatico per l'ambiente interno. Ricordo esperienze negative di questo genere, vedi Stringara. Martino resta fino a quando ci sono io. Non tocca a me dire se è simpatico o meno: è un mio collaboratore primario, lo vedo ogni giorno".
Sui rapporti con la stampa: "Quest'anno si è creato un vulnus nella società- spiega Tatò- non ho voluto favorire nessun giornalista rispetto ad altri. Nella vostra onestà intellettuale, cercavo qualcuno che non fosse di Barletta, estraneo alle vicende di ogni giorno e il più obiettivo possibile. Non l'ho trovato. Martino è una persona eccezionale, ha dovuto ricostruire tutto il settore giovanile: ha fatto staff, partecipiamo agli Allievi Regionali, ha costruito una squadra. Chi non sbaglia? Sia concesso a tutti di farlo. Il problema è che rifare tutto di sana pianta in un anno è una tragedia. Se quest'anno non avessi voluto fare niente, avrei messo in campo la Berretti". Smentisce problemi con Allegretti? "Un capitano non fa quello che ha fatto, andare a parlare sotto la curva e dire certe cose. Gli ho detto che ha sbagliato alla grande, non è corretto sportivamente".
Sugli eventuali acquirenti. Sarebbero accette anche trattative con persone senza esperienze sportive, ma con una base economica solida? "Ci sediamo al tavolo e parliamo. Non posso precludere certe porte". Perché l'anno scorso la squadra ha cambiato marcia a marzo? "Non lo so, non ne conosco i motivi: di sicuro c'è che hanno cambiato marcia. Mi aspetto una svolta della squadra anche ora".
Ore 18.05
Termina la conferenza stampa di Roberto Tatò.
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